52.2%
— Rosario Fiorello (@Fiorello) February 5, 2020
Minchiaaaaaaaa... @SanremoRai #Sanremo20
La prima serata è stata vista da 10.058.000 telespettatori con il 52,2% di share. La prima parte (dalle 21.35 alle 24) ha ottenuto 12.841.000 con il 51,24%, la seconda parte (dalle 24.05 all'1.27) 5.698.000 con il 56,22% di share. Miglior risultato in share dal 2005, alla conduzione c'era Paolo Bonolis.
Alberto Mattioli per la Stampa
Il Sanremone di Amadeus funziona. Per forza, lo fa Fiorello. Prima della sigla, prima dell' ingresso del bravo presentatore, prima della prima canzone, Fiorello si è già messo in tasca il Festival. Si sa, in Italia gli uomini di spettacolo si dividono in due categorie: lui e gli altri. Mettete un Fiore nel vostro festival e avrete svoltato. Vestito da prete, con la tonaca di don Matteo («Uno dei pochi Matteo che funzionano in Italia»), Fiorello sgrana il Rosario delle sue battute, bersaglio principale proprio l' amico Amadeus:
«Sarò il suo Rocco Casalino», ma attento, perché a Sanremo «si entra Papa e si esce Papeete». A proposito del Papa, quello vero: «Santità, la prego: nonostante io sia vestito così, non disdica il canone Rai». Il primo coro di «Fio-rel-lo, Fio-rel-lo!» parte dopo cinque minuti: comunque vada, è già un successo.
Il padrone di casa, in smoking metallizzato, fa la spalla alla sua spalla. Però dire che Amadeus si limiti a regolare il gran traffico dell' Ariston, dentro Tizio, canta Caio, dirige Sempronio, è vero ma riduttivo. Sarà pure un Carlo Conti pallido, un medioman ridens, ma in Rai sapevano benissimo che scritturando lui si portavano a casa tutto il pacchetto, gli amici Fiorello e Tiziano Ferro, insomma quell' Amadeus and Friends che questo Sanremo in effetti è.
Magari non è proprio indispensabile che ogni volta racconti quanto lo sognasse nella sua adolescenza radiofonica a Verona: in fin dei conti anche Romeo Montecchi è stato un giovin sognatore lì, e gli è andata peggio. L' altro badante fisso del caro «Ama», appunto Tiziano Ferro, debutta con Nel blu dipinto di blu, e lo canta pure bene. Segue Almeno tu nell' universo. Ferro, gay, dice che è la prima volta che «Tu che sei diverso» la canta un uomo e si commuove, beh, chapeau.
Il resto è più o meno il solito Sanremone: rutilante scenografia con scalone ripidissimo, eliminazione diretta della meglio gioventù canora (per la storia: Tecla ha sconfitto gli Eugenio in via Di Gioia e Leo Gassmann - nipote di - Fadi) e in platea tutta la Rai, da Marcello Foa con cravatta rosa all' ad Fabrizio Salini, che per fortuna una gentile signora separa dal presidente en rose.
Ah, sì, ci sono anche le canzoni, purtroppo. Ma per la prima campionessa, Irene Grandi, bisogna aspettare le 21.44. Del resto, che le cinque serate saranno alluvionali lo si era capito subito: rispetto ad Amadeus, Wagner è un haiku.
Per il «come eravamo», tornano Al Bano e Romina presentati dalla figlia, Romina pure lei.
Cantano Felicità nel tripudio della sala stampa e, in playback, un inedito scritto da Malgioglio (in platea, ormai uguale a Crudelia De Mon) e diretto dal maestro Alterisio Paoletti, e qui veramente la realtà supera la fantasia.
Per la sezione «impegno sociale», arriva Rula Jebreal (a mezzanotte meno dieci, però) a parlare di violenza sulle donne. Alterna i verbali e le statistiche ai versi delle canzoni, si commuove, commuove, e il messaggio passa. L' altra primadonna, Diletta Leotta, ha due «numeri» egualmente terrificanti che danno ragione a chi vuole abolire la prescrizione, almeno per gli autori.
L' annunciato videomessaggio benedicente di Roger Waters scompare misteriosamente nel nulla. La Pavone in rilancio sovranista viene accolta da un urlo di «Bentornata, Rita!» dall' unico che l' ha riconosciuta, poi però le fanno una standing ovation. Ma il genio è Achille Lauro, prima in gabbana ricamata da Mago Otelma o messa nera e poi, zac!, seminudo in tutina con brillantini e tatuaggi, roba che non si vedeva dai tempi di Renato Zero o di Paolo Poli.
Insomma, è il solito spettacolo d' arte varia, alla fine accettabile. Oggi gli ascolti. Fare previsioni è il modo migliore per sbagliarle, però scommetteremmo che saranno buoni. Il Fiore all' occhiello di Amadeus, diciamo.
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SANREMO 2020 CRISTIANO MALGIOGLIO