Gian Guido Vecchi per www.corriere.it
«Ciò che dobbiamo creare è una legge sulle unioni civili. In questo modo, gli omosessuali godrebbero di una copertura legale. Io ho difeso questo». Le parole del Papa sono contenute nel documentario «Francesco» di Evgeny Afineevsky, presentato mercoledì pomeriggio alla Festa del cinema di Roma, e rappresentano un passaggio importante — è la prima volta che un pontefice si dice favorevole alle unioni civili omosessuali — di un percorso che la Chiesa peraltro preparava da qualche anno.
«Gli omosessuali hanno diritto di essere in una famiglia. Sono figli di Dio, e hanno il diritto a una famiglia. Nessuno dovrebbe esserne buttato fuori o essere infelice per questo», afferma Francesco nel documentario.
Negli ultimi anni, del resto, diversi porporati e personalità vicine al Papa avevano sostenuto la stessa linea. Francesco ha più volte chiarito che «non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione», come spiegò nel 2016 alla Rota romana: il «matrimonio tra uomo e donna» va distinto da altre unioni.
A favore del riconoscimento delle unioni civili, tra gli altri, si sono pronunciati in questi anni i cardinali Walter Kaspere Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, e il vescovo Marcello Semeraro, molto vicino a Francesco, di recente nominato a capo della Congregazione dei Santi al posto del cardinale Becciu.
Il pontificato di Francesco è scandito da aperture nei confronti del mondi Lgtb. Il mese scorso, ai genitori dell’associazione «Tenda di Gionata», aveva detto salutandoli al termine di un’udienza generale: «Il Papa ama i vostri figli così come sono perché sono figli di Dio».
Un cambio di atteggiamento che fece il giro del mondo fin dall’inizio del pontificato, la riposta ai giornalisti che nel 2013 gli chiedevano, di ritorno da Rio de Janeiro, se ci fosse una lobby gay in Vaticano: «Si deve distinguere il fatto che una persona è gay dal fatto di fare una lobby. Se è lobby, non tutte sono buone. Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla?».
Nel documentario, il papa fa riferimento a Andrea Rubera, un uomo che insieme con il partner ha adottato tre bambini e che, una mattina, consegnò al Papa una lettera nella quale spiegava di voler crescere i figli nella fede cattolica, temendo però per come sarebbero potuti essere accolti nella locale parrocchia. Il Papa — dice Rubera nel film — gli aveva poi telefonato, dicendogli di essersi commosso, e spingendolo a introdurre i figli nella vita della parrocchia, preparandosi però a trovare resistenze. Rubera, nel film, dice di aver effettivamente fatto frequentare ai figli la parrocchia, e di essere felice della scelta compiuta.
PAPA FRANCESCO BERGOGLIO SULLA COPERTINA DI THE ADVOCATE MENSILE DELLA COMUNITA GAY