Antonio D’Orrico per “Sette – Corriere della Sera”
IL ROMANZO D’AMORE di questa estate cominciò nel 1935 quando scoppia la passione tra Elsa Morante, 23 anni, e Beautiful, come la scrittrice chiamava Richard T.M., un bellissimo diplomatico inglese.
Lui adora la sua «Elsie», la sua «sposina», la sua «tiny» (minuscola), ma sospetta che si faccia pagare dai numerosi amanti che ha.
DUE ANNI DOPO Elsa si innamora di Alberto Moravia, già famosissimo. Richard si batte come un leone contro quel «rovescio di D’Annunzio». Scrive a Elsa: «Sig. M. certamente non ti ama. Due che si amano non si vedono sempre al Caffè!».
Lui non è uno da Caffè: «Io bacio i tuoi piedini e gambe e ginocchia, e bacio te dentro come un pazzo da farti gridare e mordermi d’amore come una tigre». A letto con Elsa, Beautiful non è più inglese ma «napolitano». La ama come si ama nelle canzoni napoletane: «E amara comme sî, te voglio bene. / Te voglio bene e tu mme faje murí».
MORAVIA PENSA CHE ELSA sia una grande scrittrice. Richard no, la sua è «letteratura per signorine». Ma lui la amerà lo stesso e la lascerà coltivare il suo sogno. Tanto: «La terra è piena di stampe inutili».
POI GLI SALTANO I NERVI. Le scrive: sei «bugiarda e puttana». Se ne pente e le porge scuse ufficiali dandole solennemente del lei. Ma fa peggio ancora (eppure era un diplomatico!): «Dicendo così volevo significare che siete una troia».
Tre giorni dopo questa lettera, il 10 giugno 1940, l’Italia entra in guerra e finisce in maniera eclatante l’amore tra Beautiful e Tiny. Lui torna in Inghilterra. Un anno dopo Elsa e Alberto celebrano il matrimonio più importante nella storia della letteratura italiana.
PERÒ C’È UN FINALE ALTERNATIVO. Altrettanto eclatante. Moravia racconta che Beautiful aveva un’altra amante a Venezia (figlia di un gondoliere!) e, essendo bisessuale, stava pure con un tipo «strisciante e abietto».
Ecco la versione del Sig. M.: «Elsa era scappata di casa e si era innamorata di un inglese, un omosessuale che ammazzò davanti a lei il proprio amante. Lo ammazzò sotto i suoi occhi durante una festa. L’amante gli disse: “Spara, spara”. E l’inglese sparò». In qualche modo riuscì a farla franca. Qualche conto forse non torna, ma si tratta di uno splendido romanzo d’amore e morte.
C’È UN TERZO FINALE. Elsa narrò ad Alberto la storia dell’omicidio. Poi ritrattò: se l’era inventata (era una romanziera o no?). Moravia non le credette. E una sera di quarant’anni dopo Elsa, parlando come per caso, gli confidò di aver sempre amato i triangoli composti da un amante anche omosessuale e dall’amante di questi.
Una mezza ritrattazione della ritrattazione? Un’altra menzogna? L’estremo sortilegio narrativo degli ex coniugi? Prima nella mia hit parade dell’estate è la biografia Elsa Morante. L’incantatrice di Rossana Dedola (Landau). Il suo ultimo, bellissimo romanzo.
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