CLAUDIO BAGLIONI MEMORIES: “UN GIORNO CON DE GREGORI DECIDIAMO DI ANDARE A SUONARE DAVANTI AL PANTHEON. ERA UN SABATO POMERIGGIO DEL 1976, ERAVAMO TUTTI E DUE GIÀ PIUTTOSTO CONOSCIUTI. STAVAMO NEL CENTRO DI ROMA, ALL'ORA DI PUNTA, NEL POSTO PIÙ POPOLARE E TURISTICO, MA NON SI FERMAVA NESSUNO. PARTIMMO CON I NOSTRI CAVALLI DI BATTAGLIA, E NIENTE. ZERO ASSOLUTO. APRIMMO LE CUSTODIE DELLE CHITARRE COME PROVOCAZIONE, PERCHÉ QUALCUNO CI LASCIASSE QUALCOSA. SI FERMARONO DEI GIAPPONESI CHE…” – "SO CHE DE GREGORI DICE CHE IO LA PRESI MALISSIMO, MA LUI MOLTO PEGGIO"

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Estratto dell’articolo di Alberto Infelise per “Specchio – La Stampa”

claudio baglioni2 claudio baglioni2

 

(...) All'inizio della carriera lavorava alla Rca, un posto pieno di talenti: Venditti, Renato Zero, Dalla, De Gregori. Vi vedevate anche fuori dal lavoro?

«De Gregori mi prestò una bellissima chitarra e un giorno, volendola restituire, lo invitai a pranzo. Fu uno di quei pranzi che iniziano quando devono e finiscono molto tempo dopo, superando una serie di brindisi, non so se mi spiego».

 

claudio baglioni francesco de gregori claudio baglioni francesco de gregori

Si spiega.

«Ecco. Decidemmo di scendere in strada e andare a suonare davanti al Pantheon».

 

Bisognava esserci.

 «Eh, insomma. Era un sabato pomeriggio del 1976. Eravamo tutti e due già piuttosto popolari e conosciuti. Stavamo nel centro di Roma, all'ora di punta, nel posto più popolare e turistico».

antonello venditti lucio dalla claudio baglioni simona izzo francesco de gregori antonello venditti lucio dalla claudio baglioni simona izzo francesco de gregori

 

Saranno arrivati i carabinieri a salvarvi.

«Ma quali carabinieri, vigili del fuoco o sommozzatori? Quali? Niente di niente. Non si fermava nessuno».

 

Uh, questo fa male.

«Anche perché avevamo iniziato a suonare dei pezzi non nostri, dei classici, ma vedendo che non attaccava partimmo con i nostri cavalli di battaglia, che come dire, avevano una certa fama».

 

 E?

«E niente. Zero assoluto. Aprimmo le custodie delle chitarre quasi come provocazione perché qualcuno si fermasse e ci lasciasse qualcosa. Si fermarono dei giapponesi che ci lanciarono due spicci».

claudio baglioni claudio baglioni

 

Bei ricordi.

 «Così così. Chiudemmo le chitarre nelle custodie, ce ne andammo e non ne parlammo mai più. Mai. So che De Gregori dice che io la presi malissimo. Ma io ricordo che lui la prese molto peggio». (...)

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