urbano rattazzi susanna agnelli
Antonio D'Orrico per ''Sette - Corriere della Sera''
Due rubriche fa ho parlato di zia Agonia. Agony aunt chiamano gli inglesi le titolari (sono quasi sempre donne) delle rubriche di posta del cuore sui giornali. In Italia la più nota è stata Susanna Agnelli che ha dato le sue «Risposte private» ai lettori in ambasce per 26 anni (dal 1983 al 2009) su Oggi. A distanza di tanto tempo di quella rubrica si parla ancora oggi (vedi l’ultimo numero della rivista Nuovi Argomenti che le dedica un dotto saggio di Alessandro Giammei).
Anche il lettore Mario Cimmino non l’ha dimenticata e scrive: «Ricordo vagamente una lettera a Susanna Agnelli dove una signora invitata a una festa importantissima, camerieri con guanti ecc., giungendo prima del previsto e andando in bagno, aveva visto l’insalata in ammollo nel bidè. E chiedeva cosa avrebbe dovuto fare? Fuggire? Avvisare i commensali? Informare la padrona di casa?».
Il lettore non ricorda più che cosa rispondeva Susanna Agnelli alla lettrice e mi prega di indagare.
DIRE A NUORA...
Ho cominciato a indagare ma è come cercare un ago nel pagliaio. Però nel corso dell’indagine ho trovato alcune storie che vale la pena di riportare alla luce. Una signora di Treviso scrisse alla Grande Zia: «Mia nuora, con figli, lavora fuori casa tutto il giorno, quindi ha bisogno di un aiuto per le pulizie domestiche. Da qualche tempo ha trovato una brava e fidata ragazza, tanto da lasciarla sola a casa a fare i lavori».
Ma, dopo poco tempo, la nuora si è accorta che spariscono detersivi e shampoo. «Come deve comportarsi di fronte a questi fatti? Deve fare finta di niente oppure parlare chiaro con la ragazza?». Sulle risposte che Susanna Agnelli dava ai suoi lettori si è formata nel tempo una leggenda. La risposta alla signora di Treviso su come sgominare la ladra di shampi e detersivi è da manuale.
Con logica alla Sherlock Holmes si consiglia: «Se la ragazza è bruna, compri uno shampoo per capelli grigi; se bionda uno shampoo con riflessi corvini. Poi ammiri il risultato». Ma c’erano lettere più serie, come quella che segue.
L’AMICO STRANIERO.
susanna, cristiana, clara e maria sole agnelli
Marito e moglie milanesi hanno ospitato un amico straniero del figlio trovandolo simpatico. Poi il figlio, 26 anni, ha confessato che l’amico straniero è più di un amico. I due si amano e hanno intenzioni serie. Il figlio ha comprato un appartamento per conviverci con l’amico. I genitori milanesi sono turbati di avere un figlio «bisessuale».
Ma una nuova rivelazione li getta nella disperazione più nera: «nostro figlio è sieropositivo (non da tossicodipendenza)». Poi c’è la signora triestina rimasta vedova a 17 anni, poi diventata ragazza madre e, ora che la figlia ha vent’anni, ha trovato un uomo e decide di rifarsi una vita. Pensano di sposarsi. Ma lui sembra un po’ tirchio. Forse anche peggio. Lei ha qualche dubbio.
Giovanni Spadolini, marella e Susanna Agnelli, Marco Benedetto, Cesare Romiti
Lui le ha proposto di comprare una casa. Lei pagherebbe la sua parte di mutuo, ma il suo nome non figurerebbe sul rogito. La donna si chiede se deve sposare quest’uomo? «Ne cerchi un altro», la risposta. Per la soluzione del caso dell’insalata nel bidè siete pregati di attendere.
2. IL GUSTO DELLA BATTUTA FULMINANTE
Roselina Salemi per ''La Stampa'' del 16 maggio 2009
Cara Suni, ho un piccolo grande problema! Io e mio marito ci amiamo tantissimo, ma siamo in perenne disaccordo sul nome da dare a nostro figlio: io non transigo su Luca, Paolo e Marco, mentre lui su Evaristo, Leone e Tiresia non è disposto a trattare. Che fare per evitare una disastrosa crisi coniugale?! Aiutami tu! Patrizia, Vigevano». Ecco la risposta: «Compratevi un cane: i problemi al massimo li avrà lui». Il gusto per la battuta era di famiglia.
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Il disincanto sulle piccole angosce quotidiane rendeva la sua rubrica sul settimanale «Oggi» - «Risposte Private» - cominciata nel 1983, davvero diversa. Ai lettori che reclamavano consigli su matrimoni infelici, figli deludenti, regali non ricambiati e questioni di etichetta, Susanna Agnelli dedicava righe fulminanti, con lo spirito aristocratico del fratello Giovanni.
Oltre 20 anni di consigli telegrafici, gli ultimi pubblicati il 15 aprile: un figlio che non invita mai la madre a pranzo, una tata-colf settantenne che tiranneggia una famiglia. Il solito humour: «Sia paziente, a 70 anni, anche la tata si stancherà». Con quelle poche righe riusciva persino a suscitare polemiche. Per esempio, Giacomo racconta la vicenda di «un amico provato dalla vita. L’unico figlio, da poco maggiorenne, pur essendo fisicamente normale, si traveste da donna e chiede ai genitori di aiutarlo a cambiare sesso con medicine e operazioni». Susanna Agnelli replica sdrammatizzando: «Cercate di convincere il ragazzo che è molto meglio essere un uomo che una donna. Per di più una donna rifatta da medici e medicine!». E si apre il dibattito.
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A Marinella, sposata con uomo che la trascura, la tradisce e le rivela di essere omosessuale, risponde a sorpresa: «Sarà omosessuale, ma anche bisessuale, visto che avete tre figlie. E non si faccia schifo, continui a volergli bene per quello che è». Poteva essere spiazzante, e qualcuno si arrabbiava, ma la sua pagina restava tra le più lette. Non solo per il mondo che rappresentava, ma per l'intensità dello sguardo rivelato da «Vestivamo alla Marinara», un libro dallo strano destino.
Un libro che Mario Soldati le aveva sconsigliato di pubblicare e che era diventato un bestseller da 250 mila copie. Un attacco indimenticabile («Vestivamo sempre alla marinara: blu d'inverno, bianco e blu a mezza stagione e bianca in estate»), la fotografia di una famiglia e di un'epoca. Susanna Agnelli scriveva con una dolcezza brusca e tirava fuori dai ricordi folgoranti immagini dell'infanzia: l'istitutrice severa («Don't forget you are an Agnelli»), che rifiutava di tenerle la lucina accesa (era vietato avere paura del buio), e il mondo femminile di tate e balie («la Luisa disperata, perché il marito l'aveva abbandonata per andare in Merica»), gli innamoramenti.
Un minimalismo in anticipo, con il garbo e l'indulgenza di chi guarda la vita dalla giusta distanza. «L'amore per una persona è spesso, in realtà, amore per qualche altra cosa: si ama il cinema e ci si innamora di Soldini, si ama la musica e ci si innamora di Muti». Dal mini-feuilleton alla stoccata. Una lettrice rivela la simpatia per il vicino di casa. Cerca di incontrarlo in ascensore, gli sorride e viene ricambiata. «Cara Susanna che cosa mi succede?». «Mi sta diventando un po' puttana!». Al giornale discussero sulla riposta. E naturalmente la lasciarono così com'era.
3. LA RISPOSTA PRIVATA DI SUSANNA AGNELLI: ''CAPISCO PERCHÉ IL MONDO È PIENO DI LESBICHE''
Da www.gay.it del 16 gennaio 2001
Foto Marisela Federici e Susanna Agnelli
"Bene o male, l’importante è che se ne parli"… Recita così un curioso detto popolare che all’occorrenza finisce sulla bocca di tutti. E’ il caso di dire che il Gay Pride se non altro ci ha aiutato a far parlare di noi, ci ha messo anche sulla bocca di chi forse ha sempre pensato ciò che dice ma non lo ha mai rivelato in pubblico, ci ha fatto entrare nelle trasmissioni televisive e non solo delle reti private, ci ha permesso di discutere apertamente dei nostri diritti anche al bar, ha condizionato la vita politica del nostro paese (o cerca di farlo), ma soprattutto, ha permesso ha una donna di grande cultura e prestigio, di grande impegno politico e sociale, come Susanna Agnelli, di rispondere a una lettera inviata alla sua rubrica, apertamente e senza tanti preamboli.
La rubrica in questione, pubblicata sulla rivista Oggi, porta il titolo di Risposte private. Nell’edizione del 10 gennaio, tra le altre, compare la lettera della signora Margherita che scrive: "Sono vedova da sei anni e da poco ho deciso di convivere con un uomo, anziano come me, anche lui vedovo. [..]..Lui contribuisce all’andamento economico della casa con all’incirca un milione al mese, ma dice che da me ne vuole almeno due, perché la mia pensione è più alta della sua e lui, con la sua presenza, mi fa compagnia e mi protegge. [..]…Da quando si deve pagare perché l’uno faccia compagnia all’altro?".
Chiunque avrebbe avuto parole dure nei confronti di un uomo che si permette di quantificare in denaro la sua tolleranza e il suo impegno nella convivenza, come fosse un servizio da pagare e anche profumatamente, come se una convivenza non fosse uno scambio reciproco di rispetto e sacrificio. Ma l’affetto?
La signora Agnelli ha pensato bene di arrivare subito al punto: "Incomincio a capire perché il mondo è pieno di lesbiche", ha risposto. Realista, concreta e razionale.