CHE MALTEMPO CHE FA PER LUCIANINA – L’AGCOM FA RECAPITARE UN BEL RICHIAMO IN RAI DOPO IL “COMIZIO” SU RAI3 DELLA LITTIZZETTO, DURANTE IL QUALE HA RIDICOLIZZATO IL REFERENDUM SULLA GIUSTIZIA INVITANDO I TELESPETTATORI A NON ANDARE A VOTARE – VIALE MAZZINI CI HA MESSO UNA PEZZA CON UN LOFFIO SPECIALONE SU RAI 2 CHE HA FATTO ASCOLTI MOSCI, MA LEGA E RADICALI SI INCAZZANO: “CI VOLEVA UNO SPAZIO CON ALMENO GLI STESSI ASCOLTI DEL PROGRAMMA DI FAZIO…”

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Paolo Bracalini per “il Giornale”

 

LUCIANA LITTIZZETTO LUCIANA LITTIZZETTO

Alla fine è arrivato il richiamo dell'Agcom alla Rai dopo il «comizio» su RaiTre in cui Luciana Littizzetto ridicolizzava il referendum sulla giustizia invitando i telespettatori a non andare a votare. Una violazione palese delle norme sulla par condicio. Nel richiamo l'Agcom invita la tv di Stato a garantire «un rigoroso rispetto dei principi del pluralismo, dell'imparzialità, dell'indipendenza, della completezza, dell'obiettività e della parità di trattamento fra i diversi soggetti politici in tutto il periodo di campagna referendaria». Cioè nei pochi giorni che mancano al voto, domenica prossima. In sostanza quindi l'Agcom chiede alla Rai di riequilibrare immediatamente la comunicazione sul referendum.

 

FABIO FAZIO E LUCIANA LITTIZZETTO FABIO FAZIO E LUCIANA LITTIZZETTO

Secondo quanto riporta l'Adnkronos durante la riunione del consiglio dell'Autorità è stata letta la lettera dell'amministratore delegato della Rai Carlo Fuortes nella quale comunicava di aver messo in palinsesto per l'8 giugno (ieri sera) uno speciale di Tg2Post interamente dedicato al referendum della durata di 2 ore. Una comunicazione, arrivata dopo l'esposto dei radicali, che sarebbe stata interpretata come una volontà di rimediare ai contenuti del monologo della Littizzetto.

LUCIANA LITTIZZETTO LUCIANA LITTIZZETTO

 

In Rai ne fanno quindi una questione di minuti, e con due ore di speciale ritengono di compensare l'invito a non votare partito da una trasmissione (Che tempo che fa di Fazio) che raggiunge circa 2 milioni di persone. In più, sostengono da Viale Mazzini, ci sono le tribune politiche di Rai Parlamento che in queste settimane hanno ospitato favorevoli e contrari al referendum, quindi ne hanno parlato parecchio. Sì, ma con ascolti da prefisso telefonico.

 

FABIO FAZIO E LUCIANA LITTIZZETTO FABIO FAZIO E LUCIANA LITTIZZETTO

L'Agcom sembra comunque graziare la Rai quando fa sapere, in una nota, che questa programmazione ad hoc su RaiDue «consente di ripristinare le condizioni violate con il programma in questione», quello di Fazio e Littizzetto. Ne sono meno convinti i promotori del referendum, autori della segnalazione all'Agcom. «Bene il richiamo, peccato che ormai il danno sia stato fatto - scrivono i parlamentari della Lega in commissione Vigilanza Rai - A pagare il danno saranno come al solito i cittadini, che mantengono l'azienda attraverso il canone. È fondamentale che gli italiani siano messi opportunamente a conoscenza che questa domenica 12 giugno si vota per i referendum giustizia, un'opportunità storica per cambiare il sistema».

LUCIANA LITTIZZETTO LUCIANA LITTIZZETTO

 

Anche i radicali sono solo parzialmente soddisfatti, «Noi avevamo chiesto che la Rai riparasse con uno spazio dedicato ai referendum con almeno gli stessi ascolti di quello del duetto Littizzetto/Fazio» lamentano i Radicali.

 

E si apre subito un altro fronte, quello contro il procuratore capo di Trieste, Antonio De Nicolo, secondo cui - dopo una maxi operazione antidroga - se passasse il referendum «questi arresti non si potrebbero più fare, sarebbero messi in libertà con tante scuse del popolo italiano». Una «fake news» di «gravità inaudita» secondo il leghista Roberto Calderoli che ha presentato un esposto alla Cassazione.

 

luciana littizzetto 1 luciana littizzetto 1

«La norma in questione resta applicabile ai casi di criminalità organizzata, come quello su cui si è espresso il procuratore capo di Trieste». Un «messaggio fuorviante», parole «oltre che gravemente censurabili, anche destituite di qualsiasi fondamento contenutistico» per cui, secondo Calderoli, si configura come «un'indebita e ingiustificata interferenza nell'esercizio della funzione costituzionale tutelata dall'art. 75 della Costituzione».

 

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