Michela Giraud per “la Stampa”
Premetto: gli haters e il bodyshaming sono temi di cui parlo non da oggi. Quando mi è stato chiesto un breve monologo in cui mi mettessi più in gioco possibile, il contesto de Le Iene mi è sembrato quello giusto. Mi sono detta, perché non approfittarne per essere ancora più chiara? Era da un po' che mi ronzava in mente, l'idea di rivendicare il diritto di fare schifo, nel senso che andiamo bene anche se non siamo perfetti.
La iattura del bodyshaming e colpisce a tutti i livelli e va avanti da una vita, tanto per le donne quando per gli uomini. Fa stare male, ma trovare la forza di ignorare e andare avanti è necessario. Nei contesti come questo in cui mi muovo, in cui è tutto ipervisibile, credo sia ancora più complicato, ma immagino sia difficile per tutti quelli che ci finiscono in mezzo.
Sì, ci sono stata male svariate volte, come ho detto a Le Iene: quando succede è ovvio che non vorrei leggere quelle cose («sei grassa», «sei volgare», «sei grassa e volgare»), ma non resisto, rosico. E seduta come se fossi il pensatore di Rodin, provo a immaginare una risposta pseudo arguta che possa mostrare la mia superiorità intellettuale, anche quando invece sto solo a rosicà.
Su Facebook ognuno c'ha la sua soluzione, ognuno ti dice come ti devi comportare, manco fosse 'na ricetta del gateau de Patate. «Sii superiore, non rispondere, non dargli peso, mettici la provola...». Per carità, tutto giusto. Soprattutto la provola. Ma è chi è più fragile? E chi non ce la fa? A loro chi ci pensa? Ognuno ha la sua storia e la sua sensibilità. Dire in tv che alla fine ho commentato quelle parole con un like mi ha fatto bene, è stato liberatorio anche quello.
Fare schifo è un diritto che rivendico con orgoglio, perchè essere quello che si è e non come gli altri ci vorrebbero in base a canoni assoluti, è alla base di tutto, se no viene meno il senso stesso di libertà. Sì, cari odiatori, come ho detto e ripeto, «faccio schifo, è vero. Ma ho anche dei difetti».
Risultato: le reazioni di sostegno che ho avuto dopo il mio monologo sono state tantissime e tutte, confesso, inaspettate. Non immaginavo questo clamore, è nel mio stile parlare in maniera franca ma non immaginavo questa eco: e la sto ancora metabolizzando.
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