Estratto dell’articolo di Marco Bresolin per “la Stampa”
Manfred Weber e Ursula von der leyen
Il primo via libera del Parlamento europeo alla legge sul ripristino della natura ha permesso di mettere in salvo il Green Deal, marchio di fabbrica della commissione guidata da Ursula von der Leyen. E ha messo nell'angolo il suo principale oppositore interno, il leader popolare Manfred Weber, che aveva cercato in ogni modo di boicottare il provvedimento-simbolo andando a braccetto con i gruppi dell'estrema destra.
«Pur sapendo lui stesso che un'alleanza con i sovranisti è impossibile, ha usato questo schema per cercare di bruciare von der Leyen. Ma ha giocato troppo col fuoco ed è stato travolto dal ritorno di fiamma» si sfoga un eurodeputato del Ppe. Uno scenario che ha (ulteriormente) spianato la strada alla presidente per un altro mandato alla guida dell'esecutivo europeo.
Ma il bis di von der Leyen è tutt'altro che scontato perché i contatti a margine del vertice Nato di Vilnius le hanno permesso di tornare a Bruxelles con una certezza: esiste una finestra di opportunità per fare il salto alla guida dell'Alleanza atlantica. Tanto che a Palazzo Berlaymont circola sempre con più insistenza il nome del suo possibile successore: il premier croato Andrej Plenkovic, esponente di spicco del Ppe.
La partita è ancora aperta, anche perché gli sviluppi della guerra in Ucraina rappresentano certamente un'incognita per la Nato. Ma in questo momento von der Leyen si trova di fronte a un bivio. Il suo connazionale Olaf Scholz ed Emmanuel Macron le hanno fatto capire che il loro sostegno per giocare il secondo tempo al vertice della Commissione non mancherà.
Manfred Weber e Ursula von der leyen
[…] Il Ppe […] non può certo opporsi, con buona pace di Weber. E Giorgia Meloni non sembra affatto intenzionata a mettersi di traverso, con buona pace degli alleati leghisti. Con questo scenario, a von der Leyen basterebbe quindi pronunciare il classico «sì, lo voglio» per ottenere una nuova incoronazione. Ma chi la conosce bene scommette che l'anunncio (eventuale) non arriverà in tempi brevi. Il tradizionale discorso sullo Stato dell'Unione a Strasburgo, previsto per metà settembre, sarebbe il giusto palcoscenico, ma von der Leyen con ogni probabilità non scioglierà la riserva prima di dicembre, forse soltanto all'inizio del prossimo anno. E dietro a questo tentennamento c'è proprio l'opzione Nato.
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«Von der Leyen non avrebbe mai accettato l'incarico di segretario generale quest'anno perché avrebbe dovuto lasciare la Commissione con un anno di anticipo – spiega una fonte Ue –, ma l'estensione del mandato di Stoltenberg ha fatto salire le sue quotazioni perché ha spazzato via l'ostacolo della tempistica».
Secondo un diplomatico dell'Alleanza, il prossimo segretario generale dovrà «traghettare la Nato nel futuro all'interno di un nuovo accordo tra Stati Uniti ed Europa per ricostruire un'agenda euro-atlantica, non solo sul fronte militare, ma anche su quello della cooperazione economica». E secondo autorevoli fonti, all'interno dell'Alleanza sono in molti a ritenere che von der Leyen abbia le carte in regola, a partire dal presidente americano Joe Biden e fino al francese Emmanuel Macron. Che si fida di lei e vuole assolutamente un segretario generale di un Paese Ue.
Gli Stati Uniti vorrebbero però evitare che la scelta finisca nel calderone delle nomine Ue, per questo c'è la volontà di anticipare la designazione: non al vertice di Washington di luglio, ma in aprile, in occasione del 75esimo anniversario dell'Alleanza.
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Nel quartier generale della Commissione c'è già un po' aria di smobilitazione. […] Peter Muller, suo consigliere per la comunicazione e "speechwriter", da settembre tornerà a fare il giornalista in Germania. Ma soprattutto il suo capo di gabinetto, Bjoern Seibert, viene dato in partenza per Berlino dove lo aspetta la direzione di un ministero.
C'è stato poi un altro movimento […]: da qualche mese nel gabinetto della presidente è arrivata Tena Misetic per gestire i rapporti con l'Europarlamento. Si tratta di una storica collaboratrice del premier croato Andrej Plenkovic, prima di arrivare a Bruxelles era la sua vice-capo di gabinetto. […]
MANFRED WEBER ABBRACCIA URSULA VON DER LEYEN ANTONIO TAJANI ANDREJ PLENKOVIC