GIAMPIERO DE CHIARA per Libero Quotidiano
Chissà che avrà pensato Nanni Moretti leggendo gli ascolti del suo documentario Santiago, Italia andato in onda domenica sera su Rai Tre.
Conoscendo il personaggio, magari neanche ci avrà fatto caso. O, avendo ben presente la sua ironia tagliente, avrebbe scherzato su quei quattro gatti che comunque lo seguono ovunque e dovunque, ma quei 239 mila spettatori (il 2.9% di share) sono un po' pochi per un programma Rai. Sono numeri che avvicinano il bel film di Moretti (80 minuti) a quelli di certe televendite notturne che andavano in onda,sempre domenica, nel suo stesso orario.
E proprio nei giorni in cui cade il trentennale della pellicola cult Palombella rossa (uscita al cinema il 15 settembre del 1989), con relativi festeggiamenti e omaggi da parte di quotidiani e settimanali, è un piccolo incidente di percorso che stona.
servizio pubblico La Rai, pur fornendo un ottimo servizio pubblico, non è riuscita a valorizzare l' ultimo lavoro di uno dei pochi registi italiani, di livello internazionale. Moretti (che è alle prese con il montaggio del suo prossimo film Tre piani, in uscita nel 2020), ha ricostruito e celebrato con Santiago, Italia (vincitore di un David di Donatello e di un Nastro d' Argento) il merito di alcuni italiani che durante il golpe di Pinochet in Cile, salvarono persone sulla falsariga di Oscar Schindler, quello di Schindler' s list.
Attraverso le parole dei protagonisti e i materiali dell' epoca, si raccontano nel documentario i mesi successivi al colpo di stato dell' 11 settembre 1973 che pose fine al governo di Salvador Allende. In particolare sul ruolo svolto dall' ambasciata italiana a Santiago, che diede rifugio a centinaia di oppositori del regime del generale Pinochet, consentendo poi loro di raggiungere l' Italia. Un' opera che avrebbe meritato la cornice della prima serata.
Prima del film di Moretti la Rai ha mandato in onda, un altro importante documentario: quello sulla tragedia del Ponte Morandi (Genova ore 11:36) visto da 716mila spettatori (share del 3.51%). Spostare i due programmi avrebbe portato più ascolti al documentario di Moretti. Anche se gli stessi ascolti sulla tragedia genovese, non sono certo stati stati da prima serata di Rai Tre.
Ma al di là delle belle intenzioni e del merito di raccontare storie, fornire informazioni su momenti tragici legati alla nostra Repubblica, fa comunque effetto leggere certi numeri accostati a Nanni Moretti. Numeri, come detto, da televendite notturne o, per rimanere in tema di non fiction, ai documentari sugli animali della savana.
nanni moretti ph adolfo franzo'
imparziale In Santiago, Italia il regista romano non compare in video. Di lui c' è la voce fuori campo mentre lascia la parola ai tanti personaggi che raccontano quello che vissero 45 anni prima sulla loro pelle, da testimoni oculari. L' unica parte in cui compare è quella in cui dice alla sua maniera, in modo molto morettiano strappando un sorriso in un film che di sorrisi ne regala ben pochi, «io non sono imparziale», nell' intervista a Raúl Iturriaga, vicedirettore della «Dina» la polizia segreta cilena di Augusto Pinochet, che sorpreso rimbrotta al regista che qualcuno gli aveva assicurato che l' intervista, «sarebbe stata imparziale».
Una scena che è anche una metafora di quello che è il mondo artistico di Moretti. Un regista militante, nel senso alto della parola, che ha iniziato a raccontare il suo mondo (la sinistra extraparlamentare) per poi allargarsi all' animo umano (Caro Diario, La stanza del figlio) con uno stile rigoroso, senza concessioni alla spettacolarità: un uomo divisivo e con un pedigree del genere, di questi tempi non è facile raccogliere consensi. Neanche in tv.
nanni moretti NANNI MORETTI ECCE BOMBO