Marco Giusti per Dagospia
Self/Less di Trem Singh
Mamma mia. Ben Kingsley, miliardario e malato terminale, si compra un’altra vita, solo per scoprire che il corpo che indossa non è il suo, ma lo ha rubato a un altro, un soldato cazzuto totalmente inespressivo, Ryan Reynolds, con moglie latina, Natalie Martinez, e figlioletta. Il soldato si è venduto la sua vita per salvare quella della bambina. Sob. Ma, una volta che ha scoperto di chi è il suo corpo, che farà Ben Kingsley?
Siamo davanti a un’altra cazzatona da primato firmata dal regista indiano-hollywoodiano Tarsem Singh, già una star della pubblicità, e poi autore di una serie di film terribili, ma talmente trash da esaltarci, come The Cell con Jennifer Lopez e Immortals. Magari il copione firmato dai fratelli catalani David e Alex Pastor, non era neanche male, ma il tutto finito nelle mani di Tarsem Singh e dei suoi produttori diventa un divertente disastro.
Perché se Ben Kingsley, malgrado gli restino pochi mesi di vita, dimostra uno sguardo vivo e interessato, il suo nuovo sé, il soldato Mark di Ryan Reynolds, non ha proprio nulla di vivo. E stentiamo a credere che dentro quel corpo abiti un genio. Inoltre ogni tanto, quando non mena i cattivi, fanno capolino i ricordi dell’inquilino precedente, con flash su guerra-famiglia-figlia. Vi dico subito che la cosa più carina è quando il nuovo Ben Kingsley, riscopre il sesso e si scopa una serie di belle ragazze.
Lo capiamo. Ma poi, quando quello che dovrebbe essere un miliardario figlio di mignotta diventa un padre e marito premuroso incontrando la famiglia del soldato, il tutto precipita. I cattivi, comandati dal dottore cattivo, Matthew Goode già visto in The Imitation Game, lo rincorrono per eliminarlo. Ma il soldato è una macchina da guerra perfetta e mena parecchio. Boh! Il poro Ben Kingsley esce presto di scena e se la cava meglio di tutti. Tarsem Singh ogni tanto si lancia in un montaggio velocissimo da vecchia pubblicità. Ma al film e alla sua storia non credi mai. Comunque stracultissimo. In sala.