Angelo Molica Franco per il “Fatto quotidiano”
"È lungo 336 pagine, dense ma trascinanti, l' impaginazione è agevole: il consiglio è di stimare circa 5/6 ore di lettura". Se leggendo tale descrizione, si fosse sfiorati dal dubbio si tratti di una libreria composita, "densa e trascinante" per l' appunto, di un noto marchio svedese che richiede "5/6 ore" di operazioni di montaggio, o ancora se si tratti della posologia di un nuovo farmaco sperimentale, anch' esso "denso e trascinante" e che concede "5/6 ore" di sollievo da un qualche malanno, ebbene tale dubbio sarebbe più che ragionevole.
Tuttavia, si tratta del nuovo romanzo di Elena Ferrante, La vita bugiarda degli adulti, che chi scrive ha ricevuto oggi a tarda notte "molto tardi, a pagine dei giornali chiuse" per volere della casa editrice e/o che ha organizzato un vero e proprio "lancio in contemporanea", in modo che selezionati giornalisti "possano ricevere il testo nello stesso momento".
La comunicazione che nei mesi addietro ha preceduto l' uscita del nuovo romanzo - aggettivato sempre come "atteso" o "attesissimo" - sperimenta un che di americano (si nota, ormai, che la casa editrice ha acquisito una caratura international grazie alle sedi in America e nel mondo arabo, sedi che senza il successo internazionale riscosso dai libri di Elena Ferrante sarebbero state impossibili da varare): tutto è cominciato mesi fa con una mail recante la data di uscita, il 7 novembre 2019, senza rendere noto il titolo ma con un breve estratto che inizia così: "Due anni prima di andarsene di casa mio padre disse a mia madre che ero molto brutta".
Un mese dopo, i "gentilissimi colleghi" giornalisti venivano istruiti su come e quando avrebbero ricevuto l' impaginato prima e il volume dopo del nuovo romanzo di Ferrante.
"L' attesa attorno a questa nuova storia è altissima", scrivono gli amici della e/o, che si dicono certi che "verrà accolta dai lettori con il calore che merita", un po' dimentichi della lezione di Lorenzo il Magnifico che, più di qualche secolo fa, recitava che "del doman non v' è certezza".
Il tono capziosamente e gentilmente persuasivo - una costante dei comunicati stampa e più in generale delle comunicazioni ufficio stampa/giornalisti - qui assume un plusvalore: forti, infatti, del riscontro del pubblico che ha di fatto trasformato Elena Ferrante nel fenomeno editoriale più rilevante degli ultimi anni del panorama non solo italiano ma soprattutto internazionale (parliamo, infatti di undici milioni di copie vendute in tutto il mondo), gli editori sembrano voler in qualche modo creare attesa e aspettativa anche nella stampa italiana, colpevole - c' è da dirlo - di aver snobbato i romanzi dell' autrice, o meglio, di essersi fatta solleticare più da curiosità biografiche e anagrafiche che ne hanno forse viziato la valutazione letteraria; di aver probabilmente confinato sotto l' etichetta "pop" questa autrice fantasma seppure nota a tutti e di averla, in virtù di questo marchio, messa da parte.
Mentre invece, all' estero è inneggiata a gran voce forse anche per il suo anonimato: nel 2016, il Times l' ha per paradosso e meriti inserita tra le cento persone più influenti al mondo; nel 2013 sul New Yorker, il critico James Wood parla di "gioia letteraria" riguardo a I giorni dell' abbandono; per Francis Wilson del Times Literary Supplement, "l' anonimato della Ferrante lascia ai suoi lettori un prezioso spazio vuoto dove scatenarsi a fantasticare su di lei".
E proprio negli Stati Uniti, bisognerà aspettare il 9 giugno per leggere la traduzione in inglese di questo decimo libro, The Lying Life of Adults, ma basta che l' account twitter di Europa Edition (la sede americana di e/o) pubblichi l' incipit del nuovo romanzo, che persino il New York Times si scomoda per darne notizia ai propri lettori.
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Di La vita bugiarda degli adulti sappiamo solo che è "un romanzo forte, importante, in cui l' autrice porta avanti i suoi temi con la voce che ci è nota e che tanto è stata amata", così ci comunicano gli editori. Adesso che è arrivato nella notte, non ci resta che leggerlo e dirvi com' è.
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