John Walsh per “The Independent”
Un vecchio orologio a muro, un camino vittoriano in marmo, lussuosi arredi: il salotto londinese di Bruce e Nina non sembra proprio nascondere una stanza “bondage“, se non fosse per quell’anello di metallo appeso al soffitto. Lui cinquantenne, lei trentenne, sono due professionisti dello “shibari”, la tecnica erotica di legatura giapponese. Per mezz’ora Bruce fa intricati nodi sul corpo della sua compagna. Sono figure chiave del circuito BDSM, pionieri del gruppo di insegnamento e fondatori del ”London Festival of Bondage”.
Spiega Bruce: «Molta gente pensa al bondage come a segretarie legate alle sedie e casalinghe imbrigliate sul pavimento della cucina, ma non è così. Lo descriverei come un “tango aereo”, fatto con trasporto e passione. Ho visto persone in lacrime, dopo essere state legate. Sblocca un flusso emozionale. Alcuni dicono che abbia un effetto meditativo. Silenzia il brusio quotidiano».
Come si sente Nina quando è incordata? «Ho più consapevolezza di me stessa, del mio corpo, del mio cervello, della mia psicologia, e comprendo meglio gli altri. La parte sessuale è solo una piccola componente. Non è quello il motivo per cui faccio “bondage”. E’ una crescita personale».
La coppia insiste nel dire che appartiene al lato più gentile del mondo sadomaso: «Si parla sempre delle fruste e delle catene, ma nel BDSM si fanno molte attività non violente». Hanno letto “Cinquanta sfumature di grigio”?: «Alcune pagine, ma è una formula “mainstream, dove Mister Grey fa quello che fa perché ha avuto un’infanzia travagliata. Non è questo il motivo per cui si ama il sadomaso. Nessuno lo ammette, ma in molti vogliono essere sculacciati e incatenati. Ci sono pochi uomini che non si eccitano davanti al vestito di Catwoman».
Non è una pratica pericolosa? «Nel bondage esistono protocolli da rispettare e contratti da schiavo, modi in cui rivolgersi, posizioni da assumere, comportamenti da tenere. E’ un sistema militaresco. Però non cerchi di ferire gli altri, cerchi solo di metterli a proprio agio. Noi due non ci leghiamo molto in privato. Se lo facciamo, è in un contesto sessuale. E’ un gioco per adulti con un orgasmo per premio».