Gianluca Paolucci per “La Stampa”
Un investimento complessivo di 154,89 milioni di euro sul titolo Ubi Banca, con una valanga di operazioni effettuate quasi quotidianamente tra il 17 luglio del 2007 e il 7 marzo del 2008 tramite quattro società. E una perdita «monstre» causata dal tonfo del titolo Ubi. A prestare una parte dei soldi è stata però un’altra banca del gruppo, Iw Bank. È il bilancio dell’operazione di «riequilibrio» dei soci bergamaschi seguita alla fusione del 2007 tra Bpu e Banca Lombarda e finita adesso all’attenzione del nucleo valutario della Guardia di finanza che sta indagando con la procura di Bergamo sulle vicenda della popolare bresciano-bergamasca.
Le quattro società coinvolte - Quattro luglio, Diciotto settembre, Venti ottobre e Ventisei novembre, dalle date della loro costituzione - hanno operato tutte tramite conti aperti in Iw Bank. La stessa Iw Bank, secondo i documenti che La Stampa ha potuto consultare, concede anche una parte degli affidi necessari per operare, 7 milioni di euro complessivi con una leva a 2,5 e 5 (ovvero, la possibilità di acquistare azioni per 2,5 volte o 5 volte la liquidità depositata nei conti).
Il tutto con procedure abbastanza snelle: la Quattro luglio, ad esempio, apre il conto il 10 luglio, inizia a comprare il 17 luglio e il 27 dello stesso mese viene affidata per 2,5 milioni di euro con una leva di 5 volte. Complessivamente, la Quattro luglio è quella che compra il pacchetto più consistente di titoli: un controvalore di 59,37 milioni di euro, pari a 3,1 milioni di azioni. La Quattro luglio cessa gli acquisti l’11 di settembre. Stranamente, nonostante il gran numero di operazioni e le oscillazioni anche brusche del titolo Ubi in quei mesi, il prezzo medio di acquisto delle prime tre società è praticamente identico: 18,59 euro per azione.
Solo per l’ultima, la Ventisei novembre, il prezzo medio di carico scende a 17,07 euro. Non è l’unico punto in comune tra le quattro società: condividono anche l’indirizzo, via Giuseppe Verdi 11 a Bergamo. È la sede dello studio di Pecuvio Rondini, commercialista bergamasco nonché presidente del collegio sindacale delle quattro società, azionista della Quattro luglio con il 4,76%, socio fondatore dell’associazione Amici di Ubi e gran collezionista di poltrone nel gruppo Ubi.
Tra i soci delle quattro società, la famiglia Radici fa la parte del leone. Ma c’è anche la famiglia Zanetti dell’ex presidente del gruppo Ubi, Emilio. E la famiglia Jannone - Giorgio Jannone è il grande accusatore dei vertici di Ubi - con la Jab Investimenti. E a seguire tutti i bei nomi dell’imprenditoria bergamasca. Investimento totale: 53 milioni di euro. Con il titolo arrivato a valere poco più di due euro, non è stato un buon affare.