Romain Burrel per “Les InRocks”
E’ stato il romanzo sportivo dell’inverno, il sextape di Valbuena. Non è né il primo né l’ultimo esempio del genere e ormai il fenomeno non riguarda più solo le celebrità. Secondo un recente sondaggio francese, il 28% degli intervistati è pronto a riprendersi mentre fa sesso, l’11% ammette di averlo già fatto. Le cifre cambiano quando si tratta dei più giovani, si sale al 55 % per i maschi tra i 18 e i 24 anni e al 41% per le femmine della stessa età. Esisterebbe dunque una “generazione sextape”, cresciuta con internet e con la onnipresente tecnologia.
E’ il caso di Ruben, 24 anni, che si è già filmato con la compagna: «Due o tre volte, per gioco. Il cellulare è talmente presente nelle nostre vite che ci è venuto naturale. Con una telecamerina in tasca ci sentiamo un po’ tutti pornostar, no?».
Marie, 29 anni, ha proposto al fidanzato di girare un video prima di separarsi per qualche mese perché uno dei due andrà a lavorare all’estero: «Preferisco che si tocchi pensando a me invece che guardando una bulgara sui siti porno. Sembra più un selfie fatto durante l’amore che un film». Il paragone è pertinente.
Dice il sessuologo Alain Héril: «Molte coppie che ho in terapia mi raccontano di filmarsi in intimità per poi consultare il video più tardi ed eccitarsi di nuovo. La loro immagine diventa fonte di auto-eccitazione. E’ molto narcisistico e, come il selfie, serve a catturare l’immagine di sé, a crearsi ricordi di giovinezza. E’ una lotta contro la minaccia di sparizione, una maniera per lasciare una traccia e affermare “Io esisto”».
E’ sempre esistita la riproduzione amatoriale, da quando si può registrare, solo che oggi quel contenuto è facile da ottenere e distribuire, basta avere un cellulare e una rete. Ormai i siti di streaming porno debordano di sextape anonimi. E’ porno della gente, per la gente.
La categoria è tra le più ricercate di Pornhub ma spesso questi video non sono autentici, si tratta di falsi con attori debuttanti, o scarti piratati agli studi. I sextape che fanno la storia sono originali come quelli di Pamela Anderson, Tonya Harding, Paris Hilton e Kim Kardashian.
Tutte hanno guadagnato soldi e fama. Al falso sextape di Montana Fishburne il pubblico non ha creduto. Il filmino hard di Valbuena potrebbe essere diffuso sui siti ma, senza la sua autorizzazione sarebbe furto. La questione centrale resta il consenso: accettare di girare un sextape non equivale ad autorizzare la sua diffusione. Diffusione che ha il fine di essere utilizzata dal pubblico, soprattutto in forma di masturbazione. Roba da codice penale, ma si dovrebbe adottare una nuova e più adatta legislazione per reati simili, come stanno tentando di fare Stati Uniti, Norvegia e Danimarca.
Il revenge porn e i leak intimi vanno aumentando, e niente sembra spaventare gli amanti apprendisti-cineasti. Questa generazione ha così tanta confidenza con la tecnologia che non si rende conto che una foto o un video possono rovinare la vita in un clic.