Viviana Musumeci per http://www.vm-mag.com
Franca Sozzani, la regina di VOGUE ITALIA, non c’è più da qualche giorno: viva la Regina. Triste a dirsi, ma il fashion business deve andare avanti e in molti, a meno di due settimane dall’inizio della settimana della moda, con Pitti ad aprire le danze al rientro dalle vacanze natalizie, si chiedono
A freddo, la domanda fa tremare i polsi, perché diciamolo, in 28 anni in cui la signora ha tenuto saldamente in mano le redini della redazione del giornale più aspirazionale di Italia – rischiando per ben tre volte di essere licenziata. Del resto, l’editore è noto per silurare senza troppi complimenti i direttori, anche quando sono iconici come Diana Vreeland, Grace Mirabella o Carine Roitfeld; la Sozzani come del resto, anche Anna Wintour, sono state le più longeve -, non è facile prendere, non solo il posto della mitica “direttora” ma in generale ricoprire quel ruolo.
Ci vuole determinazione, sangue freddo, esperienza, le relazioni giuste, capacità diplomatiche e di intessere relazioni con persone potenti. In questo, Franca Sozzani, con il suo profilo basso, ma tignoso, eccelleva. Per quanto nelle interviste ricordasse che per fare il suo lavoro sia necessario essere curiosi e colti un po’ in tutto, di certo, le capacità di “resilienza”, insomma le softskills, aiutano.
Anche un po’ di cattiveria, quella giusta, altrimenti non sarebbe rimasta a capo di questo impero per così tanto tempo. Grande capacità, anche di comunicazione del prodotto – in edicola, a settembre 2016, sono state vendute 37000 (fonte “Prima comunicazione”), che per un magazine così “decantato” non è un numero monstre, in compenso la raccolta pubblicitaria è sempre molto importante -. L’aurea di Vogue, insomma, ha consentito a Franca Sozzani di essere considerata la regina del fashion system, ma ora è il turno di qualcun altro.
A CHI TOCCHERÀ?
A Enrica Ponzellini, allevata in casa per 11 anni e promossa proprio dalla Sozzani alla direzione di Vogue Sposa e Bambino? La legacy sarebbe rispettata, anche se forse Ponzellini è ancora un po’ troppo giovane per subentrarle, ma il fatto che la Sozzani non fosse proprio inesperta, fa pensare che il training sia servito a prendere le redini per portare avanti la direzione del giornale di punta, mantenendo la strada – del resto è ciò che ha fatto anche Steve Jobs con Apple.
Se non è possibile sostituire personaggi carismatici, seguirne le orme per rafforzare le gambe in attesa della fioritura, potrebbe essere una strategia da seguire e Ponzellini, da molti, è considerata la copia più giovane di Franca Sozzani. Qualcuno la considera proprio la sua cocca, pertanto la scelta più probabile potrebbe essere proprio lei. – L’alternativa, per dare tempo anche all’interno del gruppo di accettare Ponzellini, alcuni addetti ai lavori, sostengono che potrebbe essere chiamato – per un anno o poco più – un grosso nome dell’editoria della moda per poi lasciare il posto alla giovane erede.
Certo è che qualche mese fa si parlava – Italia Oggi – di un suo spostamento sulla testata glam della casa editrice, ovvero Glamour e forse questo trasloco, potrebbe essere un ulteriore training che porterebbe l’agguerrito ed esperto direttore di Glamour, Cristina Lucchini, alla guida di Vogue.
Le caratteristiche richieste le possiede e inoltre ha maturato un’esperienza lunga di direzione – anche fuori dalla casa editrice – per poter ricoprire l’incarico. Infine, la dedizione al lavoro è sacra, per cui, non è da escludere un cambio al vertice in questa direzione. Certo è che se arrivasse Lucchini, acquario che ama i cambiamenti, Vogue cambierebbe faccia e non è detto che fosse la volontà della Sozzani.
In pochi nel fashion business ipotizzano che sia Anna Dello Russo a ricoprire questo incarico poiché completamente agli antipodi del direttore che l’ha preceduta. Lo stacanovismo non manca all’Editor at Large di Vogue Japan – narra una leggenda che qualche anno fa, nell’esercitare il suo ruolo di stylist, durante le prove di un presfilata da Cavalli, ADR abbia lavorato ininterrottamente per 20 ore indossando dei pantaloncini bianchi macchiati dai “quei giorni lì” che capitano una volta al mese alle donne e che abbia continuato imperterrita, anche quando, distrattamente, si era accorta dell’incidente -. Gli stilisti li conosce bene, come del resto il mondo della moda, ma gli addetti ai lavori le rimproverano un po’ troppo protagonismo rispetto a chi l’ha preceduta.
E fuori dalla casa editrice Conde Nast? Difficile a crederlo. Andare a rubare qualche direttore alla concorrenza potrebbe essere una strategia, ma di questi tempi in cui “Se Atene piange, Sparta non ride”, forse rimanere a “pascolare” in house, può essere, per il momento, la giusta strategia, quella che renderebbe questo scossone meno violento.