Marco Giusti per Dagospia
Che vediamo stasera? In chiaro, Italia 1 alle 21, 45, passa un successo epocale come “Sole a catinelle” di Gennaro Nunziante con Checco Zalone, Robert Dancs, Aurore Erguy, Miriam Dalmazio, Ruben Aprea, Valeria Cavalli. Ve lo ricordate? Era un viaggio nell’Italia cresciuta con vent’anni di berlusconismo e l’idea che i comunisti sono i ricchi e quelli di destra la gente normale. Il tutto con Matteo Renzi al 40%.
“So’ comunisti, a papà!”, se ne esce a un certo punto Checco col figlioletto Niccolò, il bravissimo Robert Dancs, per descrivere le stranezze della famiglia di ricchi composta dalla bella Zoe, l’inedita Aurore Erguy, e il suo ragazzino con problemi di mutismo selettivo, Ruben Aprea, avuto da un regista di film impegnati, sta girando un delirante Eutanasia mon amour. Il contagio del comunismo, visto come una malattia ideologica dei ricchi, nel film è il principale terrore di Checco: “Papà, ma se un giorno ti confessassi che sono omosessuale?” – “Ah, avevo paura mi dicessi… comunista”.
Perché Checco non è altro che un bravo ragazzo del sud cresciuto dentro vent’anni di berlusconismo vissuti nel nordest, a Vicenza, che ne hanno fatto quello che è, un venditore di aspirapolvere che aspira a una vita da vip, quindi nella crisi massacrato dai prestiti a strozzo e da Equitalia (“Siami di Equitalia” – “Noi siamo cattolici, qui!”), mezzo mollato anche dalla moglie operaia in lotta, la deliziosa Miriam Dalmazia, che deve però rispettare la promessa fatta al suo ragazzino: “Se sarai promosso con tutti dieci papà ti regala una vacanza da sogno”.
E quando Niccolò prende davvero tutti dieci in pagella, anche in condotta visto che non dice nemmeno una parolaccia, Checco è costretto a portarlo in vacanza. Prima in un paesino sperduto del Molise, si tratta di Provvidenti, abitato nella realtà solo da 80 anime, a casa della tirchissima zia Ritella, Matilde Caterina dalla pronuncia molisana impeccabile, dice “rumaure” per rumore, poi, ma per un puro caso, nelle ville da ricche della bella miliardaria Zoe.
Sole a catinelle checco zalone
Lì conoscerà la vita da sogno che ha immaginato per tanti anni, tra amministratori delegati truffaldini, Marco Paolini e simili Briatori, Augusto Zucchi, mentre la moglie sta lottando per il posto di lavoro nel vicentino proprio nella fabbrica di proprietà di Zoe amministrata, malamente da Marco Paolini. Erano anni che non si vedevano le bandiere della Cgil, i padroni e gli operai in un film italiano, per non dire in una commedia, oltre tutta prodotta da Medusa.
SOLE A CATINELLE CHECCO ZALONE
Erano anni che non si parlava di comunisti al cinema. Zalone e Nunziante, sostenendo di non aver fatto un film ideologico, si sporcano le mani col comunismo, con la crisi, con vent’anni di governo di destra che hanno formato il loro assurdo protagonista che pensa sempre positivo, che è sempre ottimista, anche se Equitalia gli ha tolto tutto e sua moglie sta per perdere il posto. Alternative?
november. i cinque giorni dopo il bataclan
Vedo che passa in prima visione, Rai4 alle 21, 20, il bellissimo thriller realistico “November. I cinque giorni dopo il Bataclan” di Cédric Jimenez con Jean Dujardin, Lyna Khoudri, Marine Vacth, Anaïs Demoustier, Sandrine Kiberlain, serissima ricostruzione di quel che fece la polizia per acchiappare i responsabili del massacro del Bataclan. Costruito come un grande poliziesco alla John Frankenheimer con Jean Dujardin favoloso.
Dovrebbe andar bene anche la commedia americana di Rai Uno alle 21, 30, “Gifted – Il dono del talento”, diretto da Marc Webb con Chris Evans, Mckenna Grace, Lindsay Duncan, Octavia Spencer, Jenny Slate, dove un padre scopre l’incredibile talento per la matematica per la figlia. Un talento che la madre vorrebbe sfruttare.
Ci sarebbe anche “Robin Hood” di Ridley Scott con Russell Crowe quando a 45 ani era ancora magro e aitante, (si era pure messo a dieta prima di iniziare il film) Cate Blanchett come Lady Marion, Oscar Isaac come Principe Giovanni, Mark Strong come Godfrey, Matthew Macfadyen come Sceriffo di Nottingham, Léa Seydoux come Isabella of Angoulême, perfino Max Von Sydow, Canale 20 alle 21, 05. Bel cast, a ripensarci.
Leggo che Ridley Scott diceva che l’unico Robin Hood buono era quello parodistico di Ridley Scott. Non facesse lo spiritoso. Il “Robin Hood” di Michael Curtiz con Errol Flynn era un capolavoro. Il suo non lo era sicuramente. Al punto che il sequel che si doveva fare non venne mai girato. Del resto era stata una lavorazione faticosa, che aveva rotto il rapporto di amicizia tra Ridley Scott e Russell Crowe. Il budget da 155 milioni di dollari era salito a 200, la sceneggiatura non era stata rispettata. Russell Crowe venne a lungo criticato perché parla un inglese da australiano e per i puristi non poteva fare Robin Hood. Ma li morté.
Su Cine 34 alle 21, 05 passa “Il ritorno di Don Camillo”, secondo film della serie, ancora diretto da Julien Duvivier con Gino Cervi, Fernandel, Leda Gloria, Paolo Stoppa, Saro Urzì. Mi è stato fatto notare che ho sbagliato il nome del doppiatore di Fernandel – Don Camillo. E’ Carletto Romano, caspita, non Lauro Gazzolo. Ma Lauro Gazzolo, padre di Nando, ha doppiato tre volte Fernandel e gli dava quel tono un po’ genovese che ricordavamo da piccoli. Un tono che Carletto Romano riprende. Per questo mi sono sbagliato.
dicaprio in wolf of wall street
Su Rai Movie alle 21, 10 passa quello che per me è l’ultimo capolavoro di Martin Scorsese, “The Wolf of Wall Street” con Leonardo DiCaprio, Jonah Hill, Margot Robbie, Matthew McConaughey, Kyle Chandler. Un film che spiega perfettamente che paese è l’America e dove sta andando con Trump. Ci sono almeno tre scene spettacolari, quella con Matthew McConaughey al ristorante, quella con Margot Robbie seduta per terra e quella, davvero incredibile, che vale tutto il film, di DiCaprio drogato.
margot robbie the wolf of wall street
Riprendo quello che ne scrissi quando lo vidi. C’è tutto. La candela nel culo di Leonardo Di Caprio (è una pratica erotica), il lancio del nano con annessa discussione teorica su cosa si può fare coi nani, la sniffata profonda nel didietro di una signorina (tal Natalie Bensel), due seghe al giorno (“non è un consiglio, è una prescrizione”), Bo Diddley, Elmore James, Howling Wolf e John Lee Hooker, la parola Fuck pronunciata 569 volte, la riabilitazione di Gordon Gekko, mille lezioni su come fare soldi imbrogliando il prossimo, una lunga chiacchiera fra padre e figlio sulla vagina depilata delle donne (“Sono nato troppo presto”, si lamenta il padre)
“Gloria” di Umberto Tozzi, Jonah Hill che si masturba di fronte a tutti alla vista della bellissima Margot Robbie, i Devo, Cypress Hill, Ahmad Jamal e perfino “Mrs Robinson” eseguita dai Lemonheads, Jean Dujardin, il protagonista di “The Artist”, nei panni di un losco banchiere svizzero che non resiste alla bella spogliarellista slava Chantal, Katarina Cas, un cameo di Spike Jonze, la coca che fa su Di Caprio lo stesso effetto degli spinaci su Braccio di Ferro, la glorificazione del Quaaludes come droga della classe dirigente americana, il pranzo con Matthew McConaughey che in cinque minuti ci spiega cos’è Wall Street e cos’è l’America bevendo un Martini.
the wolf of wall street lancio del nano
E perfino la benedizione di Bret Easton Ellis su twitter (“è così ovvio che sia il miglior film del 2013 che non si capisce perché non vinca tutti i premi”). Alla fine ne avremmo potute vedere altre dieci ore di un film così anche se per esaltarci già bastano i primi dieci minuti. Perché “The Wolf of Wall Street” non è solo un viaggio istruttivo nei nostri ultimi trent’anni e su come si sia arrivati a questa lunga impossibile crisi economica, ma è uno dei più grandi film di Scorsese, da paragonare solo a capolavori come “Casino” e “Good Fellas”.
Wolf Of Wall Street dicaprio scorsese video
E Leonardo Di Caprio è incredibile nei panni di questo mostro del tardo ’900 che in mezzo a una tempesta urla “Non morirò sobrio!” e manda il suo socio Jonah Hill a recuperare le pasticche di Quaaludes per morire fatto. Come in “Casino” Scorsese e la sua montatrice di sempre, Thelma Schoonmaker, hanno dovuto comprimere un film ben più lungo a una durata “ragionevole”, 180 minuti, ma gli hanno dato solo più ritmo senza perdere un attimo di logica di racconto, né dell’impressionante libertà anni ’70 che deborda da ogni sequenza. Perché Scorsese e Di Caprio hanno preferito aspettare cinque anni per poterlo girare in totale libertà, piuttosto che rispettare le regole e le censure delle major.
Su Mediaset Italia 2 alle 21, 15 abbiamo “Hunger Games: La ragazza di fuoco” di Francis Lawrence con Jennifer Lawrence, Elizabeth Banks, Josh Hutcherson, Woody Harrelson, Sam Claflin, che all’epoca fu uno strepitoso successo. In realtà è con questo sequel che parte davvero la saga. Iris alle 21, 15 passa “Una famiglia vincente - King Richard” di Reinaldo Marcus Green con Will Smith, Saniyya Sidney, Demi Singleton, Jon Bernthal, Liev Schreiber, Aunjanue Ellis, biopic ben costruito sul ruolo del padre delle sorelle Williams, campionesse di tennis. L’ultimo buon film di Will Smith prima che si rovinasse con la coattata nella serata degli Oscar.
Vanno forte i catastrofici nordici, quindi vi segnalo questo catastrofico norvegese su Cielo alle 21, 20, “The Quake: Il terremoto del secolo” diretto da John Andreas Andersen con Kristoffer Joner, Ane Dahl Torp, Jonas Hoff Oftebro, Edith Haagenrud-Sande. Su Canale 27 alle 21, 20 passa “Famiglia all’improvviso”, commedia diretta da Hugo Gélin con Omar Sy che fa il solito cazzone simpatico che si ritrova a dover crescere una bambina, Gloria Colston, che la madre gli ha mollato. Con loro ci sono Clémence Poésy, Antoine Bertrand, Susan Fordham. Fu un grande successo in Francia.
il ricco, il povero e il maggiordomo 1
Passiamo alla seconda serata con un altro bel film francese come “Black Box – La scatola nera” di Yann Gozlan con Pierre Niney, Lou de Laâge, André Dussollier, Sébastien Pouderoux, Olivier Rabourdin, thriller che scava su cosa sia successo sul volo Dubai-Parigi prima che si schiantasse sulle Alpi. Italia 1 alle 23, 40 propone una commedia di Aldo, Giovanni e Giacomo, “Il ricco, il povero, il maggiordomo” con Giuliana Lojodice e Francesca Neri. Non me lo ricordo proprio…
Iris, dopo “The Wolf of Wall Street” piazza a mezzanotte un altroi film favoloso di Martin Scorsese, “Shutter Island” con Leonardo DiCaprio, Mark Ruffalo, Ben Kingsley, Emily Mortimer, Michelle Williams. E’ il tipico film che ha un suo funzionamento meraviglioso relativo solo alla prima volta che lo vedi. Dopo, capisci il suo funzionamento, ma non hai più quella sensazione di meraviglia che ti dava la prima volta. Cine 34 all’1, 45 presenta “Terapia di coppia per amanti” di Alessio Maria Federici con Pietro Sermonti, Ambra Angiolini, Sergio Rubini, Franco Branciaroli, Fulvio Falzarano, mai visto.
Cielo all’1, 20 ripropone (basta…) “Caligola e Messalina” di Jean-Jacques Renon e Bruno Mattei con Vladimir Brajovic, Betty Roland, Françoise Blanchard, Raul Cabrera, Gino Turini. Rai Movie alle 2, 40 presenta “Tommaso”, diretto e interpretato da Kim Rossi Stuart con Cristiana Capotondi, Camilla Luna, Jasmine Trinca, Kim Rossi Stuart, Dagmar Lassander. Era un film confuso e autoreferenziale, ricordo. Vediamo cosa ne scrissi. E’ il film italiano più stracult della Mostra di Venezia (ecco…).
“Pezzo di merda! Mi fai schifo! Mi auguro che tu muoia presto!” urla, non diciamo chi, una delle sfortunate ragazze che incontrano Tommaso quando lui dice di lasciarla adducendo come scusa che deve potare gli ulivi. E da questo si capisce che Tommaso, protagonista del nuovo film interpretato, ideato e diretto da Kim Rossi Stuart, Tommaso appunto, non ha un buon rapporto con il genere femminile. Anche se, sul modello buzzanchiano o risiano anni ’70, come ne incontra una per strada o in negozio la immagina subito nuda.
cristiana capotondi kim rossi stuart tommaso
Tommaso, in realtà, è ossessionato dal sesso e dalle donne, le ha in testa, come dimostra già il manifesto del film, modellato un po’ sul tipo di quelli di Paolo il caldo o di L’erotomane. Solo che, una volta che si è messo assieme a una donna, non riesce poi a far funzionare il rapporto. Così, mentre spia eccitato una sconosciuta che si sveste in un palazzo di fronte, rifiuta di scopare la donna che ha in casa.
E la povera Jasmine Trinca alla fine lo molla dicendogli che è un pezzo di ghiaccio. Lui, anche se piange, si sente liberato. Ma è titubante anche di fronte al grande nudo frontale di Cristiana Capotondi (ma le efelidi dove le ha messe?). Perché? Diciamo che è parecchio impicciato con la testa. Ne sa qualcosa il suo psicanalista, il grande Renato Scarpa che si porta dietro una pesante eredità verdon-troisian-morettiana.
Ne sa qualcosa la madre, Dagmar Lassander, già star di commedie sexy e di un erotico di straculto come Andrée, qui assolutamente strepitosa, che ovviamente gli boccia tutte le sue donne come non adatte a lui. Essendo attore, Tommaso parla con le donne che incontra e con cui vive come se fosse in un film italiano di questi ultimi vent’anni. Un po’ Moretti, un po’ Muccino, un po’ Genovese. E’ la cosa più divertente del film.
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E Tommaso odia la commedia, anche se nel film ha firmato un contratto per farne una con Alessandro Genovesi, che si lancia in un cameo strepitoso. Impicciato per qualche problema di mancanza di figura paterna, del padre non si parla, si accenna, ma di fatto non c’è, anche se potrebbe essere lui il problema. Impicciato per qualche pesante problema con la madre, personaggio che si trascina dietro dal film precedente, “Anche libero va bene”, dove la mamma era Barbara Boboulova, spesso assente. Impicciato a causa del suo stesso lavoro, che lo obbliga a fingere emozioni che non prova, Tommaso è una specie di Lando Buzzanca anni ’70 divorato da anni e anni di morettismo e di cinema italiano d’autore. Poveraccio.
Al punto che, magari è solo una coincidenza, rifiuterà sia la star del nostro cinema d’impegno, Jasmine Trinca, sia la star della commedia brizziana, Cristina Capotondi, mentre ritroverà emozione con la camerierina burina e sfrontata, Chiara, interpretata da Camilla Diana, che lo tiene in bilico, che lo rende geloso, che non gli fa mettere la mano nelle mutande. Lì, dove Tommaso immagina siano tutti i vermi dei suoi problemi.
Chiara gli apre la testa sui suoi problemi con il sesso e con le donne e lo costringe a uscire dalle maschere cinematografiche che di volta in volta Tommaso indossa. Era un filmone di avventure “Cliffhanger” di Renny Harlin con Sylvester Stallone, John Lithgow, Michael Rooker, Janine Turner, Caroline Goodall, Iris alle 2, 45. E’ una vera rarità il giallo italo spagnolo “Il misterioso signor Van Eyck” diretto nel 1966 da Agustín Navarro con Franco Fabrizi, Massimo Girotti, Emilio Gutiérrez Caba, Ricardo G. Lilló.
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Chiudo con l’erotico, un tempo rarissimo, “A.A.A. massaggiatrice bella presenza offresi” diretto da Demofilo Fidani con Simonetta Vitelli, Jerry Colman, Raffaele Curi (sì, lui), Carlo Gentili, Ettore Manni, Jack Betts, Paola Senatore. Per i più sofisticati passa pure l’ultimo film di Michael Cimino, “Verso il sole”, con Jon Seda, Woody Harrelson, Anne Bancroft, Talisa Soto, programmato da Rai Movie alle 5. Mah…
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