La polizia federale brasiliana ha arrestato nella mattinata del 1° marzo Diego Jorge Dzoran, vicepresidente di Facebook in America Latina. L’arresto è stato eseguito su ordine del tribunale dello Stato di Sergipe, nel nord del Paese. Il motivo dell’arresto risulta essere il rifiuto da parte di Facebook di consegnare le informazioni scambiate su WhatsApp tra sospettati di traffico di droghe. WhatsApp, come è noto, è una piattaforma per lo scambio di chat di proprietà del social network di Mark Zuckerberg.
DIEGO DZODAN FACEBOOK LATINO AMERICA
Dzoran è stato prelevato dalla polizia mentre si dirigeva verso la sua sede di lavoro, a San Paolo. Al giornale brasiliano Globo i rappresentanti di Facebook in Brasile hanno dichiarato di non voler commentare l’arresto del loro ‘numero due’. Diego Dzoran è sotto custodia preventiva per “non aver ottemperato ad un ordine giudiziale di informazioni immagazzinate in servizi di Facebook”, informazioni considerate “imprescindibili per la produzione di prove da utilizzare in un’inchiesta su crimine organizzato e traffico di droghe”.
Misura sproporzionata
"Siamo delusi della misura estrema e sproporzionata di avere un dirigente di Facebook scortato alla stazione di polizia a causa di un caso che riguarda WhatsApp, che opera separatamente da Facebook. Facebook è sempre stato e sarà sempre disponibile a rispondere alle domande che le autorità brasiliane vorranno fare", ha dichiarato succesivamente Facebook, attraverso una nota alla stampa.
Multa milionaria
Secondo il giornale Globo, l’inchiesta è partita a seguito del sequestro di un carico di droga a Lagarto, città a 75km da Aracaju, la capitale dello Stato di Sergipe. Il giudice Marcel Montalvao ha chiesto a Facebook di rivelare i nomi degli utenti di un account WhatsApp dove si scambiavano informazioni sul traffico di droga, ma il social network si è rifiutato di fornirglieli.
Da allora – sono passati 30 giorni – Facebook paga alla giustizia brasiliana una multa del valore di un milione di reais (circa 232mila euro) al giorno.
Il precedente
Il servizio di chat WhatsApp era stato sospeso in tutto il Brasile per 48 ore nel dicembre scorso, su ordine di un giudice di Sao Bernardo do Campo, alla periferia di San Paolo, che aveva deciso il blocco dell'applicazione di messaggistica istantanea perché gli amministratori di WhatsApp si erano rifiutati di fornire informazioni richieste nell'ambito di un'indagine penale a carico di un suo utente.
Un giudice di seconda istanza ha successivamente ordinato agli operatori di telefonia mobile di ripristinare immediatamente il servizio. Il blocco aveva suscitato proteste in tutto il Paese e la reazione di Zuckerberg, che si era dichiarato "sconvolto" dalla vicenda.