Andrea Spinelli per ''la Nazione - il Resto del Carlino - il Giorno''
Ad essere chiamato "l' altro" ragazzo della Via Gluck Gino Santercole ci aveva fatto ormai il callo. Così come a sentirsi definire "il nipote di Celentano". Effettivamente sua madre Rosa era la sorella del "Molleggiato", e quella parentela ha sempre rappresentato per lui un dono del cielo e un dazio da pagare. Senza aspettare gli ottant' anni agguantati per la coda lo scorso gennaio dal leggendario zio, Santercole se n' è andato l' altra notte per un infarto a 77 nella sua casa romana, proprio difronte a quella Chiesa Santa Rosa da Viterbo dove domani (alle 14) si svolgeranno i funerali.
Come per gli altri ragazzi del Clan, la sua è stata un' esistenza all' ombra della montagna Adriano. Stesso destino, nel '68, per quella che sarebbe diventata la sua canzone più popolare e amata, "Una carezza in un pugno", finita sul lato b di un 45 giri monumentale quale "Azzurro".
E sì che, grazie all' alchimia con parolieri di grana fine come Miki Del Prete e Luciano Beretta, Santercole nella sua esistenza in bilico tra rock e Clan di grandi successi per Celentano ne ha scritti parecchi, a cominciare da "Un bimbo sul leone", "Straordinariamente" o "Svalutation".
Musicista, autore, interprete, attore, con Gianni Dall' Aglio era stato la prima bandiera di quei Ribelli a cui era approdato nel '59 dopo l' esperienza nei Rock Boys e ne I Califfi di Clem Sacco. Nato pure lui (per caso) in Via Cristoforo Gluck, pure lui orologiaio, pure lui folgorato da rock' n'roll, Santercole aveva avviato la sua carriera solistica nel '64 con quella "Attaccata al soffitto" archiviata senza troppi rimpianti nel giro di qualche mese per lasciar spazio a "Stella d' argento", suo primo vero successo.
Nel '66 era arrivato Sanremo, affrontato con Ico Cerutti e Pilade in abbinamento con lo zio e quella "Il ragazzo della Via Gluck" eliminata senza troppi convenevoli la prima sera di Festival. Nel '67 era stata, invece, la volta del Cantagiro.
«Non sono stati 45 anni ma 250, per intensità, e ancora ne avremmo voluti trascorrere insieme» ha dichiarato ieri in un' intervista la seconda moglie Melù Valente, già attrice per Billy Wilder e Luigi Zampa con cui Gino aveva aperto pure un ristorante, "L' Osteria del 13 Giugno" (il giorno in cui si erano sposati, quello del compleanno di lei), ceduto solo tredici anni fa. «Abbiamo sempre pensato che fosse meglio amarsi da vivi. Mio marito era un artista e forse è stato trattato come morto già troppo tempo fa».
Il primo matrimonio di Santercole era stato con Anna Moroni, sorella di Claudia Mori, naufragato nonostante la nascita di due figli (con il fardello del sentirsi "nipote" e "cognato") e superato dall' autore di "Due tipi come noi" grazie all' incontro nel '73, sul set, dell' amore della vita dopo aver camminato sui carboni ardenti del tradimento, del divorzio, della depressione, della rottura col Clan.
gino santercole adriano celentano
L' inizio di una rigenerazione affrontata con la nascita di un altro erede e qualche strascico lasciato affiorare nell' 81 tra i versi di "Adriano ti incendierò", scritta assieme a Don Backy per incidere sulla carne viva di ciò che era stato (Tutto era felice nel giardino del re / con gli orologi matti giocavamo noi tre / ma come nelle favole una strega arrivò / ed una mela rossa marcia dentro a lui donò / Gli amici veri, insieme, gli gridarono 'no' / ma a grandi morsi quel tapino la divorò / un rospo allora lui diventò / e il mago Backy mi suggerì / 'soltanto il fuoco lo salverà... il fuoco / il rospo brucerà e il re di nuovo tornerà). Per Gino una confessione a cuore aperto che Celentano, con un colpo di testa dei suoi, l' avrebbe poi invitato a duettare con lui davanti alle telecamere di "Fantastico 8".
gino santercole adriano celentano
Come lo zio (e spesso assieme a lui), numerose le avventure cinematografiche di Santercole con grandi registi quali Pietro Germi, Dino Risi, Giuliano Montaldo, Luigi Comencini, Florestano Vancini, Luciano Salce, Mario Monicelli, Ettore Scola, Sergio Corbucci, passando da "Serafino" a "Yuppi du", da "Il delitto Matteotti" a "L' Agnese va a morire" a "Sono fotogenico".
Quattro anni fa l' ultimo album, dato alle stampe reclamando ancora una volta il proprio spazio: "Voglio essere me".
adriano celentano gino stantercole gino santercole e belu valente Mel e Gino Santercole