DAGONOTA
È cambiata la musica a largo Fochetti. Con l’arrivo alla direzione di Maurizio Molinari, “la Repubblica” ha smesso di fare il guardiano del bidone del Pd e di parare i colpi al governo. Il quotidiano ha iniziato a fare le pulci a Conte e a Gualtieri, infilando i canini nelle carni molli dell’azione di governo.
Nell’edizione di oggi, a pagina 6, 7 e 8 ci sono tre articoli-sganassone sui ritardi e le inefficienze dell’esecutivo: dai prestiti e dalla cassa integrazione frenati dalla burocrazia allo slittamento del decreto di maggio fino alle mascherine introvabili.
D’altronde se “il Fatto quotidiano” si legato mani e piedi al ciuffo tinto di Conte, diventandone l’house organ, non aveva alcun senso mantenere “Repubblica” su una linea acriticamente governista.
maurizio molinari premio e' giornalismo 2018
1 - PRESTITI E CASSA INTEGRAZIONE FRENATI DALLA BUROCRAZIA
Estratto dell’articolo di Rosaria Amato per “la Repubblica”
La cassa integrazione inceppata nelle comunicazioni tra le Regioni e l' Inps. I prestiti alle imprese sepolti sotto una montagna di documenti. I flussi di liquidità garantiti dai decreti ad aziende e famiglie non stanno viaggiando tutti alla stessa velocità. […] Ma anche sui prestiti alle imprese i tempi sono troppo lenti per chi si trova con l' acqua alla gola: «Il presidente Conte ha annunciato il decreto dieci giorni prima, poi sono trascorsi altri dieci giorni per l' operatività. - rileva Cesare Fumagalli, segretario generale di Confartigianato - Avevamo chiesto di far presto, per evitare che molte imprese uscissero dal mercato. A questo punto, visto che si tratta di prestiti, e non di finanziamenti a fondo perduto, in molti si stanno chiedendo se ne vale la pena. Ci si indebita per continuare a lavorare, non per chiudere ». […]
[…] I PRESTITI: IMPRESE IN CODA
Al 4 maggio al Fondo di Garanzia per le Pmi erano già arrivate 82.159 domande, ma «al momento solo 27 mila pratiche sono state completate per le Pmi», dice Massimo Masi, segretario generale dei bancari Uilca. «Alcune banche - prosegue - hanno messo in piedi task force imponenti, altre sono più lente. Per i prestiti superiori a 25 mila euro occorre un decreto di Sace, e quindi i tempi si allungano. Ma anche per le pratiche da 25 mila euro i funzionari sono cauti: pur con la garanzia dello Stato, chi appone la firma è comunque responsabile». […]
2 - DECRETO IN STALLO E CONTE PENSA A UN TAGLIO FISCALE PER LE IMPRESE
Estratto dell’articolo di Annalisa Cuzzocrea e Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”
Una nuova, lunga notte al ministero dell' Economia. Perché attorno al "dl maggio" - 55 miliardi in tutto, un intervento mastodontico rispetto alle manovre degli ultimi anni - ancora infuria la battaglia nella maggioranza. E perché l' Europa tarda a sbloccare il nuovo regolamento che deroga al divieto degli aiuti di Stato, facendo slittare di qualche giorno - forse addirittura alla settimana prossima - un provvedimento urgente, atteso, che non può tardare. «Lì dentro ci sono i soldi che servono alla sanità territoriale e ai Covid hospital - lancia l' allarme il ministro della Salute Speranza che chiede di aumentare il budget del suo ministero di 3,25 miliardi- , non possiamo aspettare ancora».
[…] Quel che nelle ultime ore è apparso certo, è che anche se questo decreto vale «una Finanziaria e mezzo », come dice un ministro, non basterà. Perché solo a giugno si avrà un' idea delle perdite e del fabbisogno reali. È quindi probabile un nuovo intervento entro la fine dell' estate, a ridosso della nota di aggiornamento al Def di fine settembre. Questa volta con una dimensione tutta fiscale, che "sconti" le imposte congelate durante l' emergenza Covid. […]
3 - "MAI ARRIVATE NEI NEGOZI" PERCHÉ SONO INTROVABILI LE MASCHERINE A 50 CENT
Estratto dell’articolo di Fabio Tonacci e Marco Mensurati per “la Repubblica”
giuseppe conte roberto gualtieri mes
Al terzo giorno della Fase 2 le mascherine chirurgiche a prezzo calmierato sono quasi impossibili da trovare. Le farmacie dicono che le hanno vendute tutte già prima della fine del lockdown e che non sono state rifornite dalla Protezione Civile. […]
Eppure il commissario straordinario all' emergenza Domenico Arcuri, non più tardi del 2 maggio, aveva convocato una conferenza stampa per rassicurare gli italiani: «Da lunedì i cittadini che vorranno acquistare le mascherine, le troveranno al prezzo massimo di 50 centesimi più Iva (quindi 61 centesimi, ndr) in 50 mila punti vendita, uno ogni 1.200 abitanti».
[…] Cos' è andato storto? Il presidente di Federfarma Marco Cossolo è il primo che esce allo scoperto. «È da almeno quindici giorni che gli importatori non le consegnano più», esordisce. Il motivo è pura economia di mercato: poiché due settimane fa è circolata l' indiscrezione che il governo ne avrebbe mitigato il prezzo, i broker - privi di indicazioni - hanno smesso di lavorare con l' Italia non potendo fissare un costo a loro conveniente. Prosegue Cossolo: «Quelle con marchio CE non si trovano e non mi interessa sapere la ragione. Quelle importate con autocertificazione non possono essere vendute, nonostante abbiamo magazzini pieni, perché l' Istituto superiore di sanità che deve autorizzarle non riesce ad evadere le pratiche. E infine le mascherine che Arcuri si è impegnato a rendere disponibili non sono ancora arrivate». […]
IL NODO DEL RISTORO
La carenza di mascherine, a ben vedere, ha però anche altre cause, legate alla gestione complessiva dell' approvvigiamento da parte dello Stato. In un primo momento il Commissario ha puntato sul duplice binario acquisti diretti/gara Consip, ed entrambi si sono dimostrati insufficienti. Ha poi virato sul coinvolgimento del Comparto industriale della Moda col sogno della produzione autarchica, per planare, infine, sullo schema del prezzo calmierato. E qui è nato l' ultimo problema, il ristoro: non essendo chiara la modalità con cui verrà erogato, molti rivenditori continuano a proporle "sottobanco" a prezzi di mercato, oppure a tenerle in deposito. […]