Luca Dondoni per “la Stampa”
I MANESKIN QUANDO SUONAVANO PER STRADA A ROMA
«Non siamo degli automi, siamo esseri umani come gli altri, che provano emozioni. Quelle sul palco erano lacrime di gioia: in quel momento ci siamo resi conto che avevamo fatto qualcosa di importante».
I Maneskin spiegano così il pianto di ieri all'annuncio della vittoria al festival. «In soli quattro anni siamo passati dal suonare nei ristoranti, o sui marciapiedi di Via Condotti a Roma sino alla vittoria a Sanremo», dice il frontman del quartetto romano Damiano David, attorniato da Victoria De Angelis, Thomas Raggi ed Ethan Torchio: 82 anni in quattro, un gruppo «diventato la nostra famiglia», che ha vinto con il brano molto rock Zitti e buoni.
«Dedichiamo questa vittoria alle persone che ci attaccano, a chi ci vuole incasellare. Ci piace ciò che siamo e nessuno ci cambierà».
È la rivincita rispetto alla finale di X factor dove eravate arrivati secondi?
«No, in questo momento c'è solo gioia, nessuna rivalsa. Quella sconfitta l'abbiamo ampiamente superata, in quattro anni siamo soddisfatti del nostro percorso».
Qual è la cosa più bella di questa vittoria?
«Abbiamo portato una cosa diversa da quello che si è abituati a vedere sul palco dell'Ariston e siamo rimasti stupiti da come sia stata capita . È bello che in un momento del genere, da casa, la gente si sia smossa con la nostra canzone e ci abbia votato. Ma anche l'orchestra, la sala stampa, tutti ci hanno supportato dicendoci a gran voce che era giusto portare il rock, l'attitudine punk su un palco come quello dell'Ariston».
Lo spettacolo vive una situazione di difficoltà, a causa della pandemia.
«In questo settore ci sono migliaia persone che lavorano di cui non ci si rende conto. Crediamo che da Sanremo possa passare un messaggio di una ripresa in sicurezza. Noi aspettiamo solo che si possa tornare a suonare».
Ora vi aspetta il nuovo disco Teatro d'ira - Vol.I e il 65° Eurovision Song Contest a Rotterdam
«Non vediamo l'ora di andarci: Ermal Meta, Fedez e Francesca Michielin ci hanno promesso di tifare per noi e vogliono che si vada a Rotterdam a spaccare quel palco con i nostri suoni».
Nessuna polemica con Fedez e Michielin, per l'appoggio sui social della moglie del rapper, Chiara Ferragni?
«E' una polemica un po' insensata. Normale che si appoggino a vicenda, lo stesso hanno fatto le nostre famiglie »
Com' è andata con Amadeus?
«Gli siamo grati per averci dato la possibilità di partecipare a un evento così bello, soprattutto in un momento del genere, per aver creduto così tanto in noi ed essersi preso il rischio di far partecipare realtà diverse, un bel messaggio».
Siete giovanissimi, cosa vorreste dire ai vostri coetanei in questo momento?
«Ai nostri coetanei diciamo di mettere tutti se stessi in quello in cui credono, nel periodo storico che stiamo vivendo le passioni sono una valvola di sfogo davvero importante. Bisogna sviluppare la propria identità e crederci, oltre gli ostacoli».
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