Aldo Grasso per il “Corriere della Sera”
Lo so, la constatazione rischia di essere banale e fin troppo scontata: «Tutti quelli che fino a ieri facevano gli esperti di Covid adesso sono diventati esperti di geopolitica». Ma ancora una volta è successo, e questa è una delle grandi leggi dei talk: quello che conta è il personaggio, non quello che si dice, quello che conta è la capacità di interpretare un ruolo, non di ragionare.
Il ricambio è stato rapido. Da un giorno all'altro siamo passati da virologi, infettivologi, epidemiologi a strateghi militari, esperti di geopolitica, analisti economici. Volti nuovi, mai visti prima. Dal coronavirus al Putinvirus, a spiegare come il «mostro» sia cresciuto poco alla volta, immerso in una marinatura di dispotismo assoluto, di odio per la democrazia occidentale. Abbiamo il vaccino per fermarlo? L'informazione ha le sue esigenze ma in questi due anni abbiamo imparato come un ingestibile eccesso di informazioni trasformi l'allarme in allarmismo e ci allontani definitivamente dalla comprensione.
In più, la tv facilita quei processi di narcisismo, di presenzialismo che finiscono poi per ritorcersi contro la cognizione del fenomeno. Ora bisogna aver grade stima di chi ci aiuta a capire gli obiettivi di Putin, la sua strategia bellica, le sue mire. Esattamente come avevamo stima degli scienziati. La cosa peggiore che possa capitare è che i personaggi che venivano invitati nei talk per svolgere il ruolo della controparte (più correttamente: per suscitare la rissa) vengano ora invitati per parlare dell'invasione della Russia.
Abbiamo già visto Francesca Donato passare dal ruolo di no vax a quello di no pax. Era ospite di «Non è l'Arena» e sulle repressioni di San Pietroburgo non ha resistito: «Anche Stefano Puzzer è stato arrestato a Roma. Se dobbiamo parlare della libertà di espressione, non è che diamo dei grandi esempi anche in Italia». Attenzione: dalla competenza alla stupidità il passo è breve.
massimo giletti 3 francesca donato 1 non e' l'arena 1 francesca donato 2