L´ANGELO CUSTODE DELLA BOXE - MUORE A 90 ANNI IL LEGGENDARIO ANGELO DUNDEE (SANGUE CALABRO) CHE SCOPRÌ IL TALENTO DI CASSIUS CLAY IN UNA PALESTRA NEI SOBBORGHI DI MIAMI E LO ALLENÒ PER 21 ANNI - “DIO NON TI AIUTA SE NON SAI BOXARE”: PORTÒ AL TITOLO MONDIALE CARMEN BASILIO, SUGAR RAY E FOREMAN - SAPEVA TROVARE IL TRUCCO GIUSTO: NELLA RIVINCITA CONTRO LISTON NEL ‘64 FECE ALLARGARE IL QUADRATO PER DARE PIÙ SPAZIO DI MOVIMENTO AD ALI…

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Emanuela Audisio per "la Repubblica"

ANGELO DUNDEEANGELO DUNDEE

Angelo era dolce, furbo, competente. Conosceva la boxe, la tecnica e gli uomini. Inquadrò subito Ali che allora si chiamava ancora Cassius Clay. Disse: «Se cerchi di aprirlo ti farà diventare matto, non provarci». La boxe perde il corner man più famoso del mondo. E Muhammad Ali perde il suo papà su ring, l´allenatore che per 21anni è stato al suo fianco. Angelo Dundee è morto a 90 anni in un ospedale a Tampa in Florida, dov´era stato ricoverato per una crisi cardiaca.

ANGELO DUNDEEANGELO DUNDEE

Dundee, di origini calabre, è stato il coach più vincente della storia: suoi 15 campioni del mondo, da Ali a Sugar Ray Leonard. Il primo uomo che portò al titolo mondiale fu Carmen Basilio, un pugile che a chi gli domandava perché si facesse il segno della croce dopo il combattimento e non prima, liquidò benissimo la faccenda: «Dio non ti aiuta se non sai boxare».

Angelo nel ‘60 con il fratello Chris aprì la 5th Street Gym a South Beach, Miami. Un postaccio per soli uomini al secondo piano, a due passi dall´oceano, che divenne la fabbrica di pugni più famosa d´America. Clay ci arrivò a dicembre del ‘60 con la medaglia olimpica vinta a Roma. Aveva bisogno di imparare, di essere sgrezzato, gli avevano detto che lì c´era uno bravo. Nessuno voleva allenare quel pugile sbruffone, che arrivava di corsa dal mare, spesso inseguito dai poliziotti perché la spiaggia era vietata ai neri.

ANGELO DUNDEE E MOHAMMED ALIANGELO DUNDEE E MOHAMMED ALI

Dundee ricordava: «A quei tempi nessun albergo sulla costa accettava la gente di colore, nemmeno il drugstore sulla strada, così portai Clay a Miami Harlem e gli affittai una stanza». Dundee capisce che il ragazzo rompe, ma è straordinario. Grazia e potenza. E in quel buco sull´oceano Clay diventa un vero pugile. Angelo è l´unico che sa come prenderlo: «Deve essere lui la star, l´inventore». Tutti gli dicono di lasciar perdere quel clown, e poi non si piega mentre colpisce di jab.

ANGELO DUNDEE E MOHAMMED ALIANGELO DUNDEE E MOHAMMED ALI

Ma Dundee lo trasforma. «Lo elogiavo ogni volta che si abbassava in allenamento, facendogli intendere che apprezzavo molto quella sua nuova, geniale trovata». Non solo, Angelo è un mago del ring, sa trovare il trucco giusto: nella rivincita contro Liston nel ‘64 fa allargare il quadrato in modo che Ali abbia più spazio per evitare il corpo a corpo, nello Zaire nel ‘74 fa invece allentare le corde, tattica che passerà alla storia come «rope-a-dope», tanto che Foreman dirà: «Ha vinto Dundee non Ali».

angelo dundeeangelo dundee

Se c´era da rubare qualche secondo in più e far rifiatare il suo ragazzo, Angelo sapeva sempre come farlo, magari un guanto slacciato. Lo capivano tutti: a Sugar Ray Leonard contro Thomas Hearns urlò con dolcezza: «You´re blowing it, son!». La stai mandando a puttane, figliolo. E Leonard finalmente reagì, vincendo un incontro compromesso. Nel ‘94 aiuta il vecchio Foreman, 45 anni, a vincere il mondiale dei massimi contro Moorer che ha 20 anni in meno. Quando gli chiedono come ha fatto, risponde: «Mi sembra che il Titanic è colato a picco più velocemente dell´iceberg».

Prepara anche l´attore Russell Crowe nel film "Cinderella Man". Angelo era veramente al tuo angolo, sempre. Nella buona e nella cattiva sorte. Non ti umiliava, trovava le parole. E quando i musulmani neri chiedono la sua testa «perché bianco» Ali lo difende e dice no. Dundee per troppo amore non è capace di dire ad Ali che è ora di smettere, anche quando le cartelle cliniche dimostrano che la boxe gli è ormai vietata.

ANGELO DUNDEE E MOHAMMED ALIANGELO DUNDEE E MOHAMMED ALI

Ma Angelo era così: non confondeva l´angolo con il centro del ring. I due erano rimasti amici e Dundee era appena stato a Louisville a festeggiare i 70 anni di Ali. Il vecchio campione apprezzava soprattutto una cosa: «Mi ha lasciato sempre essere quello che volevo». Non c´è tattica migliore nella vita e sul ring.

 

 

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