Un assoluto e continuativo Travaglio di bile, sul Fatto Quotidiano. Già, dopo l'agguato di Beppe Grillo a Giuseppe Conte, dopo quel "sono il garante non sono un cogl***", l'house organ dell'ex premier ha iniziato a cannoneggiare senza soluzione di continuità contro il comico M5s. Marco Travaglio, insomma, è furibondo. Lo voleva e lo vuole a tutti i costi, Conte a capo dei pentastellati, piano per il quale spinge da tempo. Ma ora, il sogno sembra essersi spezzato.
E così ecco che ieri, venerdì 25 giugno, si vedeva un Beppe Grillo in prima pagina intento a sfasciare a mazzate il M5s. Dunque il durissimo fondo del direttore, a cui Travaglio ha dato seguito oggi, ribadendo i concetti a lui cari. Secondo Marco Manetta il "cog***" in questa storia sarebbe Beppe Grillo. E ora, ha aggiunto Travaglio, il M5s - dopo quanto fatto dal comico - potrà essere guidato soltanto da un "cog*** servo sciocco". Crisi di nervi vera, insomma, quella del direttore.
E così, per continuare a menar fendenti contro il comico - ah, come cambiano in fretta le cose della vita ... -, ecco che oggi, sabato 26 giugno, Travaglio arma anche la penna di Vauro. Nella parte alta della vignetta ecco una pipa e il classico "ceci n'est pas une pipe", questa non è una pipa, il capolavoro di Magritte. Sotto, ecco la raffigurazione di un Grillo furibondo e in calce la scritta: "Ceci n'est pas un couillon", ossia "questo non è un cogl***". Insomma, il comico si becca del "cogl***" per l'ennesima volta.
TRAVAGLIO
"AAA cogl***e cercasi", scrive Marco Travaglio nel suo editoriale su Il Fatto quotidiano. E visto che Giuseppe Conte non ha nessuna intenzione di ricoprire questo ruolo Beppe Grillo dovrà trovare qualcun altro. L'Elevato immaginava che l'ex presidente del Consiglio "avrebbe accettato di fare il re travicello, il pennacchio tira-voti, il fiore o la pochette all'occhiello", mentre lui "avrebbe seguitato a comandare con la lucidità che ultimamente gli è propria".
Infatti, prosegue il direttore de Il Fatto, "ha suggerito a Conte, che si avvaleva di consiglieri come la Mazzucato, di 'studiare cos' è il M5S' dopo aver consegnato la tessera onoraria a Draghi e a Cingolani, che invece cos' è il M5S lo sanno bene, infatti si circondano di liberisti e antiambientalisti". Concetto che Marco Travaglio aveva già espresso nell'editoriale di ieri venerdì 25 giugno.
E Giuseppe Conte a questo punto, che cogl***e non è, osserva ancora Travaglio, "non potrà che respingere la proposta indecente. E Grillo dovrà farla a qualcun altro". "Ma chi potrà accettarla?", si chiede dunque il direttore. "Non certo un big in grado di recuperare o almeno mantenere i voti: al massimo un cogl***e, un servo sciocco a caccia di medagliette-patacca". Un cogl***e evidentemente difficile da trovare.
beppe grillo giuseppe conte luigi di maio
"E, senza un capo politico degno di questo nome, i 5Stelle defungeranno a breve", è la nerissima profezia finale di Travaglio. "E lasceranno orfani milioni di elettori che costringeranno Conte, volente o nolente, a dare loro una casa".
Insomma, conclude il direttore, "delle due l'una: o Grillo si accorge del disastro che ha combinato e rimedia finché è in tempo; o tutto può accadere. Anche che, nel processo di omologazione ai suoi acerrimi nemici, lanci un anatema alla Fassino: 'Se Conte vuol fare politica, fondi un partito e vediamo quanti voti prende'".
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