AMADEUS, A NOI! IGNAZIO LA RUSSA STRONCA SANREMO: “MI SONO ADDORMENTATO. RARAMENTE CI SONO STATE CANZONI BRUTTE COME QUELLE CHE HO SENTITO” - LA COMUNITÀ EBRAICA DI MILANO ATTACCA GHALI PER UNA FRASE DELLA SUA CANZONE SUI BOMBARDAMENTI DEGLI OSPEDALI A GAZA - IL RAPPER: “SE LA MIA CANZONE PORTA LUCE SU QUELLO CHE SI FINGE DI NON VEDERE, BEN VENGA” – SELVAGGIA CI METTE IL CARICO: “FORZA GHALI, TI VOTEREMO ANCORA PIÙ FORTE” – DARGEN, DOPO L’APPELLO PER IL CESSATE IL FUOCO E IL SOSTEGNO DI DIODATO, TORNA SU GAZA: “NON VOLEVO ESSERE POLITICO” - LA SECONDA SERATA: L'IMBARAZZO DI JOHN TRAVOLTA PER "IL BALLO DEL QUA QUA" CON AMADEUS E FIORELLO (CHE DICE: “GAG TERRIFICANTE”), IL RITORNO DI ALLEVI E GEOLIER IN TESTA ALLA CLASSIFICA - VIDEO

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la russa la russa

Da open.online - Estratti

Al presidente del Senato, Ignazio La Russa, non sono affatto piaciuti i brani presentati ieri dai 30 big in gara al Festival di Sanremo. Lo ha detto in un’intervista a La Stampa.

 

«Raramente ci sono state delle canzoni brutte come quelle che ho sentito» alla kermesse canora, ha detto La Russa rincarando, inoltre, la dose: «Io non mi addormento mai davanti alla televisione, ma ieri mi sono addormentato». L’unico sketch che lo ha divertito? La performance di Fiorello con Amadeus, in cui il primo «faceva finta di essere un robot che si spegneva e restava immobile.  (...)

 

il presidente del Senato, confida di non essersi “indispettito” per l’esibizione del direttore artistico e il co-conduttore della prima serata Marco Mengoni che in conferenza stampa hanno cantato Bella ciao, né di aver ascoltato proprio tutte le canzoni in gara. (...)

 

geolier geolier

SECONDA SERATA

Da open.online - Estratti

 

Si è chiuso il sipario sulla seconda serata del Festival di Sanremo 2024. È stato Ruggiero del Vecchio, l’83enne protagonista di Viva Rai2!, ad aprire la kermesse. Sul palco ha dato il via allo spettacolo intonando la hit dei The Kolors Italodisco e Mon amour di Annalisa.

 

Il direttore artistico e conduttore Amadeus, insieme a Fiorello, erano all’esterno davanti alla porta di ingresso dell’Ariston, poi sono entrati in teatro. Co-conduttrice della serata accanto al padrone di casa, Giorgia: l’artista romana, in frac dalle lunghissime code e short, ha incantato il pubblico in sala sulle note di E poi.

 

Il brano la portò alla ribalta 30 anni fa. Da Fred de Palma a Clara, 15 big in gara si sono esibiti sul palco della 74esima edizione del Festival. La top five della seconda serata, stilata con i voti del Televoto e della Giuria delle Radio, vede al primo posto Geolier con il brano I p’ me, tu p’ te. Seconda posizione per Irama con Tu no, terzo il brano Sinceramente di Annalisa. Quarta Loredana Bertè con Pazza e infine quinta posizione per Mahmood con Tuta Gold.

fiorello travolta amadeus fiorello travolta amadeus

 

 

 

Dargen D’Amico torna su Gaza: «Non volevo essere politico»

Dopo aver cantato la sua Onda Alta, Dargen D’Amico – presentato da Diodato, che ha condiviso l’appello del cantautore – è tornato sul messaggio lanciato ieri, mercoledì 7 febbraio, sul palco dell’Ariston per un «cessate il fuoco» a Gaza. «Volevo tornare su quello che ho detto ieri sera. Quando sono tornato a casa ho cominciato a leggere qualcosa e mi sono preoccupato quando ho visto che il mio era un messaggio politico.

 

Io non volevo essere politico: in vita mia ho fatto tante cazzate, peccati anche gravi, ma non ho mai pensato di avvicinarmi alla politica», ha detto Dargen D’Amico. «Ero guidato dall’amore e dalla sensazione che sono sempre più le cose che abbiamo in comune e su quello mi vorrei concentrare», ha concluso.

diodato dargen diodato dargen

 

 

Il ritorno di Allevi: «Non potendo più contare sul mio corpo suono con l’anima»

Un caldo, lungo applauso ha poi accolto Giovanni Allevi all’Ariston, al suo ingresso in scena dopo due anni di assenza e di battaglia contro la malattia. «All’improvviso mi è crollato tutto. Non suono più il pianoforte davanti ad un pubblico da quasi due anni. Nel mio ultimo concerto, alla Konzerthaus di Vienna, il dolore alla schiena era talmente forte che sull’applauso finale non riuscivo ad alzarmi dallo sgabello. E non sapevo ancora di essere malato», ha raccontato commosso il musicista. «Poi è arrivata la diagnosi, pesantissima – ha continuato -. Ho perso molto: il mio lavoro, i miei capelli, le mie certezze, ma non la speranza e la voglia di immaginare. Era come se il dolore mi porgesse degli inaspettati doni. Come quello di rendersi conto di essere felice anche suonando davanti a 15 persone, come succedeva all’inizio». Prima di salutare, il suo dono al pubblico, che gli ha tributato una lunga standing ovation: «Non potendo più contare sul mio corpo suonerò con tutta l’anima». Il brano scelto è Tomorrow «perché domani ci sia sempre ad attenderci un giorno più bello».

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L’imbarazzo di John Travolta

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Un imbarazzato John Travolta, ospite internazionale della kermesse, ha raggiunto il palco dell’Ariston. L’interprete della Febbre del sabato sera e di Grease ha preso in giro Amadeus, facendo finta di sapere che sarà il suo ultimo Sanremo e accennato i passi dei sui celeberrimi film. «Complimenti, sei in gran forma per essere al tuo quinto Sanremo». Il conduttore ha risposto: «Quindi lo sai anche tu?». «Certo, in America non si parla d’altro», ha scherzato Travolta. Poi, la gag con Fiorello: i tre si sono esibiti sulla note del Ballo del qua qua.

 

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Bob Sinclar fa ballare Sanremo, il cast di «Mare Fuori» porta la violenza contro le donne sul palco

Collegato dalla Costa Smeralda, il produttore discografico francese, Bob Sinclar, ha fatto ballare tutti con A far l’amore comincia tu di Raffaella Carrà, Ti sento di Matia Bazar e uno dei pezzi gli hanno garantito il successo: Love Generation. Mentre sul palco dell’Ariston, gli attori di Mare Fuori – serie televisiva italiana ideata da Cristiana Farina incentrata sulle vicende dei detenuti di un IPM di Napoli – hanno portato il tema della violenza contro le donne, declinato sull’importanza delle parole da cui si insinua la cultura machista: «Accogli, ascolta, accetta, impara, verità, accanto, no e insieme».

 

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SANREMO 2024, LA COMUNITÀ EBRAICA DI MILANO CONTRO GHALI

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Il testo di Casa mia, presentato da Ghali sul palco dell’Ariston, non è piaciuto alla comunità ebraica di Milano. Il presidente Walker Meghnagi ha infatti bollato l’esibizione del rapper «propaganda anti-israeliana» andata in scena nella prima serata della 74esima edizione del Festival di Sanremo. «Ieri sera, al Festival, uno spettacolo che dovrebbe unire gli italiani, – scrive Meghnagi in una nota – è andata in scena una esibizione che ha ferito molti spettatori.

 

Walker Meghnagi Walker Meghnagi

Ghali ha proposto una canzone per gli abitanti di Gaza, ma a differenza di Ghali non possiamo dimenticare che questa terribile guerra è il prodotto di quanto successo il 7 ottobre», scrive la comunità ebraica in un comunicato.

 

Meghnagi si riferisce a una frase della canzone del cantautore sui bombardamenti degli ospedali: «Di alzare un polverone non mi va (va) / Ma, come fate a dire che qui è tutto normale / Per tracciare un confine / Con linee immaginarie bombardate un ospedale / Per un pezzo di terra o per un pezzo di pane / Non c’è mai pace». «Non lo possiamo accettare nella nostra Italia, nel paese dei nipoti di quanti hanno stilato le leggi razziali – prosegue – (…). Non col nostro silenzio. Le nostre sinagoghe e le nostre scuole sono circondate dalla polizia e dall’esercito, sappiamo sulla nostra pelle che la propaganda finisce per armare le mani dei violenti. E ci chiediamo, dove sono i vertici Rai?», sottolinea.

 

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Per il presidente della comunità ebraica di Milano «dopo che i terroristi di Hamas, che controllano Gaza, superano il confine legalmente riconosciuto di Israele e sterminano in sole due ore oltre 1.400 ebrei – aggiunge -, ebbene gli abitanti di Gaza hanno festeggiato con balli e distribuendo caramelle ai passanti, complimentandosi con chi ha commesso tale massacro. Quegli stessi abitanti, hanno nascosto gli oltre 200 israeliani rapiti e detenuti in cattività in condizioni disumane. Molti tra loro sono prigionieri nei tunnel che partono dagli ospedali di Gaza di cui parla Ghali». E poi ancora: «Tra gli israeliani tuttora in ostaggio c’è anche un neonato, con l’unica “colpa” di essere ebreo

 

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