(ANSA) "Sono allibito per la notizia pubblicata dal Fatto Quotidiano, con richiamo in prima pagina, dal titolo "Vecchioni ricorda: Geronimo e soci mi rubarono pure le mutande" ripreso poi parzialmente dal sito Dagospia e da altri".
Lo scrive in una nota Geronimo La Russa, primogenito del presidente del Senato, trovando "incredibile che Vecchioni, intervistato dal noto giornalista del Fatto, Scanzi, provi a gettare immotivatamente e falsamente discredito su me e sulla mia famiglia già oggetto in questi giorni di particolare attenzione mediatica".
Il riferimento è ad un articolo che riprende un aneddoto raccontato dal cantautore alla Gaberiana - il festival organizzato da Andrea Scanzi a Firenze in ricordo di Giorgio Gaber - durante il quale Vecchioni ha raccontato di una festa organizzata nel 1997 da sua figlia, allora quattordicenne, durante la quale avrebbe subito danni e piccoli furti in casa.
Geronimo La Russa, spiegando di aver "dato mandato al mio avvocato Vinicio Nardo affinchè tuteli in ogni sede competente la mia onorabilità", osserva che "Vecchioni, che già all'epoca in cui ero minorenne incentrò le sue attenzioni solo sul figlio diciasettenne di un deputato di destra, cioè mio padre, a distanza di 26 anni dovrebbe sapere benissimo che nei miei confronti non ci fu alcuna imputazione e che non fui affatto 'perdonato' in quanto il perdono giudiziale può essere concesso solo a chi è imputato e colpevole e io non lo sono mai stato!". "Altri giovani conoscenti che parteciparono alla festa della figlia di Vecchioni - conclude Geronimo La Russa - ebbero invece conseguenze giudiziarie ed io ne presi immediatamente le distanze".