Francesca Angeleri per www.corriere.it
«Sono cresciuta in una famiglia in cui non nessuno ha mai fatto differenze di alcun genere. Non per il colore della pelle, non per la religione, tanto meno per il sesso. Mia sorella è sempre stata bisessuale e non è mai stato neppure lontanamente un problema per noi». Barbara Bouchet sarà la madrina della 37 esima edizione del Lovers Film Festival diretto da Vladimir Luxuria che inaugura martedì e fino al 1 maggio si svolgerà presso il Cinema Massimo.
Martedì sera, all’inaugurazione, Bouchet dialogherà a 360° con la direttrice Luxuria parlando a tutto tondo di una carriera di oltre 60 anni che l’ha portata ad essere amata e apprezzata da tutti e tutte. Quentin Tarantino e donne italiane comprese.
Come è nato questo suo madrinaggio al Lovers?
«Un giorno ero in Stazione Centrale a Milano e ho incontrato per caso Vladimir. Abbiamo fatto due chiacchiere poi ci siamo salutate. È tornata indietro e mi ha chiesto il numero di telefono perché, diceva, le era venuta un’idea. Ed eccoci qui».
Quale sarà il suo apporto al festival?
barbara bouchet la badessa di castro 3
«Porto la mia condivisione, il mio dire assolutamente Si ai diritti civili per tutti. Sostengo che la comunità Lgbtq+ debba avere gli stessi diritti di tutti gli altri».
Quando lei arrivò, l’Italia era razzista?
«All’inizio no. Venivo dalla California dove si conviveva con altre comunità diverse per colore, religione, gusti sessuali. Nessuno lo trovava strano in alcun modo. Ho certamente più amici gay che etero, sono persone squisite con cui ho una grande affinità. Non so dove sarei senza di loro».
lino banfi barbara bouchet spaghetti a mezzanotte
Le donne ai tempi dei suoi film sexy morivano di gelosia per lei?
«Le donne italiane mi hanno sempre portato rispetto e dimostrato affetto. Sono loro molto grata. Ancora oggi mi fanno i complimenti che, fatti da una donna, per me, valgono dieci volte di più. Le mie migliori amiche sono tutte donne: Iva Zanicchi, Gloria Guida, Marisa Laurito. Più di tutte Corinne Clery».
Quando era piccola, anche lei è stata una profuga. Cosa ricorda?
«Sono un’immigrata da sempre. La mia famiglia ha dovuto lasciare la Cecoslovacchia a causa dell’invasione russa. Dissero a mio nonno di prendere il suo cappello e di andarsene. Vennero sfollati in un campo profughi in Germania.
barbara bouchet ugo tognazzi l'anatra all'arancia
I bambini, se intorno non ci sono gli orrori della guerra, trovano fortunatamente sempre il modo di adattarsi. Poi siamo andati con i miei genitori in America, raccoglievamo tutti il cotone nei campi. Mi sono sempre arrangiata. Quando vedo cosa sta accadendo in Ucraina, con le vite delle persone in fuga stipate nei loro trolley, la sofferenza mi invade. Prego solo finisca pesto».
Cosa desidera oggi?
«Mi piace tanto il mio lavoro. Le mattine in cui mi sveglio e ho un set dove andare sono felice. Accetto tutto, i ruoli da bisnonna anche. Non sono tormentata dal mio passato, dal ‘Ero considerata una donna bellissima, un simbolo del sesso...’. Mi basta continuare a lavorare e stare bene in salute».
barbara bouchet la badessa di castro
Polemizza sulla mancanza dei ruoli per donne mature?
«È vero, non ci sono, neppure negli Stati Uniti. L’unico posto dove si trovano è la Francia. Io però non mi lamento, piuttosto mi accontento dei ruoli minori».
Era vera la rivalità tra lei e Edwige Fenech?
«Non siamo mai state amiche ma neanche nemiche. Facevamo talmente tanti film entrambe che eravamo ogni giorno occupate su qualche set. I produttori volevano sempre l’una o l’altra».
Suo figlio Alessandro Borghese è in una bagarre mediatica per le sue affermazioni circa il lavorare gratis in cucina per imparare. Cosa ne pensa?
«Credo che sia stato un po’ travisato. Entrambi i miei figli sono stati cresciuti con l’insegnamento di cavarsela da soli, senza aiuti finanziari da parte mia. Alessandro ha fatto una grande gavetta, entrando e uscendo da cucine che spesso chiudevano e ritrovandosi in mezzo a una strada. È un grande lavoratore. Anche io ho fatto gavetta, tenevo gli occhi aperti per capire, imparare».
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Le piace Torino?
«Tantissimo. Qui c’è il migliore pubblico teatrale d’Italia. Al Museo del Cinema regalerò tutti i miei premi che ho ricevuto nella carriera e anche tante altre cose».
Tarantino?
«Grazie a lui tutti i miei film hanno rivissuto una seconda giovinezza. Sarebbero finiti nel dimenticatoio. Non ci volevo credere quando ha detto che ero la sua attrice preferita. Pensare che io non avevo mai visto un suo film, non amo gli splatter».
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Vede altri amori nel suo futuro?
«Ho avuto un lungo matrimonio. Sono una che sta bene con se stessa, anche da sola. Se arriva un nuovo amore sono qui ad aspettarlo. Altrimenti va bene così».
Ha un suo film preferito?
«Impossibile dirlo con 120 film alle spalle. Alcuni sono stati pubblicizzati meglio e quindi hanno un posto speciale per il pubblico, come Spaghetti a mezzanotte, Milano calibro 9, Casino Royale…».
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