Erica Dellapasqua per roma.corriere.it - Estratti
Aveva già scalato la balaustra, pronto a tuffarsi nel gelido Tevere rinnovando così una tradizione che dura da 35 anni. E invece Maurizio Palmulli, storico bagnino di Ostia, a 71 anni anziché il tuffo in avanti l'1 gennaio 2024 ha fatto un passo indietro: «Ho sentito un brutto formicolio alla schiena, proprio vicino alle fratture delle vertebre - racconta ora, ancora provato e sdraiato a letto -, poi ho pensato a quello che mi aveva detto il dottore all'ultimo controllo al San Camillo: "Così finirai in carrozzina..."».
E allora ha rinunciato. Basta, più nessun tuffo l'1 gennaio dopo una lunga e onorata carriera, non solo nella Capitale: «Mi sono tuffato anche all'estero, dal Tower Bridge, in Francia, ho cinque figli, sei nipoti e altri due in arrivo, mentre ero là sopra a un certo punto ho pensato che a 71 anni non ho più nulla da dimostrare a nessuno, insegnerò ai ragazzi a nuotare in spiaggia, ormai sono in pensione: non fa niente, ho fatto bene così!».
La rinuncia sul ponte
L'appuntamento, come ogni anno dal 1989 e indipendentemente dal meteo, era sul ponte Cavour, in centro a Roma. Palmulli aveva il suo pubblico, che non l'ha tradito neppure quest'anno. «Forza, daiiii Mauri'!!!», lo incitavano tutti, assiepati ai suoi piedi mentre lui era già in bilico sul «cornicione», coi piedi calati verso l'acqua. «Dopo la fitta alla schiena ho guardato giù - continua il suo racconto Palmulli -, 18 metri, come ho detto mi è tornata in mente la visita che avevo fatto col neurochirurgo il 28 dicembre, quando mi ha detto che rischiavo di finire sulla carrozzina, e ho pensato che questa volta doveva vincere la ragione e non il cuore». Ma come se le è causate, tutte queste fratture? «Eh, una vita di tuffi in acqua e non solo, e il fisico non è più quello di un tempo: adesso infatti sono a letto, sto sdraiato da ieri!»
Il figlio Claudio: «Orgoglioso di te»
Le hanno scritto in tanti, dopo la sua rinuncia? «In tantissimi, mi hanno detto "hai fatto bene così, non fa nulla se non te la sei sentita"». Claudio, uno dei suoi figli, disabile, lunedì mattina lo seguiva in diretta dal cellulare con una mano calata sugli occhi e quando ha capito che sì, finalmente gli avrebbe dato retta, gli ha inviato tramite Fb una dedica pubblica: «Sei l’orgoglio di questa fantastica città, soprattutto il mio. Grazie per avermi ascoltato. Daje pa. Ti si ama!»
(…) Lei adesso come sta? «Rammaricato, credo, ma va bene così».