F. C. per la Stampa
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Il ricordo più triste è ancora vivo: «Stavo rientrando a casa e ho visto un sacco di camion di tv che circondavano l' entrata. La morte di Michael è stato uno shock tremendo, per me, per i suoi figli, per gli amici e per il mondo intero che ha perso un talento straordinario, una figura tragica. Se ripenso alla sua fine sono ancora orripilato».
John Landis presenta alla Mostra la versione restaurata e in 3D di Thriller , il video più celebre della storia della musica pop, insieme al documentario Making of Michael Jackson' s Thriller che ne racconta il dietro le quinte:
«E' un video di cui sono sempre stato molto orgoglioso, la versione che circola su You Tube non è bella e la riconversione in 3D, con tutte le nuove, meravigliose, tecniche disponibili, ha dato risultati straordinari, sia sulle immagini che sul suono. Sono eccitato all' idea che il corto tornerà nelle sale, mi dispiace solo che Michael non possa vederlo, perché sono certo che gli piacerebbe molto».
L' idea di partenza, racconta Landis, fu della popstar leggendaria: «Aveva visto il mio film Un lupo mannaro americano a Londra ed era rimasto affascinato dalle trasformazioni, voleva assolutamente diventare un mostro anche lui. Era un gioco che lo attirava moltissimo, l' album era già uscito ed era andato molto bene, non mi sarei mai aspettato che il video avrebbe avuto così tanto successo».
L' impressione del primo incontro con Michael Jackson è in Landis ancora vivissima: «Aveva 24 anni, ma non ne dimostrava più di 18, era molto determinato, con un' etica del lavoro stupefacente, una persona allegra, gioiosa, un bambino che, con tutte le forze, voleva allontanarsi il più possibile dalla sua famiglia. Di me si è fidato e, dopo l' esperienza di Thriller , siamo rimasti amici, veniva a trovarci spesso a casa, vedevamo insieme film e cartoni animati».
La fragilità La celebrità lo aveva travolto come un tornado: «Inevitabilmente era cambiato, lo notai quando ci incontrammo di nuovo per Black or White , la sua era una popolarità per cui si poteva diventare matti, in più Michael non aveva mai vissuto appieno la sua infanzia, e questo lo aveva reso particolarmente fragile».
Landis ricorda il giorno in cui andarono insieme a Disneyland: «Dovevamo fare delle foto nel "Magic Kingdom Park", quello strano posto dove anche i poliziotti sono vestiti da Topolino.
Quando la gente si è accorta che c' era Michael è successo l' incredibile, migliaia di persone hanno iniziato a piangere, gridare e forzare la recinzione che le separava da noi. Era terrificante, stavano per schiacciarci, ho pensato "oddio, ci vogliono mangiare". Quando ormai ero certo che sarei morto è arrivata una limousine che ci ha portati via, la gente ci è saltata sopra, premevano dovunque, chiesi a Michael "come fai a viver e in questo modo?"».