MARCO CARTA OSPITE DI DIACO A IO E TE DI NOTTE
PIERLUIGI DIACO INTERVISTA MARCO CARTA – IO TE DI NOTTE
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DIACO: mi fa molto piacere incontrarti. Ci siamo visti qualche anno fa a Trastevere e avevamo un pregiudizio reciproco, ci siamo seduti davanti ad un bicchiere di vino a cena.
CARTA: Non c’era un pregiudizio… Forse il mio caratterino a volte può sembrare più tosto di quello che è… Però è stata una bella cena, poi c’era una bella brezza forse era estate o quasi estate.
DIACO: Mi fa molto piacere chiudere questo percorso di Io e te di notte con te
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CARTA: Ci tenevo a venire qua
DIACO: Io ci tenevo ad averti… tu sei popolarissimo, sei amatissimo dal tuo pubblico ma c’è una parte del pubblico televisivo, una parte della discografia, una parte della radiofonia, una parte degli addetti ai lavori che il tuo successo non l’ha mai digerito. Ti sei mai domandato il perché e ti sei mai dato una risposta?
CARTA: La domanda me la faccio ogni giorno, la risposta varia a seconda del giorno. Ad oggi non ho trovato una vera e propria risposta. Forse in realtà una risposta c’è: le mie piccole battaglie ogni giorno le conduco per arrivare dove voglio io e cioè l’avere il giusto riconoscimento. Talvolta però dietro le quinte il mondo cambia e si palesa in tutta la sua ipocrisia. Ma non importa.
DIACO: Tu sei nato in un programma televisivo. Questo pregiudizio, che immagino tu lo abbia sentito prepotente per molti anni, lo senti ancora?
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CARTA: Devo essere sincero: lo sento molto di meno. Questo grande pregiudizio è avvenuto perché sono stato il primo dei grandi nomi nati in un programma televisivo. Amici non era pronto a tutto questo: sono stato il primo caso discografico, nonostante io abbia fatto Amici 7.
Quindi solo dopo 7 anni è scoppiato questo fenomeno. L’anno dopo quando sono andato a Sanremo ero insieme a tantissimi big. Non si diceva ma strideva un po’ il fatto che un ragazzo di un talent potesse partecipare a Sanremo. Vedevo che qualcuno mi guardava con occhi storti, non tutti in realtà. La gente a casa era l’unica pronta a tutto questo, erano loro a volerlo. Non si era però ancora pronti all’idea che un ragazzo proveniente da un talent potesse farcela.
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DIACO: Tu eri pronto?
CARTA: Assolutamente no. Ma non sono ancora pronto. Ogni giorno imparo qualcosa.
DIACO: Pensi di aver concesso troppo di te e della tua vita privata ai media?
CARTA: Penso che da una parte mi sia servito per essere più capito. Ci sono persone che non hanno la necessità di essere capite, per loro l’importante è essere capiti da se stessi. A me essere compreso piace perché sento un po’ il mio posto nel mondo. Forse ho bisogno di essere capito. Non che lasci le mie parole fraintese mai… Però mi dà una sorta di tranquillità, di senso di protezione.
DIACO: In questa fase della tua vita, c’è una persona con cui riesci a condividere le cose più belle e meno belle della tua esistenza.
CARTA: Io ho un compagno ed è la persona con cui condivido più cose, anche se ogni tanto gliene nascondo qualcuna. Faccio qualche esempio per non creare fraintendimenti: quando rompo qualcosa - sono un po’ maldestro - non glielo dico. La classica scena è come se cercassi di riattaccare un piatto con la colla e poi appena lo prende in mano si spacca. Ogni tanto mi bacchetta ma alla fine forse questa cosa un po’ mi piace. Mi piace essere un po’ sgridato perché mi sento un po’ un mattacchione.
DIACO: È una fase della tua vita quindi di costruzione
CARTA: È regressione questa.
DIACO: Lo dici con il sorriso il che significa che ti ha regalato una serenità interiore che non credo tu in passato abbia avuto
CARTA: No, perché trovare l’amore non è facile, soprattutto non è facile trovare la compatibilità. A volte c’è l’amore ma non la compatibilità. E se questa viene a mancare sono problemi.
DIACO INDICA FOTO IN CUI SI ABBRACCIA COL COMPAGNO
CARTA: Questa foto è stata scattata un mesetto fa, era il primo dell’anno. C’è stato un momento di coccole. Non è mia abitudine abbracciarlo in pubblico perché sono un po’ timido però è stato un bel momento. Noi ci abbracciamo spesso, non ci nascondiamo le coccole. Nonostante forse non sembri, io sono un super coccolone.
DIACO: Ti capita che tua mamma ti venga a visitare in sogno?
CARTA: Mi è capitato ma non capita più da tanto tempo e mi dispiace perché è l’unico momento in cui mi illudo che ci sia ancora. Nei sogni non mi rendo conto che lei non c’è più. Quando capisco che è solo un sogno mi sveglio. Questo però non succede da qualche anno ma prego sempre che avvengano questi momenti perché sono dei momenti bellissimi. Dove riesco quasi a pensare che tutto sia vero. Sono dei brevissimi momenti in cui sembra che nulla sia cambiato.
DIACO ACCOMPAGNA ALLA CHITARRA CARTA CHE CANTA LA CANZONE DI GINO PAOLI “UNA LUNGA STORIA D’AMORE
DIACO LANCIA RVM SANREMO
DIACO: Che effetto ti fa rivedere a qualche giorno dall’inizio della 70esima edizione quelle immagini? Perché tu sei nella storia del Festival
CARTA: Mi fa sempre un effetto bellissimo e mi piacerebbe tanto rifarlo. È stato figo perché era tutto così inconsapevole e per questo è stato unico. Mi piacerebbe fare un “prima” e un “dopo” ossia rifarlo ma con più consapevolezza.
DIACO LANCIA RVM TALE E QUALE SHOW
DIACO: Ti sei divertito?
CARTA: Molto. È stato molto divertente ma anche faticoso. Carlo mi ha chiesto di fare Tale e quale per tre anni. Io all’inizio dissi di no perché avevo paura di non riuscire, ero terrorizzato da Tale e Quale. Allo stesso tempo mi sarei voluto divertire così tanto, finché ad un certo punto mi sono detto: “ma perché vivere con l’ansia continua di piacere o non piacere? Ma buttati”. Infatti così ho fatto e devo dire che mi sono divertito tantissimo.
DIACO FA ASCOLTARE IN STUDIO LA VOCE DI MIA MARTINI CHE PARLA DI SOLITUDINE
jonas berami e marco carta molto amici
CARTA: Mia Martina è un colosso secondo me. È un colosso gigantesco, inestimabile. Mi ci ritrovo molto in quello che ha detto e cioè che siamo molto soli. Siamo veramente tanto soli. Tutti siamo un po’ soli ma chi fa questo lavoro spesso lo è di più perché i rapporti si riducono tanto, sono tutti molto fugaci. Oggi ancora di più abbiamo una vita che ci porta ad essere continuamente di corsa e avere sempre altre cose in testa, quindi lo spazio si riduce. A volte ci si ritrova a parlare con delle persone e come automi ascoltare e non ascoltare. Anche io lo faccio e poi ci ripenso e mi dico: “ma che impressione avrò dato, non stavo veramente ascoltando”.
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DIACO: Maurizio Costanzo in un suo famoso programma chiedeva ai suoi ospiti… Cosa c’è dietro l’angolo?
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CARTA: Spero non un altro angolo. A me piacerebbe che ci fosse una bella curva, non con una discesa ripida… Dove devi pedalare con la pedalata assistita stavolta. Un po’ come gli anziani che hanno la pedalata assistita. Per un periodo della mia vita mi piacerebbe fare cose un po’ più facili, non mi vergogno a dirlo.
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