Estratti dall'articolo di Suzy Strutner per “Huffington Post”
Se viaggiate, conoscete bene quel suono che si sente in aereo quando si spegne il segnale di “Allacciate le cinture” e siete liberi di muovervi in cabina. Ma il ‘ding’ si sente diverse volte a bordo, e fa parte di un codice secreto dell’equipaggio.
Ogni compagnia dà il suo significato, ad esempio per la “Qantas Airways” un tintinnìo significa che il carrello di atterraggio è stato ritratto, il singolo rintocco comunica alle hostess che un passeggero ha bisogno di assistenza, la combinazione di tono alto e basso chiama lo staff al sistema telefonico interno, tre toni bassi di fila sono il segnale di forte turbolenza o un avviso urgente del capitano.
Su altre linee lo scampanellìo può indicare che si possono usare dispositivi elettronici, o che presto l’aereo atterrerà perciò lo staff può iniziare a pulire la cabina.
Un suono può significare semplicemente: «Appena puoi, mi porti un caffè?», ma se ne partono tre nella stanza di comando, significa che c’è un passeggero con seri problemi medici. Il triplo 'bing' è forse quello più serio: può anche comunicare a hostess e steward che si sta per incontrare una turbolenza e che a breve accederà il segnale dell'allacciare le cinture.
E’ un vero e proprio linguaggio fra assistenti e capitano, ma ogni compagnia aerea ha il suo e il meccanismo comunicativo interno non può essere rivelato ufficialmente per motivi di sicurezza.
Parlando più in generale di 'rumori', ci sono quelli prima del decollo, tra rifornimento di carburante e bagagli che vengono caricati, che non spaventano nessuno. Più inquietanti sono quelli dopo il decollo: soprattutto nei primi minuti è sempre più frequente assistere a repentini cambi di altitudine, virate, accelerate e decelerate del motore.
Per chi aveva memoria di decolli più 'semplici' (dritti e verticali, per capirci), non sbaglia. Negli ultimi anni due fattori hanno cambiato la tecnica e l'esperienza delle partenze. Innanzitutto l'aumento spesso spropositato del traffico aereo in scali sempre più sovraccarichi e con lo stesso numero di piste.
Per questo, l'aereo in partenza deve subito 'togliersi di torno' e occupare la rotta assegnata dalla torre di controllo e dagli algoritmi sempre più sofisticati che gestiscono centinaia di aerei in un fazzoletto di cielo, lasciando spazio ad altri in atterraggio e a chi decollerà a pochi minuti, se non secondi, di distanza.
Il secondo è più 'invisibile': la tutela (spesso imposta dalla legge) dei residenti delle aree intorno agli aeroporti, che si è sviluppata soprattutto negli ultimi anni. Limiti di decibel, distanza, inquinamento, impongono ai piloti manovre e 'decelerate' per ridurre il livello di rumore sopra una determinata zona.