“Pulci di notte” di Stefano Lorenzetto da “Anteprima. La spremuta dei giornali di Giorgio Dell’Arti” e pubblicato da “Italia Oggi”
(http://www.stefanolorenzetto.it/telex.htm)
«Noi, che siamo un po’ fissati, vorremmo invece che si torni a parlare dell’urgenza del Mes». Così termina un urticante corsivo del Fatto Quotidiano, siglato FQ, che per lo stile sembrerebbe scritto dal suo direttore Marco Travaglio.
Noi, che siamo un po’ fissati, vorremmo invece che si tornasse a rispettare la nostra lingua. Luca Serianni nella sua Grammatica italiana (pagina 562) insegna infatti che «se nella reggente figura il condizionale presente di un verbo indicante volontà, desiderio, opportunità (come volere, desiderare, pretendere, esser conveniente e simili)» – ed è appunto il caso in questione – «la dipendente si costruisce col congiuntivo imperfetto più spesso che col congiuntivo presente».
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Il linguista cita un paio di esempi, fra cui il seguente tratto da I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni: «E che vorrebbe ch’io facessi?». Non «ch’io faccia».
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Dalla Repubblica: «La violenza sta tornando di moda in ogni ambiente e a ogni latitudine, non solo nell’Est del Congo». Così il cardinale Angelo De Donatis, vicario di Roma, celebrando i funerali di Stato delle vittime dell’attentato in Congo. Eminenza, la violenza si è sempre portata bene, ci pare.
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Titolo dalla Verità: «Usa vessati dal tampone anale cinese». Il sommario specifica: «Washington chiede di escludere i suoi funzionari dal test rettale, introdotto a gennaio». Giusto. Siamo a marzo. È tempo di toglierlo.
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La medesima Verità insiste con i francesismi nei titoli, pur non conoscendo il francese. Dopo debacle al posto di débâcle il giovedì, ecco «Triste déja vu», anziché déjà vu, sulla prima pagina di venerdì. Davvero un triste déjà vu, in effetti.
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Sul Fatto Quotidiano, nell’incipit di un articolo Wanda Marra scrive: «Chiuso nel mutismo dei momenti difficili, raccontano che Nicola Zingaretti ieri mattina non rispondeva neanche al telefono».
Essendo muto, sarebbe stato difficile il contrario: la lingua dei segni al telefono non funziona. Sempre riferendosi al segretario del Pd, Marra più avanti annota: «Zinga è tornato a parlare di “vocazione maggioritaria”, ha dedicato un rapido cenno ai Cinque Stelle, citando genericamente di “alleanze”, che improvvisamente non sono più strutturali e portanti». Il verbo citare è transitivo, ergo si può citare qualcosa, non di qualcosa. Comunque constatiamo con sollievo che Zingaretti non è affatto chiuso nel mutismo: parla e cita.
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Dalla biografia del nuovo ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, riportata sul sito del dicastero: «Ha insegnato alle Università di Trento, Udine e Bologna, dove tornò come ordinario di politica economica nel 1991». Complimenti per la consecutio temporum.
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Il Domani dedica un’intera pagina d’intervista all’economista Gaël Giraud, un gesuita. L’autore, Ferdinando Cotugno, lo chiama sempre e solo Giraud, senza nome di battesimo. Penserà che sia un nome d’arte, come Platinette?
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Sommario dell’articolo intitolato «Wilder sul viale del tramonto» su Robinson, il supplemento culturale della Repubblica: «Pretesto narrativo: una ragazza greca che incontra il commediografo sul set di “Fedora”». Duole deludere il titolista, ma Billy Wilder fu regista cinematografico, sceneggiatore, produttore e giornalista, mai commediografo.
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Dalla Gazzetta di Mantova: «Dalle indagini effettuate la polizia locale è risalita ai produttori dei rifiuti stessi. Gli stessi dopo averli contattati sono stati multati per violazione del regolamento comunale di polizia urbana.
stefano lorenzetto per la quinta volta nel guinness dei primati
Tra i vari scarti che erano sul posto la polizia locale ha anche trovato i responsabili di un “cold case”, un abbandono di rifiuti risalente presumibilmente a due anni fa: un uomo di Roverbella che è stato anch’egli multato». Chi ha ucciso la lingua italiana nei giornali? Ecco il vero delitto irrisolto.
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Sommario dall’Arena: «In un altro caso i poliziotti sono intervenuti per l’ennesimo passeggero di bus ubriaco». È la prova che a Verona si beve forte: sono sbronzi anche i mezzi pubblici.
stefano lorenzetto con giuliano ferrara stefano lorenzetto con bruno vespa