Ci sono degli "strani amori" con la donna invisibile in questa nuova puntata di "Batman e Wondertrans" ?@Fiorello @fabriggio @laurapausini
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— Viva Rai 2 (@ViVaRai2Off) March 27, 2023
Estratto dell’articolo di Paola Italiano per La Stampa
BIGGIO WONDER TRANS E FIORELLO BATMAN
La cantante, il sosia di Elvis, quello di Thomas Milian, il salutatore, un attore, un bambino di Bruxelles sulle spalle dello zio, un «reduce del Karaoke di Italia 1 nel 1994», come da cartello appeso al collo. «Sta diventando una corrida qui», dice Fiorello nel baretto dietro l’angolo di via Asiago, mentre riprende con il telefono la corte dei miracoli che ogni mattina lo viene a trovare a colazione al bar.
Un bugigattolo dove ci stanno sì e no 6-7 persone, tutti non si può entrare, la gente si assiepa all’entrata, aspetta il suo turno di passare davanti a Fiore per la diretta social quotidiana che precede Viva Rai2! - un saluto, un messaggio, una canzone, una poesia –. Quelli dietro allungano il collo per vederlo, alzano le braccia per uno scatto o un video, come si fa a un concerto. E invece sono le cinque del mattino, Roma dorme, la notte è ancora scura, le strade deserte, eppure al «Bar di guerre stellari», un silenzio che profuma di caffè e cornetto caldo viene rotto dagli applausi: «Sssssshhhhh, esultate piano, che qui protestano».
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LILLO BIGGIO WONDER TRANS E FIORELLO BATMAN
Dopo la diretta Instagram si torna in via Asiago, dove per strada, davanti al «glass» in cui Fiorello e Biggio e tutto il cast attorno commentano le notizie, cominciano i movimenti per la diretta su Rai 2 alle sette e un quarto. Quello che la tv non fa percepire con esattezza è l’imponenza della produzione e la precisione della macchina a cui lavorano circa 200 persone tra autori, produttori, tecnici, ballerini, musicisti, sarti, coreografi. Al piano terra della sede Rai di via Asiago c’è una sala riunioni, dalla strada si intravede dentro la finestra: «Nasce tutto qua – spiega Fiorello – dopo la trasmissione al mattino ci riuniamo e tiriamo giù delle idee tutti insieme. L’idea di Batman e Wonder Trans, per esempio, ci è venuta per caso, era il compleanno di Christian Bale, ho chiesto se c’era un costume da Batman, e c’era: il più brutto che si sia mai visto. L’ho indossato e quello già faceva ridere».
BIGGIO WONDER TRANS E FIORELLO BATMAN ROSA CHEMICAL
Wonder Trans invece è Fabrizio Biggio con i suoi baffetti vestito da Wonder Woman, ormai un classico dei siparietti di Viva Rai2!, e in questi tempi di sensibilità molto suscettibili, viene da chiedersi perché con Fiorello nessuno protesti. «Certo che protestano. Come è naturale che succeda nel 2023, ora ci sono i social. Prima magari si arrabbiavano lo stesso, ma al massimo si sfogavano al bar, ora possono farlo pubblicamente. Però ormai abbiamo fatto il callo alle proteste, perché si protesta su qualsiasi cosa. Davvero: qualsiasi cosa. E spesso dando giudizi senza alcuna competenza. E allora io ho smesso di farmi problemi, perché protestare su tutto equivale a protestare su niente. Nessuna autocensura».
BIGGIO WONDER TRANS E FIORELLO BATMAN
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Tra l’altro in trasmissione, nella folla che circonda ogni mattino Fiorello, a volte compare anche la figlia di Fiorello, quella cui Meloni faceva da baby sitter, che ha 16 anni, fa il liceo classico. «Giorgia non la faceva giocare con le Barbie, non voleva nemmeno che guardasse i cartoni con le principesse», racconta Fiore, che si dice contento della ragazza in in trasmissione («sono le prime volte che mi cerca da quel punto di vista»), ma che preferirebbe non vederla nel mondo dello spettacolo in futuro. «Perché so com’è questo mondo. Se lo facesse, dovrebbe fare una cosa totalmente diversa da quello che faccio io.
Ad esempio, è una brava pianista e anzi: colgo l’occasione per farle un appello pubblico perché riprenda a suonare, si è fermata dopo 5 anni di conservatorio e tre da privatista. Allora andrebbe benissimo, ma se facesse la showgirl che balla canta suona allora direbbero che è figlia di, con tutti i problemi dei figli di. Tra l’altro – prosegue – fino a 14 anni non sapeva nemmeno cosa fossero il pop e il rap. Il suo mito erano Martha Argerich e Lang Lang, ci portava a vedere i loro concerti, Lang Lang l’abbiamo anche incontrato: ha delle dita così lunghe che quando è venuto a salutarci stavano ancora suonando».
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