IL DIVANO DEI GIUSTI – C’E’ UNA LAURA ANTONELLI SUPERBOMBA IN “MIO DIO, COME SONO CADUTO IN BASSA”, RAI STORIA ALLE 21, 10, COMMEDIA SEXY D’AUTORE FIRMATA LUGI COMENCINI. RETE 4 RI-RIPRESENTA “QUEL MOVIMENTO CHE MI PIACE TANTO” CON RENZO MONTAGNANI IN VERSIONE QUASI RENZIANA - L’APPARIZIONE IMPERDIBILE DI ANNA FALCHI NEL BEL FILM POLITICO DI MARCO RISI “NEL CONTINENTE NERO” MA IL FILM PIÙ STRACULT DELLA NOTTATA È…

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laura antonelli laura antonelli

Marco Giusti per Dagospia

 

Stasera vedo che ci sono buoni film in prima serata. Come “Moonlight” di Barry Jenkins su Rai Movie, premio Oscar, bellissimo dramma realistico sulla crescita di un giovane gay nero di Miami che si ritrova a nascondere la propria sessualità dietro un personaggio di duro spacciatore supermacho con tanto di denti d’oro e anelloni. Diviso in capitoli sulla vita del ragazzo che ha sempre nascosto la propria omosessualità. Grande cast, Maharsala Ali spettacolare, Ashton Sanders, André Holland. Stupì il fatto che il regista non fosse gay ma fosse andato così in profondità.

 

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O come il grande western italiano “I giorni dell’ira” di Tonino Valerii con Lee Van Cleef e Giuliano Gemma per la prima volta insieme. E certo questo, per noi ragazzi nel Natale 1967 sembrò il regalo più bello. Aggiungiamoci che eravamo pazzi di Lee Van Cleef e del primo film di Valerii, Per il gusto di uccidere. Ma I giorni dell’ira era vietato ai 14 anni e dovemmo aspettare che lo derubricassero (pochi giorni dopo la sua uscita) per vederlo. L’unica cosa incriminabile era un più che giustificato “figlio di puttana” detto fin troppo enfaticamente da Andrea Bosic a Giuliano Gemma. Valerii ricorderà che “uno spettatore a Terni, alla terza parolaccia disse: se parla de fino in questo film!”.

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Alla fine del 1967 è secondo negli incassi italiani con ben 1 miliardo e 997 milioni dopo Dio perdona…  io no. O come “Mio Dio, come sono caduto in bassa”, Rai Storia alle 21, 10, commedia sexy d’autore firmata Lugi Comencini. Allora fu veramente uno scandalo. La marchesa Eugenia (Laura Antonelli) scopre, nel giorno delle nozze, che lei e il marito, il marchese Raimondo (Alberto Lionello), sono fratello e sorella. Fa così voto di castità per sublimare e eludere la vergogna.

 

Ma la carne è debole. Così si innamora del suo chaffeur, Silvano (Michele Placido), che riuscirà a possederla in un pagliaio. Diceva Comencini che gli piaceva molto: «Attraverso una donna, il costume di una società, di un’epoca. Dal dannunzianesimo siamo ancora tutti inquinati, il primeggiare dell’estetica ci opprime ancora tutti! Guarda Visconti! All’epoca di Mio Dio, fece un’intervista al Messaggero, senza mai citarmi, in cui alludeva allo scempio che si faceva nel cinema di un così gran poeta, con disinvoltura, deridendo quest’uomo così grande, questo gigante. [...]La critica l’ha detestato, era troppo ‘popolare’ rispetto all’assunto, e la critica non ama i film popolari». 

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Ma c’è un’Antonelli superbomba che tutti ricordiamo bene… Notevole, anche se passa parecchio, “La bonne”, Cielo 21, 15, gli anni ’60 in provincia, la piccola borghesia e gli amori lesbo ancillari in versione Samperi, con due bellezze come Florence Guerin e la danese Trine Michelsen. Magari dovrei ricordare anche “Cattivissimo me 2” su Italia 1 alle 21, 20, “L’ultimo bacio” di Gabriele Muccino alle 21, 45 su Rai Tre, ma sembra un film così antico, chissà perché, e lo spettacolare “Videodrome” di David Cronenberg con James Woods e la meravigliosa Deborah Harry su Mediaset Italia2 alle 21, 15. Questo davvero imperdibile.  In seconda serata mi sono segnato solo il durissimo “Il profeta” d Jacques Audiard, Rai Movie alle 23, 10, grande film carcerario con Tahar Rahim e Niels Arestruo, superpremiato.

 

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La situazione riprende vita dopo l’una di notte, ahimé. Rai 3 spara ben quattro film anni ’40 di Richard Fleischer mai visti, “Piccolo cuore”, un film per bambini, e tre noir spettacolari, “Squadra mobile 619”, “Bersaglio umano” e “Seguimi in silenzio”. Neanche nei migliori cineclub degli anni ’70 si vedevano… Complimenti. Rai Movie risponde all’1.50 con l’ottimo, sofisticato “Nebraska” di Alexander Payne con Bruce Dern padre un bel po’ rincojonito in giro col figlio Will Forte, seguto alle 3, 40 dal mai visto (da me) “Pistolero senza onore” di Sidney Franklyn jr e Carl Hittleman con Sterling Hayden che, in pieno maccartismo, ammise le amicizie comuniste e finì nei piccoli western “senza onore”.

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Italia 1 alle 2, 30 si lancia nella tardissima comemdia sexy vacanziera “Italiani a Rio” diretta da Michele Massimo Tarantini, che abita realmente a Rio, con Mauro Di Francesco, Silvio Spaccesi, Gianni Ciardo e Clelia Rondinella. Quasi terribile, anzi, togliamo il quasi. Rai Due sgancia inutilmente alle 3, 15 il favoloso “Donnie Darko” di Richard Kelly con Jake Gyllenhall alle prese con un buco spaziotemporale e un comiglio gigante morto. Rete 4 ri-ripresenta la comemdia sexy senese “Quel movimento che mi piace tanto” di Franco Rossetti con Cinzia Monreale e Renzo Montagnani in versione quasi renziana.

 

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Se siete ancora svegli, alle 3,55 su Italia 1 è imperdibile l’apparizione di Anna Falchi nel bel film politico di Marco Risi “Nel continente nero” con Corso Salani e Diego Abatantuono. Ma, ripeto… ma il film più raro e stracult della nottata è “Beffe, licenze et amori del decamerone segreto” di Giuseppe Vari su Cine 34 alle 4, 25 con le stakanovista del cinemabis italiano Malisa Longo e Orchidea De Santis, Giacomo Rizzo, Dado Crostarosa, il grosso Renzo Rinaldi.

 

Curioso decamerone girato a San Gimignano, il terzo prodotto da Carlo Infascelli e scritto dal fedele Antonio Racioppi, e il primo e unico diretto, con pseudonimo, da un regista di genere più attivo nel western, vanta qualche fan e qualche interesse critico. Per Davide Pulici, Nocturno: «non è che esistano moltissime ragioni per spendere un’ora e mezza della propria vita su Beffe, licenzie et amori del Decamerone segreto.

 

A parte il nudo dolce e impudico dei seni perfetti di Claudia Bianchi, la sola scena degna di nota è quella in cui Dado Crostarosa, che è un Cecco Angiolieri molto credibile, corteggia madonna Patrizia Viotti declamandole i suoi celebri versi: La stremità mi richer per figliuolo, ed i’ l’appello ben per madre mia; e’ingenerato fu dal fitto duolo, e la mia balia fu malinconia…». 

 

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Il tutto si conclude con il bellissimo Franco&Ciccio movie “I due evasi di Sing Sing”, capolavoro comico diretto da Lucio  Fulci, Rete 4 alle 5. Incassò, secondo Ciccio, un miliardo di lire nel 1964, quando il biglietto costava dalle tre alle seicento lire. E’ anche il primo dei tre film con Franco e Ciccio realizzati dal leggendario produttore barese Ugo Santalucia, già proprietario del cinema Splendor di Bari, poi del Kursaal Santalucia, distributore con la sua Metro-Panta, nata da un accordo con la Metro Goldwyn Mayer, che poi diventerà solo Panta, e produttore in proprio con la Mega Film di Bari. Si narra che partì da Bari con la valigia piena dei soldi degli incassi del cinema per dar vita al suo sogno. Certo con Franco e Ciccio gli andò benissimo. Produrrà anche una decina di film con Ugo Tognazzi e il Ludwig di Luchino Visconti.

 

E’ pure il primo film di Lino Banfi con Franco e Ciccio.  Ops, mi stavo scordando di “I pistoleri maledetti” di William Witney con Audie Murphy programmato per far felice Ciro Ippolito.

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