Riceviamo e pubblichiamo:
Caro Dago, sulla trasmissione di Fabio Fazio “Che tempo che fa” si consuma l’ennesima fake news visto che la notizia del ritocco al ribasso dei listini da parte di Rai Pubblcità, con una percentuale del 10 per cento, è assolutamente infondata.
Ufficio stampa Rai
CHE TEMPO CHE FA: LISTINI PUBBLICITARI RITOCCATI AL RIBASSO. ECCO I TARIFFARI A CONFRONTO
Marco Leardi per "Davidemaggio.it"
Svalutation. La Rai ostenta sicurezza: gli ascolti di Che tempo che fa su Rai1 sono in linea con le previsioni degli inserzionisti, ribadiscono da Viale Mazzini. In realtà la situazione, stando ai documenti che abbiamo consultato sul sito di Rai Pubblicità, sembrerebbe diversa. A svelare qualcosa di più (e di diverso) sull’andamento del programma di Fabio Fazio sono i listini pubblicitari per l’inverno 2018. I tariffari riservati agli investitori parlano eccome, e ci dicono che i prezzi unitari degli spot in onda durante lo show faziesco hanno subito un ritocco al ribasso rispetto alla prima parte della stagione.
Il prezzario calante desta più di qualche sospetto e, anzi, fa pensare che gli ascolti in discesa di Che Tempo Che Fa abbiano costretto la Rai a rivedere ed alleggerire le tariffe di acquisto degli spot, che a inizio stagione erano sostenute da auspici ben diversi e da promesse di successo legate alla promozione del programma sulla rete ammiraglia.
Ma andiamo ai numeri, riferiti al prezzo unitario per spot di 15 secondi. Ad inizio stagione (nel periodo 10-30 settembre) le aspettative sul debutto di Che tempo che fa erano alte e infatti uno spazio pubblicitario era venduto a 88.800 euro.
Per reclamizzarsi da ottobre a dicembre (quindi nel periodo attualmente in corso) gli investitori avevano sganciato addirittura 90mila euro a spot e 84mila per il periodo 3-23 dicembre. A rigor di logica – e stando alle più elementari consuetudini di mercato – in inverno le tariffe dovrebbero crescere, visto che nei mesi freddi c’è più pubblico davanti alla tv. L’anno scorso la regola aveva riguardato anche Fazio su Rai3 con un leggerissimo rincaro tra autunno e inverno. Stavolta invece non è andata così.
Spulciando i nuovi tariffari, si nota infatti come da gennaio a marzo la prima serata di Che Tempo Che Fa è stata divisa in tre blocchi a disposizione degli investitori: nella prima parte che comprende tre break (quella che tutt’oggi va meglio negli ascolti) i prezzi subiscono una flessione, calando ad 81mila euro a spot per gennaio-febbraio ed 85.200 per marzo.
fabio fazio intervista berlusconi
Negli spazi successivi le tariffe calano sensibilmente: 66mila euro a spot per gennaio-febbraio, 69mila a marzo per il secondo blocco. E poi giù ancora: nel terzo blocco si passa a 50.400 euro (periodo 7 gennaio-3 marzo) e 52.200 (4-31 marzo). Una flessione compare anche nella seconda serata faziesca del lunedì, con Che fuori tempo che fa: dai 19.800 euro a pubblicità di inizio dicembre, si scende ai 18mila di gennaio per poi risalire a marzo (19.200).
Al contrario i listini di Porta a Porta sono cresciuti, pur rimanendo inferiori a quelli di Fazio. A tutte le cifre fin qui indicate vanno inoltre applicate le “promozioni di periodo” previste dai listini stessi.
Va precisato per completezza che Che tempo che fa non è certo l’unico programma ad accusare oscillazioni al ribasso, segno che alcune fasce in Rai non stanno andando esattamente a gonfie vele. Si naviga a vista, più che altro, come ad esempio sta accadendo a Domenica In. Inoltre, è doveroso specificare che i break pubblicitari non vengono mai venduti singolarmente ma in blocchi, con campagne promozionali diversificate su più trasmissioni. E’ sempre opportuno, quindi, valutare il tutto in una visione d’insieme.
Il caso dei programmi di Fazio, però, balza maggiormente all’occhio visto che i vertici aziendali esibiscono imperturbabilità (“dati d’ascolto assolutamente in linea con le previsioni, anche quelle degli inserzionisti pubblicitari” hanno ribadito qualche giorno fa), nonostante i segnali di pericolo che arrivano dai riscontri televisivi e di mercato. Il calo negli ascolti è stato progressivo e i numeri – almeno quelli – non si possono smentire: gli inserzionisti saranno davvero soddisfatti dell’investimento?
NOTA RAI DI UNA SETTIMANA FA: "ASCOLTI FAZIO IN LINEA CON LE PREVISIONI"
(AGI) - Gli ascolti della trasmissione di Fabio Fazio "sono assolutamente in linea con le previsioni, anche quelle degli inserzionisti pubblicitari". Lo precisa la Rai - "ancora una volta", viene sottolineato in un comunicato - dopo "gli ennesimi articoli di giornale contenenti fake news sulla trasmissione".
L'azienda aggiunge che "confrontando i risultati complessivi del prime time domenicale di Rai1 dell'autunno 2017 rispetto all'identico periodo dello scorso anno, 'Che tempo che fa' guadagna anzi complessivamente un +1,83% di share con un costo di 410mila euro a puntata, ovvero un terzo di un episodio di una fiction".
L'azienda ribadisce inoltre con "grande soddisfazione" che "Rai1 e' la rete che guadagna di piu' (2 per cento) nell'attuale periodo di garanzia (dall'11 settembre a oggi)". Di conseguenza, "tutte le illazioni riguardo ad un fantomatico 'panico' contenute nei predetti articoli sono dunque destituite di ogni fondamento".
RAI, ANZALDI (PD): LISTINI AL RIBASSO, FLOP FAZIO DANNEGGIA AZIENDA
(askanews) - "La Rai ritocca al ribasso i tariffari degli spot pubblicitari nelle trasmissioni 'Che tempo che fa' e 'Che fuori tempo che fa'. Il flop di ascolti di Fabio Fazio, negato fino a pochi giorni fa con comunicati e dichiarazioni ufficiali, si trasforma in un concreto danno economico per il servizio pubblico. Altro che ascolti in linea con le previsioni, come aveva detto la Rai: il continuo calo della trasmissione, passata dal 21 al 14% di share, ha ripercussioni anche sulla pubblicità".
E' quanto scrive su Facebook il deputato del Partito democratico Michele Anzaldi, segretario della commissione di Vigilanza Rai. "Secondo quanto rivelato dal sito specialistico Davidemaggio.it nei mesi invernali - aggiunge - i listini delle due trasmissioni di Raiuno sono stati ridotti di circa il 10%. Parliamo di mesi come gennaio e febbraio, che a causa del freddo e delle giornate brevi sono i più strategici per le tv. Peraltro una riduzione del 10% sui prezzi unitari significa una riduzione ancora più forte nelle vendite a pacchetto, che arrivano a sconti anche fino al 90%".
"La Rai non soltanto dovrà risarcire - sostiene ancora Anzaldi - gli inserzionisti per gli ascolti deludenti di queste settimane, ma da ora in avanti dovrà anche chiedere loro meno soldi di quanto preventivati finora. Presenterò un'interrogazione in Vigilanza per chiedere se quanto riferito dal sito Davidemaggio.it corrisponda al vero e, in caso affermativo, quali provvedimenti verranno presi, ad esempio se verrà chiesto alla società di produzione L'Officina, di cui il conduttore è socio al 50%, di partecipare alle perdite".