Estratto dell’articolo di Marco Franchi per “il Fatto Quotidiano”
"Al fine di ottenere un accordo transattivo con Mediaset, Emilio Fede aveva deciso di chiedere a Gaetano Ferri un 'lavoro nuovo', cioè la predisposizione di ulteriore materiale fotografico artefatto, sia riferibile al direttore informazione di Mediaset Mauro Crippa (questa volta le fotografie avrebbero dovuto ritrarlo mentre sniffava), sia riferibile a Fedele Confalonieri (fotografie che avrebbero dovuto ritrarlo mentre compiva atti sessuali con giovani ragazzi)".
È scritto così nella sentenza della Corte di Cassazione che conferma la condanna d' appello di Gaetano Ferri. Parliamo dell' ex militare della Legione Straniera di origini napoletane, poi diventato personal trainer della "Milano bene". Ferri, protagonista insieme con Fede dello scandalo sui fotomontaggi dei vertici Mediaset.
La vicenda, di cui si era già parlato, ora però ha il timbro della Cassazione. Scrive la Suprema Corte: "Ferri era stato processato con il rito abbreviato per due ipotesi di estorsione e una di tentata estorsione".
Aggiunge: "Gli veniva contestata una tentata estorsione perché avrebbe predisposto artatamente del materiale fotografico di contenuto lesivo dell' immagine di Crippa, da utilizzare come strumento di minaccia e pressione per indurre Mediaset a non dare corso al licenziamento di Emilio Fede".
Non solo: a Ferri, ricostruisce la Cassazione, "veniva anche contestata una estorsione consumata perché, minacciando la diffusione su organi di stampa del contenuto di alcune conversazioni intercorse con Fede, lo avrebbe costretto a versargli somme di denaro conseguendo un ingiusto profitto".
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L' ex direttore del Tg4, accusato di estorsione e tentata estorsione, secondo i pm avrebbe chiesto a Ferri e ad altre due persone di assemblare fotomontaggi che avevano come soggetto Crippa e Confalonieri.
Stando ai pm, il giornalista fece assemblare immagini "che potevano distruggere la carriera di Crippa" e poi attraverso una serie di "pressioni e minacce", in pratica, come sostenuto dal pm in requisitoria, avrebbe costretto "Crippa, Confalonieri ma anche lo stesso Silvio Berlusconi" a fargli avere "un accordo più vantaggioso con una buonuscita di 820 mila euro e un contratto di collaborazione di 3 anni".
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Ferri parlando con il Fatto rispose per le rime: "Non avevo alcun motivo di taroccarli, gli audio sono autentici e per dimostrarlo sono disposto ad andare in tribunale".
E aggiunse: "Lui dice che quando ci siamo incontrati io ero appena uscito da un giro di droga, falso, e che il padre della mia compagna è un mafioso, invece è solo un ex ferroviere oggi pensionato che arriva da un paesino della Sila, per questo firmerò una querela per diffamazione contro Fede". (…)