Marco Giusti per Dagospia
KATHLEEN TURNER WILLIAM HURT - BRIVIDO CALDO
Che vediamo stasera? Beh. A me piacerebbe parecchio, per salutare come si deve William Hurt, che ho sempre adorato, rivedermi “Brivido caldo” di Lawrence Kasdan con Kathleen Turner o “Il bacio della donna ragno” di Hector Babenco.
Ci saranno da qualche parte? Mi sa di sì. Di sicuro stasera passano su Sky “Il grande freddo”, 21,15, e “Gorky Park”, 23,05.
La buona notizia è che stasera su Iris alle 21 passa uno dei miei film preferiti di Brian De Palma, “Scarface” con Al Pacino, capolavoro totale, anche se è un capolavoro pure il vecchio “Scarface” di Howard Hawks con Paul Muni.
Quentin Tarantino descriveva l’attesa da ragazzetto per l’arrivo al cinema di “Scarface”. Una cosa, l’attesa per un film, che non viviamo più da tempo.
Per quale film sentiamo un’attesa così grande? Adoro “Il potere del cane”, è un grande film, come “Drive My Car”, ma davvero li abbiamo attesi come abbiamo atteso “Scarface” o “Cuore selvaggio” o “Carlito’s Way” o “Velluto blu”?
Rai Movie alle 21, 10 lancia un film che ho visto solo quando uscì, mi ricordo in quel di Benevento, dove mio padre era questore, “La collera di Dio” diretto nel 1972 da Ralph Nelson, il regista di “Soldato blu”, con Robert Mitchum, Rita Hayworth, Victor Buono, Frank Langella, musiche favolose di Lalo Schifrin e fotografia di Alex Phillips jr. Tutto girato in Messico e pieno di attori messicani.
E’ una sorta di tortilla western alla “Giù la testa”, con rivoluzionari irlandesi alle prese con un dittatorello sudamericano.
william hurt kevin kline il grande freddo
Frank Langella è il signorotto cattivo, Robert Mitchum il rivoluzionario buono travestito da prete. Rita Hayworth la mamma di Langella.
Il protagonista è certo Ken Hutchinson che non fece nessuna carriera. Notevolissima e supersexy Paula Pritchett, reduce da film assurdi come “Chappaqua” nel 1966 e “Nuda dal fiume” di Kadar e Klos, dove era quella, appunto, nuda dal fiume. E’ il suo ultimo film.
ROBERT MITCHUM LA COLLERA DI DIO
Celebre la storia di Rita che, sapendo che c’era a Città del Messico la serata degli Oscar messicana, ci volle andare.
“Ma noi non abbiamo un invito, Rita”, le disse il suo agente. “Ma io sono Rita Hayworth!” chiuse il discorso lei. E infatti ci andò. Fu l’ultimo film che completò Rita, già malata di Alzheimer.
MORGAN FREEMAN L'ACCHIAPPASOGNI
Notevole anche la storia della prima scena sul set tra Mitchum e Langella. Langella, vedendo Robert Mitchum gli grida “Prete!” Al che Mitchum, vestito con un elegante abito bianco e fumando una Gitane, avrebbe dovuto dire "Sono qui, Thomas De La Plata".
E invece, per metterlo alla prova, gli dice “I’m here, motherfucker!”/"Sono qui, figlio di puttana". Che fine avrà fatto Paula Pritchett?
Ricordo invece come modestissimo Marvel movie, e fiasco totale, “The Punisher” diretto da Jonathan Hensleigh con Thomas Jane, John Travolta, Will Patton, Roy Scheider, Laura Harring, sorta di revenge movie alla Batman con il protagonista che diventa un vendicatore mascherato. Violentissimo. Inutilmente.
Decisamente superiore il fantasy diretto da Lawrence Kasdan “L’acchiappasogni” con Morgan Freeman, Tom Sizemore, Thomas Jane, Jason Lee, Damian Lewis, che ha una prima parte più giovanile e poi una più horror.
Magari Kasdan non era il regista più adatto, ma da qualche parte ho ancora un “acchiappasogni” costruito da mia figlia maggiore subito dopo aver visto il film.
Su Canale Nove alle 21, 25 torna “Mai stati uniti” dei Vanzina bros con Ambra Angiolini, Anna Foglietta, Ricky Memphis, Vincenzo Salemme e Giovanni Vernia che in una scena mostra il culo e non solo senza imbarazzo.
giovanni vernia mai stati uniti
Il pretesto per portare un gruppo di comici nell’America vanzinizzata è quello della morte di un miliardario, padre naturale di cinque persone che non si sono mai viste tra di loro e nulla sapevano di questo padre. Sono: un cuoco napoletano, Vincenzo Salemme, un’impiegata malata d’ansia, Ambra, un divorziato con figlio che si arrabatta come pagliaccio nelle feste dei bambini, Ricky Memphis, un garzone dello zoo strampalato, Giovanni Vernia, una coatta di Roma Est, Anna Foglietta.
WILLIAM HURT KATHLEEN TURNER - BRIVIDO CALDO
Per poter usufruire della ricchissima eredità i cinque devono solo andare nel deserto dell’Arizona e gettare lì le ceneri dell’ignoto genitore.
Ma affinché il film diventi una commedia on the road, con tutti gli incidenti che possiamo immaginare, dalla pausa sotto il Monte Rushmore con le sculture giganti dei quattro presidenti (“In Italia potremmo metterci Napolitano, Ciampi, Pertini e Franco Sensi”, dice Memphis) alla capatina a Las Vegas, dove incontreranno un Maurizio Mattioli in gran forma che ruba la scena a tutti, dalla rapina al drugstore al bordello scambiato per la casetta del benzinaio, i cinque dovranno abbandonare l’aereo e prendere una monovolume.
Su Tv8 alle 21, 30 passa un già dimenticato “Sahara” di Breck Eisner con Matthew McConaughey, Penelope Cruz, Steve Zahn, Lambert Wilson, Delroy Lindo. La penso come il critico del Village Voice, “Sahara è molte cose, ma non è un film. È una cacofonia da spaccarti la testa di 21 produttori e quattro sceneggiatori (magari anche di più) in piedi nella stessa stanza che urlano dai loro cellulari.” Preciso.
In seconda serata, tra una massa di repliche, spunta “Fuga di cervelli”, film giovanile diretto da Paolo Ruffini con Luca Peracino, Paolo Ruffini, Guglielmo Scilla, Frank Matano nel suo momento di massimo fulgore come youtuber scorreggione, Andrea Pisani, Cine 34 alle 23, 05.
Spunta anche, in replica, il bellissimo “Soldati a cavallo” diretto da John Ford, ispirato a una vera missione della cavalleria nordista nelle retrovie dei sudisti nota come “Grierson’s Raid”, con John Wayne nei panni del Colonnello Grierson, qui ribattezzato come Colonnello John Marlowe e William Holden come il Maggiore medico Henry Kendall, Rai Movie alle 23, 10.
La missione di John Wayne dietro le linee nemiche è quella di distruggere un crocevia ferroviario in modo da rallentare il movimento delle truppe e dell’artiglieria. Film pazzesco, nel ricordo di allora. Visto e rivisto più volte, con la fotografia a colori di William Clothier.
Leggo che siccome il medico aveva vietato a John Ford, alcolista per nulla pentito, di bere sul film se non voleva morire, Ford, a sua volta, vietò anche alle sue due pagatissime star, Wayne e Holden, che presero 750 mila dollari a testa più il 20% di incassi, di toccare la bottiglia.
ambra angiolini anna foglietta mai stati uniti
Cosa che non andò affatto giù alle due star. Al punto che il produttore si inventò un trucco, lo sbiancamento dei denti, per mandarli a bere nel paese vicino durante le riprese in Louisiana.
La cosa mandò su tutte le furie John Ford. Leggo sempre che Ford impose che gli extra afro-americani venissero pagati quanto quelli bianchi. Cosa che fece imbestialire i razzisti del posto.
Su Tv8 alle 23, 45 un buon film con Mathhew McConaughey, “The Lincoln Lawyer” di Brad Furman con Marisa Tomei, Ryan Phillippe, Willam H. Macy e Josh Lucas.
Stroncatissimo dalla critica, ma merita una rilettura mi sa, è su Iris alle 00, 45 “Sorvegliato speciale” diretto da John Flynn, un ottimo regista, dove il direttore di carcere supersadico Donald Sutherland martirizza Stallone, l’unico che sia evaso dalle sue prigioni, fino a uno scontro finale. Stallone esagera sempre, si sa.
janet agren prestami tua moglie 1
Su Cine 34 all’1, 20 torna “Prestami tua moglie” tarda commedia sofisticata alla Toscano-Marotta, diretta però da Giuliano Carnimeo, al posto del consueto Giorgio Capitani, e interpretata da Lando Buzzanca, ormai non tanto più funzionante, al posto di Enrico Montesano.
Ci sono le solite bellone di turno, da Janet Agren a Daniela Poggi a Claudine Auger, c’è un Renzo Montagnani ancora alle prese con la commedia sexy, ma la scena ormai la rubano gli emergenti comici del Derby come Diego Abatantuono e Massimo Boldi.
Anche Giuliano Carnimeo ricordava su “Cine70” che Buzzanca non era così adatto a quel film: “…perché la sua caratterizzazione aveva qualcosa di forzato, mentre sarebbe venuta più naturale se fosse stata impostata su di un personaggio all’americana, un tipo alla Jack Lemmon. (..) Diciamo che non era il ruolo giusto per lui. Forse, è stato quello l’errore del film, perché gli altri ruoli erano abbastanza azzeccati. Ricordo che è uno dei pochi ruoli seri di Boldi, in cui fa veramente l’attore e non il comico surreale o da cabaret”.
Ma alla fine trionfa solo in una pur piccola apparizione la stella nascente Diego Abatantuono. Così sui manifesti, prima Lando si vede oscurato per dar spazio al faccione di Montagnani e al corpo della Agren, poi, si lancia solo Abatantuono, al punto che il film viene rieditato due anni dopo col titolo Lo strafico e nei flani trionfa solo il faccione di Diego.
Torna di tutto, da “Pani e tulipani” di Silvio Soldini con Bruno Ganz e Licia Maglietta innamorati, Rai Movie all’1, 20, a “Erotic Family” di Mario Siciliano con Karin Well. E’ una novità, almeno credo, “Un poliziotto e mezzo”, Iris alle 2, 35, terribile commedia gialla con bambino, diretta da Henry Winkler (il vecchio Fonzie) con Burt Reynolds, Norman D. Golden II, Ray Sharkey, Ruby Dee. Ne venne fatta anche una sorta di sequel vent’anni dopo.
Sarete sicuramente felici del ritorno della Emanuelle di Laura Gemser in “Emanuelle – perché violenza alle donne?”, terzo film della saga Emanuelle, con una emme sola, che unisce Joe D’Amato, Laura Gemser e la sceneggiatrice e giornalista Maria Pia Fusco, che firma qui la sceneggiatura da sola.
emanuelle perche' violenza alle donne? 4
La bella Emanuelle, ancora fotoreporter, si presenta come autostoppista nuda protetta da un minuscolo asciugamano. La acchiappa un camionista e la porta allo Sheraton, dove fanno l’amore. Lì incontra il torvo Ivan Rassimov nei panni del Presidente del comitato aiuti per il Terzo Mondo dell’Onu (vabbé…). Poi vola a New York dove incontra un celebre guru, George Eastman alias Gigi Montefiori, che sostiene di aver scoperto il segreto del coito prolungato.
emanuelle perche' violenza alle donne? 3
Lo smaschera, poi fa l’amore con una ragazza che ha subito una serie di violenza e finisce per partire verso Hong Kong assieme all’amica Cora Norman, Karin Schubert non ancora scivolata nell’hard, per scoprire una tratta delle bianche.
Le due ragazze a Hong Kong scovano un cinese cattivissimo che fa accoppiare le ragazze con gli animali, ahi!, e lo rinchiudono con un cane sodomita. Nel finalone, Emanuelle torna a casa su un peschereccio dove sollazza tutta la ciurmaglia.
Questo nelle note del tempo. Vai a sapere cosa vedrete davvero stasera. Noto che ci sono anche Marino Masè e Gianni Macchia, un emiro e il grosso Al Thomas, nero de Roma come eunuco. Hard? Non hard? Chissà?
amori che non sanno stare al mondo
Decisamente più femminista, ci vuole poche direte, “Amori che non sanno stare al mondo” di Francesca Comencini con Lucia Mascino, Thomas Trabacchi, Carlotta Natoli, Iaia Forte, Valentina Bellè su Rai Due alle 3, 20. Ve lo consiglio, e lo consiglio soprattutto al pubblico femminile, malgrado l’ora impossibile, perché mi piacque molto.
amori che non sanno stare al mondo 1
Si va da “Mi hai detto cose incredibili in situazioni improbabili…!" "Fai una cazza di valigia, è umiliante essere lasciati da un uomo con lo zainetto!”. Da “L’uomo con la tisana non scopa” alla estenuante caccia al pelo singolo in posti improbabili del corpo. No. Vabbé, scrivevo, non solo è uno dei migliori film della stagione fino a oggi, ma è assolutamente imperdibile per le ragazze sopra i trent’anni.
Perché ci mostra con una generosità e una libertà sconosciute nel nostro cinema un ritratto di una donna sopra i 40 ultra radical-chic, interpretata da Lucia Mascino, che passa dal nevrotico al romantico, dal delirante al femminismo militante, dalla dipendenza assoluta dal maschio (“sarei morta senza di te”), rappresentato da Thomas Trabacchi, al lesbismo, con l’esplosiva Valentina Bellé, in mezzo a discussioni di ore con le amiche, soprattutto con una notevolissima Carlotta Natoli, che usa per sfogarsi in continuazione.
Ma per la sua strada incontriamo anche una simil-Mara Venier interpretata da Iaia Forte in grande spolvero, che capisce subito la situazione e dice la sua (“in cinque anni di matrimonio nemmeno un orgasmo”).
E’ evidente che siamo in mezzo a una vera e propria guerra tra i sessi, dove il maschio, e il poro Trabacchi deve proprio rappresentare tutta una categoria di stronzi, infami, impauriti, ha poche possibilità per salvarsi.
Io la finirei qui, ma ci sono ancora un grande film di Alain Resnais come “Smoking” con Sabine Azema e Pierre Arditi su Iris alle 4, 05, “This Must Be the Place” di Paolo Sorrentino con Sean Penn, Frances McDormand e Harry Dean Stanton che sembra provenire dritto da “Paris, Texas”, un vecchissimo western con John Wayne, “Il primo ribelle” diretto nel 1939 da William Seiter con George Sanders, Claire Trevor e il baffuto Brian Donlevy, Rai Movie alle 5, ambientato nel 1759, nella Valle degli Allegheny in Pennsylvania.
Attenti che alle 5, 45 arriva il rarissimo “Corsa in discesa”, opera prima (e ultima) di Corrado Franco, tratta da un romanzo di Cornell Woolrich con il Rudiger Vogler di “Nel corso del tempo”, Bruno Stori e certa Deborah Jones, sempre nuda. Ma vedo che presero parte al film come attori anche Roberto Cicutto, oggi presidente della Biennale, Giannandrea Pecorelli, oggi produttore, la potentissima Evelina Christillin, oggi presidente della Fondazione del Museo Egizio di Torino.
rudiger vogler corsa in discesa
Il film è tutto girato a Torino. Ricordo che in molti lo aiutarono per anni a mettere in piedi il film. Mia moglie, non so perché gli presentò pure Laurie Anderson. Il film, dopo anni di attesa, lo girò nel 1989. Ma non lo videro in molti. Io, ad esempio, credo di non averlo mai visto.
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