Giampiero Mughini per Dagospia
Caro Dago, in merito alle reazioni sconcertate di alcune donne -qualche giorno fa - al fatto che in non ricordo più quale ristorante italiano fosse stato presentato a una donna un menù ove non figuravano i prezzi ciascuna di ciascuna pietanza, e questo sulla base dell’idea pregiudiziale che non sarebbe stata di certo la signora a pagare.
Le donne di cui sto dicendo ne erano inviperite, la reputavano un’offesa fatta al genere femminile, a donne che oggi lavorano e sgobbano come e più degli uomini e che figuriamoci se non sono in grado di pagare un conto al ristorante. Fuori di dubbio, tutti noi uomini del terzo millennio siamo circondati da donne che eccellono nei loro campi professionali.
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Ti sto scrivendo a pochi giorni dalla sera in cui Michela mi ha offerto una sontuosa cena di pesce, e questo perché era il mio compleanno. Se non sbaglio il cameriere aveva portato a me il conto, e subito Michela lo aveva avocato a sé. Detto questo tanto il nostro cameriere che quello da cui siamo partiti si sono comportati correttissimamente. In linea di principio non sta né in cielo né in terra che non sia l’uomo a pagare il conto del ristorante. Ci mancherebbe altro. Ci mancherebbe altro. E’ una linea rossa fissata dai secoli che non si può oltrepassare. E difatti tutto il resto dell’anno sono io che pago le cene a due con Michela. E ci mancherebbe altro.
giampiero mughini casa museo muggenheim
Quando nel 1978 mi dimisi dal “Paese Sera” perché non ne potevo più di lavorare in un quotidiano comunista, andammo a cena in quattro, io, Ernesto Galli della Loggia, Fiamma Nirenstein, una loro amica che non avevo mai visto e che non avrei mai più rivisto. Il conto era di diecimila lire ciascuno. Ernesto e Fiamma pagarono la loro quota, io che in tasca avevo in tutto e per tutto 20mila lire (e non è che nei cassetti di casa mia in quel momento ne avessi altre) pagai ovviamente la quota mia e dell’altra nostra ospite. E ci mancava altro.
Ognuno nella sua vita si sceglie il suo di Corano. Per me è questo, che se conduco una donna da qualche parte sono io a pagare. Né ricordo che siano state numerose le donne che vi si opponessero. Lo faceva Laura, un’amica che non vedo più da quarant’anni, e che dovevi costringerla con la forza e non sempre ci riuscivi ad accettare di pagarle il cinema o il ristorante. A dire il vero non ne ricordo nessun’altra.
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Ne ricordo una che mi telefonò perché andassimo a vedere un certo film in un certo cinema. Io lo feci apposta di farla entrare per prima e di avviarsi verso il botteghino con un certo vantaggio su di me. Ovvio che mai e poi mai le avrei consentito di pagare, ma mi incuriosiva come si sarebbe comportata. E difatti a due metri dal botteghino si arrestò. Ovviamente le passai innanzi e ovviamente pagai i due biglietti. Ci mancava altro. Ci mancava altro.
Care donne, tutto potrete fare ma non toglierci l’onore di essere noi uomini a pagare quel che va pagato. Ci mancherebbe altro che ci fosse impedito di comportarci da uomini. E’ un articolo del Corano. Ci mancherebbe altro che al ristorante vi fosse dato un menu con i prezzi. Non esiste, non deve esistere. Vi rivolgo un inchino, e un grazie di esistere.
michela pandolfi giampiero mughini foto di bacco
Giampiero Mughini