Estratto dell'articolo di Maria Volpe per corriere.it
Ancora una volta il Festival di Sanremo è preceduto da polemiche.
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Da giorni Diego Costacurta - coordinatore provinciale imperiese del Comitato di Liberazione Nazionale e membro attivo del collettivo Pecora Nera — è molto attivo e ha annunciato di voler invitare tutti i pacifisti d’Italia a riunirsi: «Occuperemo le strade di Sanremo». Alla fine è stata effettivamente organizzata una manifestazione dal Comitato di liberazione nazionale (Cln) con l’associazione Pecora nera, per sabato 11 febbraio, a Sanremo, come forma di protesta. «Sono invitati i rappresentanti di tutte le confessioni religiose, ma anche gruppi politici e privati cittadini - ha detto Diego Costacurta (Cln), uno degli organizzatori - che guardano alla pacificazione di un’Europa martoriata dalla violenza. E’ un modo per mostrare il nostro disappunto contro l’indegna proposta di offrire a Zelensky uno spazio di propaganda bellica durante la principale trasmissione di intrattenimento popolare del palinsesto di RaiUno». Costacurta si era reso protagonista tempo fa di un’aspra polemica con l’infettivologo Matteo Bassetti: gli aveva contestato le sue posizioni pro vaccino anti covid 19.
intervento di zelensky a davos 2023
Le presa di posizione di Diego Costacurta contro la partecipazione di Zelensky al Festival ha trovato una eco tra personaggi noti. Il vignettista Vauro Senesi si scaglia contro la decisione di Amadeus di ospitare un videomessaggio del presidente ucraino: «Sabato 11 febbraio se potrò sarò a manifestazione pacifisti sennò invierò vignetta. Trovo che sia una scelta squallida, Zelensky è il leader di un paese in guerra, il mainstream italiano lo continua a dipingere come l’eroe in maglietta, sembra un personaggio di un fumetto. Questo invito diventa una propaganda bellica in un momento in cui c’è bisogno di parlare di diplomazia, di cessate il fuoco e di pace».
E c’è anche la posizione di Moni Ovadia che si spinge oltre e dice: «Basta umiliazioni a Putin». L’attore e musicista in un’intervista al Fatto Quotidiano sostiene che la decisione faccia parte di una «mediatizzazione ossessiva della guerra». E che l’Italia faccia «strame della Costituzione promuovendo una deriva militarista furiosa». Secondo Ovadia «non si può spettacolarizzare la guerra. Tanto meno in un programma che ospita canzoni e che è visto in tutto il mondo. Il messaggio che mandiamo a Putin è che vogliamo schiacciarlo. E lui può essere molto cattivo, quindi non è conveniente».
E anche Mario Giordano, giornalista e conduttore di «Fuori dal coro» su Retequattro, di tutt’altra parte politica, prende posizione e ha urlato martedì in diretta durante la puntata del suo programma: «Zelensky va a Sanremo a chiedere più armi lì sul palco tra Gianni Morandi, Chiara Ferragni, i Cugini di Campagna e Amadeus. Zelensky giù le mani da Sanremo».
Seppur indirettamente, anche Beppe Grillo contesta l’idea di Zelensky al Festival di Sanremo
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