Marco Giusti per Dagospia
E stasera in chiaro cosa vediamo? Su Iris alle 21 ci sarebbe “Che. L’argentino”, seconda parte del Che diretto da Steven Soderbergh con Benicio del Toro protagonista. In questa seconda parte ci sono anche Franka Potente, Santiago Cabrera, Demián Bichir, Kahlil Mendez. Cine 34 presenta invece una doppietta di Villaggio-Parenti.
Prima alle 21, 05, “Superfantozzi” di Neri Parenti con Paolo Villaggio come Fantozzi che viaggia nel tempo e passa da Adamo e Eva alle Crociate a Robin Hodd, Liù Bosisio che torna a fare la signora Pina, Gigi Reder, Luc Merenda come bello e cattivo della situazione. A Neri Parenti piace molto.
Dopo, alle 23, passa “Sogni mostruosamente proibiti” di Parenti con Paolo Villaggio, Janet Agren, Alessandro Haber, Paul Muller, Alida Valli. Non deve essere affatto male il thrillerone poliziesco tutto ambientato a Atlanta “Codice 999” di John Hillcoat con Chiwetel Ejiofor, Casey Affleck, Woody Harrelson, Kate Winslet, Aaron Paul, Canale 20 alle 21, 05. Il codice 999 è il codice di emergenza che usano i poliziotti quando uno di loro è ferito durante una sparatoria. Bel cast.
Su Rai Storia alle 21, 10 magari ci serve un bel ripasso della storia di Romolo e Remo con “Il primo re” di Matteo Rovere con Alessandro Borghi, Alessio Lapice, Fabrizio Rongione, Massimiliano Rossi, Tania Garribba. Ottimo action fortemente voluto dallo stesso Rovere, che ci ha poi costruito ben due serie, “Romulus”, con altro cast e sceneggiatura diversa. Non possiamo che salutare con gioia, scrissi quando uscì il film in sala, nuova versione ultramacha, ultracoatta, ma anche ultrasofisticata della storia, interpretata da due belli e bravi come il romano Alessandro Borghi, Remo, e il napoletano Alessio Lapice, Romolo, tutta parlata in un latino sofisticatissimo ricostruito dai professoroni della Sapienza.
Diciamo che siamo più dalle parti del cinema come esperienza fisica di set alla Revenant o alla Mad Max, o a quello coi linguaggi assurdi con sottotitoli alla Games of Thrones, che non nelle vicinanze del peplum di Corbucci coi due Mister Muscolo patinati, che si menarono per sbaglio e Gordon Scott ci rimise pure un dente, anche se Alessandro Borghi, che domina letteralmente la scena, si rivela come nuova grande star italiana, anzi romana, da esibire alla Steve Reeves, pronta per il mercato internazionale.
Al di là di quello che si possa pensare del film, per il nostro cinema fu qualcosa di nuovo e inaspettato. Non solo una prova fisica di set, con gli attori che recitano seminudi nelle foreste laziali, ma un film di grande intensità emotiva e visiva, grazie alla fotografia di Daniele Ciprì, ma anche alla passione per il progetto del regista, alla musicona di Andrea Farri. Soprattutto nella prima parte del film, più libera di improvvisare e di staccarsi dalla storia che conosciamo dai libri di scuola, con il Remo di Borghi che è un vero condottiero e bravo fratello in grado di salvare il ferito Remo da qualsiasi situazione.
Su Rai Movie alle 21, 10 trovate un altro classicone della MGM degli anni d’oro, “Gran premio” di Clarence Brown con Mickey Rooney, Elizabeth Taylor, Donald Crisp, Anne Revere, Angela Lansbury, mentre Canale 27 alle 21, 10 se la cava con “Beverly Hills Cop III” di John Landis con Eddie Murphy, Judge Reinhold, Hector Elizondo, Theresa Randle. Non è bellissimo. Meglio il curioso “Kika. Un corpo in prestito” di Pedro Almodóvar con Victoria Abril, Veronica Forqué, Peter Coyote, Alex Casanovas, Cielo alle 21, 15, mentre Italia 1 propone un pur recente, ma già scordato, “Jurassic World” di Colin Trevorrow con Chris Pratt, Bryce Dallas Howard, Ty Simpkins, Nick Robinson, Irfan Khan.
Il vero evento è l’arrivo del trasgressivo, ma bellissimo, “Nymphomaniac” di Lars Von Trier con Charlotte Gainsbourg, Stellan Skarsgård, Stacy Martin, Shia LaBeouf, Jamie Bell su Cielo tv dalle 23, 30 per ben 300’. Non credo sia la versione completa, ma quella italiana più tagliuzzata.
Ma non perde certo il suo valore. Mi piace di più la prima parte, quella con Stacy Martin, mentre la seconda è molto più dura e cupa. Lars Von Trier si può permettere di costruire sull’idea della polifonia e su Bach una serie di scopate della sua protagonista, di chiedere a una star come Shia Le Beouf le dimensioni del suo pene per ottenere il ruolo nel film (lui gli ha mandato un video privato dove scopa con la fidanzata), di sostituire Nicole Kidman con Uma Thurman per una delle scene più importanti del film, di farci ridere dove dovremmo essere disturbati, di portarci verso una qualche umanità della sua protagonista e di negarla brutalmente sul più bello, di essere trasparente e impenetrabile al tempo stesso, distante e vicinissimo al suo oggetto di studio, ebreo e non ebreo come il suo protagonista Steligman, ebreo non circonciso, di spostarci continuamente il punto di vista del suo racconto. Chi guarda? Chi racconta davvero? Qual è la verità?
Jo, Charlotte Gainsbourg, sanguinante a terra in un vicolo, viene soccorsa da il più anziano Steligman, Stellan Skarsgard, che la porta a casa e la cura, offrendole del tè e del dolce. In cambio lei gli racconta la sua lunga storia di ninfomane, da quando era piccolissima a oggi.
Ma ogni capitolo della storia è come impostato da Steligman seguendo una sorta di percorso da metteur en scene. Così un capitolo delle sue avventure di ragazzina, interpretata da Stacy Martin, è costruita sulla pesca con la mosca, la femminilità di mettere accanto a un cornetto una forchetta da dolci fa partire la storia d’amore con Jerome, cioè Shia Le Beouf, l’agonia del padre, Christian Slater, è introdotta dalle pagine del celebre “La caduta della Casa degli Usher” di Edgar Allan Poe, la presa di coscienza del suo non sentire nulla, della sua sordità rispetto al sesso, dei suo rapporti non conclusi, sull’altrettanto non compiuto “Orgelbüchlein” di Bach.
Lars Von Trier costruisce lui stesso delle trappole per i suoi attori e per i suoi spettatori che andranno rispettate per la costruzione del racconto e l’esplosione di sentimenti. L’oggetto del racconto è tutto e il contrario di tutto, il sesso, l’amore, la vita, la morte, la famiglia, i rapporti uomo-donna, la crisi della società occidentale, ma anche il puro divertimento del raccontare seguendo delle regole a sorpresa, come la pesca.
Jo e Steligman non sono solo la narratrice e l’ascoltatore, sono anche i testimoni del viaggio che si sta mettendo in scena, i nostri occhi sul mondo. Il fatto che la Jo che vediamo sullo schermo non sia, almeno nella prima parte del film, la Jo che racconta, ma questa incredibile ragazzina, Stacy Martin, del tutto inedita per lo schermo, più simile a una giovane Jane Birkin che a una giovane Charlotte Gainsbourg, e riesce a trasmetterci una grazia verginale facendo cose terribili, rende ancora di più distante da noi il racconto dai raccontatori.
le colt cantarono la morte e fu… tempo di massacro 2
A mezzanotte su 7Gold il grande western di Lucio Fulci “Le colt cantarono e fu tempo di massacro” con Franco Nero, George Hilton, Nino Castelnuovo, Lynn Shayne, a mezzanotte e dieci su Rai Movie il thrillerone “Cassandra Crossing” di George Pan Cosmatos con Sophia Loren, Richard Harris, Martin Sheen, O.J. Simpson, Ava Gardner, Lionel Stander, Lou Castel.
le colt cantarono la morte e fu… tempo di massacro 1
Decisamente più raro alle 2 su Rai Tre “Una moglie americana” di Gian Luigi Polidoro con Ugo Tognazzi, Rhonda Fleming, Graziella Granata seguito, alle 3, 50, da “Un italiano in America” di e con Alberto Sordi con Vittorio De Sica, Franco Valobra, Alice Condon, Gray Frederickson. Chiudo con l’horror di Franco prosperi “Wild Beasts- Bestie feroci” con Lorraine de Selle, John Aldrich, Ugo Bologna, Louisa Lloyd, Italia 1 alle 4, 40.