Maurizio Castellani per ‘Avvenire’
CROZZA RIDE, ALLE SUE BATTUTE
Sappiamo di essere impopolari e di metterci contro molti dei 15 milioni di italiani che, pare, abbiano seguito la comicità al pesto duro e vado tranquillo di Maurizio Crozza, ma a noi il ricicciaggio della sua copertina sanremese non ha fatto ridere. Ride solo lui - ed è sintomo di insicurezza farlo alle proprie battute - ormai alle sparate da repertorio vintage sui politici (Renzi, Salvini, Padoan, Gentiloni e la Raggi nella top five sanremese).
ubaldo pantani come roberto d agostino dopofestival di nicola savino
Conti ci ricorda che ci troviamo difronte a un «fuoriclasse», sì ma dei brevilinei: Crozza funziona nei dieci minuti di copertina in diretta (quella sanremese qualcuno ha sospettato fosse anche registrata) e grazie a una squadra di autori che meriterebbero un riconoscimento speciale per l' abnegazione che chiameremo "premio Salvatore Nicotra" in onore di un italiano vero, l' impiegato che da quarant' anni non salta un giorno di lavoro. Il genovese Crozza ricorda che non è Maria, «per il mio lavoro voglio essere pagato», però non accetta più il confronto diretto con Sanremo dove viene presentato come il più grande mattatore sul mercato.
Titolo che forse meriterebbero di più Checco Zalone e Fiorello. Due che a Sanremo non ci vanno, e non perché lo considerano un palco letale, ma perché a differenza di Crozza non soffrono di bulimia da piccolo schermo.
DOPOFESTIVAL PER MARZULLIANI CRONICI
Al trionfo del cavallo di Troia di Sanremo 2017 partecipa anche il Dopofestival. Più 54%, oltre 2 milioni di telespettatori all' alba per Nicola Savino e la Gialappa' s che conquistano anche i sonnambuli cronici della mezzanotte marzulliana. Un peccato andare in onda così tardi, perché nel salotto pop almeno a notte fonda si parla finalmente di canzoni. E ci sta bene anche il trashologo Roberto D' Agostino nell' imitazione perfetta che ne fa Ubaldo Pantani.
Meno memorabile il suo Bob Dylan all' Ariston, ma Pantani è stato penalizzato anche dall' orario. Il comico trasformista toscano non è inferiore a Crozza, ma pur essendo della stessa scuderia, il team di Beppe Caschetto, corre con una moto che ha qualche decina di autori in meno. La differenza è tutta là, e nella possibilità di esibirsi in orari umani e civili, anche per Marzullo.