ARISTON: IL TEATRO DELLA PROTESTA - DALLA PRIMA MUCCA ERCOLINA DEL 2000 A “CANCELLA IL DEBITO” DI BONO VOX: QUANDO LA CONTESTAZIONE VA IN SCENA ALL’ARISTON - NEL 1984 GLI OPERAI DELL'ITALSIDER DI CORNIGLIANO VENNERO INVITATI A SALIRE SUL PALCO, UNDICI ANNI DOPO  UN DISOCCUPATO, DOPO UNA SFILZA DI BICCHIERI DI AMARO, MINACCIÒ DI LANCIARSI NEL VUOTO DALLA BALAUSTRA E VENNE SALVATO DA BAUDO IN DIRETTA TV. LEGGENDA VUOLE CHE LE CINQUECENTOMILA LIRE REGALATEGLI DAL PIPPO NAZIONALE FURONO IN REALTÀ VERSATE DAL...

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Tommaso Labate per il Corriere della Sera - Estratti

 

 

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Altro che censura, il vero rischio è la concorrenza. L’ipotesi che un’altra campagna finisca per oscurare la tua, che altri slogan finiscano per essere più ascoltati, che altre battaglie finiscano per confinarti nello spazio meno illuminato dell’Ariston. E così, nelle ore in cui la smania dei rappresentanti dei trattori di accogliere gli inviti di Amadeus e Fiorello si misura con la possibilità che alcuni big in gara usino i secondi successivi all’esibizione per lanciare un appello per la liberazione di Ilaria Salis, a Sanremo si fa il conto di tutte le volte che questo è già accaduto.

 

Capitò, per esempio, alla prima mucca Ercolina, omonima della quadrupede oggi simbolo della protesta degli agricoltori, che nel 2000 venne accompagnata fino all’uscio dell’Ariston dai Cobas che lottavano contro le quote latte. Oscurata non tanto da Fabio Fazio, che conduceva l’edizione, o dalla Rai, che aveva ascoltato la protesta; quando dal celeberrimo

 

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«Mister D’Alema, Mister Berlusconi, please, cancella il debito» che Bono Vox scandì dal palcoscenico del Festival, nell’ambito della campagna (c’era anche Lorenzo Jovanotti) sul debito dei Paesi del Terzo Mondo. Tanto finì in un cono d’ombra che il giorno dopo, su Ercolina senior, circolò persino la notizia che era morta (smentita dai proprietari, i fratelli Tavazzani, che ammisero l’incresciosità della rimozione di una cisti ovarica ma negarono sdegnosamente il decesso).

 

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Che il palco dell’Ariston sia un terreno fertile per le proteste lo dimostra non solo, o non tanto, l’indimenticato precedente di Pino Pagano, il disoccupato che minacciò di gettarsi nel vuoto dalla balaustra dell’Ariston, salvato da Baudo in diretta tv. Leggenda vuole che le cinquecentomila lire regalategli dal Pippo nazionale furono in realtà versate dal direttore d’orchestra Pippo Caruso; e, quantomeno, finirono un po’ a compensare l’investimento su una sfilza di bicchieri di amaro che il Pagano aveva consumato nel costosissimo bar del foyer dell’Ariston qualche ora prima, per farsi coraggio (accanto a lui c’era Luciano De Crescenzo, che richiesto di un consiglio su come fare per pubblicare un libro, aveva risposto «uagliu’, dovete rivolgervi a una casa editrice»). Era il 1995.

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 Undici anni prima, l’edizione 1984 del Festival sarebbe stata segnata dalla protesta degli operai dell’Italsider di Cornigliano a rischio licenziamento: manifestavano davanti all’Ariston con un’esplicita richiesta a mamma Rai di «ritirare la troupe che è in Polonia per dare un’adeguata informazione in Italia» e vennero invitati a salire col palco. Incassarono, oltre all’endorsement del conduttore Baudo e della platea, anche la dedica della vittoria finale da parte di Al Bano e Romina, che portarono in trionfo il pezzo Ci sarà («Per quattro anni ho fatto il metalmeccanico, alla catena di montaggio dell’Innocenti a Milano, poi mi hanno messo in cassa integrazione», Al Bano dixit).

 

 

ARISTON SANREMO PROTESTE PIPPO BAUDO SALVA IL DISOCCUPATO PINO PAGANO ARISTON SANREMO PROTESTE PIPPO BAUDO SALVA IL DISOCCUPATO PINO PAGANO

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