Marco Giusti per Dagospia
Che vediamo stasera in chiaro? Intanto ci sarebbe, su Warner TV, l’ultimo “Othello” cinematografico che si è fatto, quello di Oliver Parker del 1996 con Laurence Fishburne come Otello, Irène Jacob come Desdemona, Kenneth Branagh come Jago, Nathaniel Parker, Gabriele Ferzetti. Penso che sia anche uno dei primi Otello neri che si siano girati al cinema, dopo i grandi Otelli bianchi con la faccia pittata oggi improponibile su qualsiasi canale. Senza entrare nella discussione, Otelli bianchi/Otelli neri, certo col politicamente corretto la tradizione di Otelli bianchi è del tutto scomparsa.
Su Cine 34 alle 21 avete la commedia erotica di Fausto Brizzi “Come è bello far l’amore” con Fabio De Luigi, Claudia Gerini, Filippo Timi, Giorgia Wurth, Alessandro Sperduti, che doveva essere il primo film sul sesso in 3D girata in Italia, e che venne poi molto castigata sia nel titolo che nelle riprese. La buona notizia, scrissi allora dopo aver visto il film, è che il sedere di Claudia Gerini, anche ripreso in 3D fa ancora la sua figura.
Quella cattiva è che malgrado il film sia sbandierato come commedia sexy, con tanto di set porno, dark room, e Filippo Timi come re dell’hard dal nome esplicativo di Max TwentyFive, 25 sono i centimetri dell’attrezzo, in questo film, per aggirare divieti e censure, le mutande non se le toglie nessuno. Del resto sapevamo da tempo che la differenza fra un film d’autore con la Gerini e una commedia con la Gerini è che nel film d’autore la Gerini le mutande se le toglie, nella commedia no. Per fortuna qualche battuta buona c’è.
Come un “Tu sei molto stressato… Vuoi pompino?”, detta dalla pornostar Vanessa, cioè Giorgia Wurth, a Fabio De Luigi, sposato da vent’anni con la Gerini, che ha avuto la sciagurata idea di invitare a casa sua il vecchio amico di lei, cioè Max-Timi senza sapere della sua professione di artista dell’hard. Battuta, va detto, che somiglia parecchio a quella, celebre, che Dino Risi attribuiva a Anita Ekberg richiesta, su un famoso set felliniano, ti tirare su lo stressato Maestro: “Io no interessata a pompetto!”.
Vero, falso, leggenda? E’ notevole anche il record dichiarato da Timi di orgasmi in auto sulla Roma-Firenze: “Tre orgasmi casello casello. Orte, Arezzo e Figline Valdarno!”. C’è anche una bella dichiarazione d’intenti per rivitalizzare l’industria del porno nazionale: “Basta con i soliti porno italiani due camere e cucina!”. Alla fine De Luigi ha tempi perfetti e riesce a togliere ogni volgarità anche dalle situazioni più pesanti, Timi sembra divertirsi e la Gerini è fantastica come sempre. C’è anche qualche bella sequenza comica, come quella di Lillo farmacista che vende i preservativi e l’”anello del piacere” a De Luigi, una serie di belle canzoni, dalla celebre “Tanti auguri” di Raffaella Carrà all’inedita “Com’è bello far l’amore” cantata da una Patty Pravo in gran forma.
Su Iris alle 21 ricordo buono, ma un po’ troppo lungo, “Motherless Brooklyn” di e con Edward Norton, malgrado il grande cast, Bruce Willis, Willem Dafoe, Leslie Mann, Fisher Stevens, Gugu Mbatha-Raw. Un po’ per il meccanismo del romanzo, a metà tra Il grande sonno e Chinatown, un po’ per i set anni ’50 di una New York molto ben ripresa, e un bel po’ per il gran cast che Norton ha composto, da Bruce Willis a Alec Baldwin, da Michael Kenneth Williams a Willem Dafoe. Niente di nuovo e di originale, se siete amanti dei vecchi noir in bianco e nero della RKO, ma è ben visibile lo sforzo di Norton per costruire un giallo credibile e funzionante.
Magari come vecchio critico avrei voluto qualcosa di più, ma già tutta l’impostazione jazz di Harlem ci ripaga della lunghezza eccessiva del film, due ore e mezzo… Norton è Lionel, un detective privato con sindrome di Tourette, che ti obbliga a dire cose sconce o parole a sorpresa o a compiere gesti inconsulti quando non ce ne sarebbe proprio bisogno. Lo considerano tutti un freak a parte il suo boss, Frank Minna, interpretato da un Bruce Willis in gran forma. Quando sotto i suoi occhi Frank viene misteriosamente ferito a morte, Lionel, orfanello cresciuto a Brooklyn che gli deve tutto, decide di scoprire chi lo ucciso e perché.
Entra così in un giro molto più grande di lui, un giro che lo porta a confrontarsi con il potere del costruttore numero uno della città, Moses, interpretato da Alec Baldwin, con i suoi scagnozzi, con la bella Laura, Gugu Mbatha-Raw, che di giorno cerca di opporsi al piano di Moses di far piazza pulita dei quartieri poveri, dei neri, e di costruirci palazzoni, ponti e parchi e di notte vive nel locale dello zio dove si fa del free jazz.
JULIETTE BINOCHE IN L AMORE SECONDO ISABELLE
Su Rai Movie alle 21, 10 un buon film francese, “L’amore secondo Isabelle” di Claire Denis con Juliette Binoche alla ricerca di un fidanzato. Ma è possibile che a una certa età un uomo decente non si riesca più a trovare? Tutti sola, narcisi, egocentrici, poco interessanti e interessati. C’è quello che ti dice solo cazzate e si presenta con la voglia di scopare, l’ex che si succhia un dito volgarmente per fare una cosa che non ti piace, l’attore che pensa solo a se stesso. Uffa! La galleria di maschi che ci propongono Claire Denis, alla sua prima commedia, e la sua protagonista, la meravigliosa e qui radiante e nudissima Juliette Binoche, farà molto ridere le spettatrici italiane.
Perché è una galleria di maschi assolutamente realistica e che ognuna di loro riconoscerà. Non a caso la Denis ha voluto a interpretarli amici registi, Xavier Beauvois, Bruno Podaylès, uomini che hanno il loro fascino, diciamo. E infatti Isabelle ci casca più o meno con tutti, alla ricerca dell’amore. Anche se non ha più vent’anni. Ma è ancora parecchio in forma. “Open… rimani open”, le dice il più sola di tutti, il suo psicanalista Gérard Depardieu, “riprendi il grande cammino della tua vita e vi ritroverete un bel sole interiore”. Seee… Il bel sole interiore… Non a caso in originale il film si intitolava Un beau soleil intérieur.
Più avventuroso il vecchio, ma divertente “Il gioiello del Nilo” simil-Indiana Jones diretto da Lewis Teague con Danny DeVito, Michael Douglas, Kathleen Turner, Spiros Fokas, Canale 27 alle 21, 10. Su Italia 1 alle 21, 20 torna “Mamma, ho riperso l’aereo: mi sono smarrito a New York” di Chris Columbus con Macaulay Culkin, Joe Pesci, Daniel Stern, Brenda Fricker, Tim Curry. Torniamo in Puglia con la commedia di Marco Ponti “Io che amo solo te” con Riccardo Scamarcio, Laura Chiatti, Maria Pia Calzone, Eugenio Franceschini, Canale Nove alle 21, 25. C'è tutto quel che si deve trovare in Puglia, taralli, orecchiette, capedecazzo, il sole, il mare, il vento.
E c'è soprattutto la coppia Riccardo Scamarcio – Laura Chiatti di mocciana memoria che finalmente si sposa. Era ora. Solo che il giorno prima delle nozze lui si tromba una rossa bona e popputissima, certa Valentina Reggio (da ricordare), e lei si fa fare un succhiotto sul collo dal fotografo del paese, Michele Vanitucci, che esordì diretto da Sergio Rubini in L’anima gemella. Ma c'è anche la coppia Don Mimì e Ninella, cioè Michele Placido e Maria Pia Calzone, rispettivamente il padre di Scamarcio e la mamma della Chiatti.
Non si erano potuti sposare tanti anni prima, perché il fratello di lei, Antonio Gerardi, contrabbandiere, era finito in galera, ma il loro amore non è mai finito e ora si sposano attraverso i figli. Poi c'è il fratello gay di Scamarcio, Eugenio Franceschini, che dichiarerà "Sì, sono gay" proprio durante il pranzo di nozze (trovata nuova, eh?). E c’è la sua finta fidanzata alta e nordica, Eva Riccobono, che è ovviamente lesbica, "mi piace enormemente la figa", e sa recitare Dante ruttando.
Poi c'è la sorellina della Chiatti, Angela Semeraro, lo zio Modesto, Dino Abbrescia, che vive a Pinerolo con la zia D'ora, l’immancabile Luciana Littizzetto, il parrucchiere barese Pascal, Dario Bandiera, perfino l'agitatore di matrimoni Enzo Salvi, chiamato Giancarlo Sciomen, il prete Uccio De Santis.
Insomma, magari c’è anche qualcosa di troppo e di inutile, in questo film, ma un film che si apre sul mare di Polignano è sempre interessante, Scamarcio e Chiatti pur se infedelissimi, sono ancora così carini e ci ricordano come erano quindici anni fa, e Maria Pia Calzone già Donna Imma è così brava nel suo vero e magistrale esordio nel cinema, che alla fine molto si perdona a questo film un po’ sgangherato.
In seconda serata vedo parecchie repliche. Come sempre. Però occhio a “Le relazioni pericolose” di Stephen Frears con Glenn Close, John Malkovich, Michelle Pfeiffer, Uma Thurma, Warner tv alle 23. Gran bel film. C’è chi ama molto “Il gatto”, commedia gialla diretta da Luigi Comencini, scritta da Rodolfo Sonego e Augusto Caminito, con Ugo Tognazzi e Mariangela Melato che fanno due orrendi fratelli proprietari di appartamenti che cercano di liberare come possono un palazzo dai condomini, Rai Movie alle 23, 15.
Ci sono anche Michel Galabru, Jean Martin, Dalila Di Lazzaro, Philippe Leroy, Mario Brega. Dalila Di Lazzaro racconta una curiosa storia di set. Al momento di girare una scena di doccia completamente nuda, si vergognò e non si volle spogliare. Anche perché, sosteneva, aveva il pube completamente rasato per una scommessa con il suo partner. Ma non voleva farlo sapere. Mentre Comencini cercava di parlare col suo agente, Tognazzi si fece insistente sul perché non si volesse spogliare. E la tormentò. “Sei un uomo?” “Che cosa nascondi? “Fai parte di una setta?”.
Alla fine accettò di girare la scena nuda di spalle, ma si scoprì il perché del suo imbarazzo. “Non c’è niente di più bello del pelo pubico. Ha il suo charme. Credo che tu non abbia ancora incontrato un vero uomo” commentò Tognazzi. Su Cielo alle 23, 15 tornano Ornella Muti e Senta Berger in “Ritratto di borghesia in nero” di Tonino Cervi. Su Rai 4 alle 23, 25 passa un horror ucraino girato nel 2020, “Let It Snow” di Stanislav Kapralov con Ivanna Sakhno che si ritrova sola, in mezzo alla neve, inseguita da un uomo con un’ascia.
Se non l’avete visto, vi consiglio la commedia drammatica “Carnage” di Roman Polanski con solo quattro attori, Christoph Waltz, Kate Winslet, Jodie Foster, John C. Reilly, tratta dalla piece di Yasmina Reza, Iris alle 23, 50.
Nella notte vi segnalo, Cine 34 alle 1, 55, “Faccia di Picasso” di Massimo Ceccherini l’”8 ½” di Massimo Ceccherini con Marco Giallini, il Paci e una serie di grandi presenze, Christian Vieri che fa Ivan Drago, Andrea Balestri cioè il Pinocchio di Comencini che fa se stesso, Yulia Mayarchuk. Il Monni, ahimé, venne tagliato al montaggio (ma perché?). Opera seconda di Ceccherini, costò a Cecchi Gori 6 miliardi di lire.
massimo ceccherini faccia di picasso 2
“Scrivevo e a un certo punto mi bloccavo”, mi disse quando lo andai a intervistare a Cinecittà, “Di copioni ne avevo già scritti quattro. Ma facevan cacare tutti. Proprio per la difficoltà che c’avevo a scrivere, ho detto: Facciamo un film su di me che ho questa crisi. E mettiamoci anche nel film il produttore che mi dà consigli su cosa girare. Metti un po’ di gag, una bella figa, una bella storietta d’amore e così il film… tac! è fatto! Ma non volgare, mi raccomando.
Perché se non il pubblico non ci va e alla televisione non ce lo piglia nessuno in prima serata”. Ottime le parodie di “L’esorcista”, di “Rocky”, dello “Squalo”. Ottimo Piero Fornaciari come vecchio manager di Ceccherini e Paci e Giallini come produttore romano. Personaggi femminili, invece, misteriosamente sbiaditi. “Io non voglio più metterci una protagonista come Claudia Gerini in Lucignolo, se no mi innamoro e va a finir male. Le ragazze che ci sono hanno girato al massimo per due giorni, così non posso fare niente”.
Il produttore del film, favoloso, non è modellato su Vittorio Cecchi Gori, “Siccome ho il contratto con Cecchi Gori, ne ho fatto uno che somiglia a un altro produttore, un Gianni Di Clemente, diciamo. Certo, se cambiassi produttore…”. Credo sia il film più stracult della serata. Su rete 4 alle2, 25 passa “La presidentessa” di Luciano Salce con Johnny Dorelli, Mariangela Melato, Vittorio Caprioli, Gianrico Tedeschi. Credo sia meglio la versione con una scatenata e ultrasexy Silvana Pampanini, “La presidentessa”, diretta da Pietro Germi nel 1952, scritto da Aldo De Benedetti, con Carlo Dapporto, Ave Ninchi e Aroldo Tieri.
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Su Cine 34 alle 3, 30 trovate “La guerra del ferro – Ironmaster” di Umberto Lenzi con Sam Pasco, Elvire Audray, George Eastman, Pamela Prati, Jacques Herlin, Danilo Mattei. Chiudo con la “Lulù” di Walerian Borowczyk con Ann Bennent, Michele Placido, Udo Kier, Beate Kopp, Iris alle 5, 05. Non ha una gran fama, però…
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