NEANCHE VERDI SI SALVA DALLE FURIE DEL POLITICAMENTE CORRETTO – IL SOPRANO AMERICANO TAMARA WILSON SI RIBELLA: “RIFIUTO DI TRUCCARMI. FARE AIDA NERA E’ RAZZISMO”. OGGI A VERONA SI CERCHERÀ UN ACCORDO. IL TEATRO MINACCIA DI SOSTITUIRLA – MATTIOLI: "IL RAZZISMO SAREBBE METTERE IN SCENA AIDA COM'È SEMPRE STATA. NERA. IL MESSAGGIO DI VERDI È ANTIRAZZISTA, PERCHÉ…" - VIDEO

-

Condividi questo articolo


 

ALBERTO MATTIOLI per la Stampa

tamara wilson aida tamara wilson aida

«Non voglio essere un ingranaggio in un meccanismo di razzismo istituzionalizzato». Parola, anzi tweet, del soprano americano Tamara Wilson. Il razzismo sarebbe mettere in scena Aida com' è sempre stata: nera. Si sa: lei è etiope, schiava degli egizi e da che Aida è Aida si sono sempre differenziati i due popoli in guerra dandoci parecchio dentro con il lucido da scarpe.

 

Adesso, secondo la signora Wilson, è arrivato il momento di correggere politicamente Giuseppe Verdi, quello sporco latifondista padano (Sant' Agata come la capanna dello zio Tom?). Il diktat della primadonna diventa un problema per l' Arena di Verona, dove Wilson è scritturata per tre recite dell' opera. Due le ha già cantate, il 21 e il 24.

Ne resta una, domenica prossima.

tamara wilson tamara wilson

 

La contraddizione E già mercoledì Wilson aveva proclamato che non si sarebbe truccata e che quindi «la performance di stasera (il 24, appunto, ndr) sarà la prima in 106 anni di storia in cui Aida non sarà dipinta». Poi la ragione deve aver prevalso perché le foto documentano che mercoledì Aida era in scena regolarmente «abbronzata», come avrebbe detto un ex presidente del Consiglio italiano.

alberto mattioli (2) alberto mattioli (2)

 

Ma il problema si ripresenta perché, sostenuta dai social, Wilson non vuole scurirsi per la rappresentazione di domenica. Oggi a Verona si cercherà un accordo. Ma pare che la sovrintendente e direttrice artistica dell'Arena, Cecilia Gasdia, a sua volta ex cantante ma non ex Aida perché non l' aveva in repertorio, sia per la linea dura: o Wilson si trucca o canta un' altra. Tanto più che si tratta di una ripresa dell' Aida «storica» del 1913 (uno spettacolo fresco fresco), quando il problema proprio non si poneva e un' Aida pallida era impensabile.

 

alberto mattioli alberto mattioli

Due scuole di pensiero Intanto però il dibattito in rete è aperto. Sotto l' hashtag #blackface si scontrano le due scuole di pensiero. Esempi? @brunomegale1 reputa «bislacca» la polemica e fa notare che «c' è una tradizione teatrale da non sottovalutare. Il rispetto per le differenze è altra cosa». Replica @pornonoblogs: «La tradizione se è razzista si può e si deve cambiare».Il problema è forse serio ma di certo non nuovo.

 

Il politically correct sta cambiando i connotati a molti capolavori scritti in altre epoche e con altre sensibilità. Si sono visti nel passato anche recente degli Otelli perfettamente bianchi, e del resto si sa che Shakespeare si era sbagliato prendendo il «Moro» per un attributo razziale invece che per un tipico cognome dell' Italia settentrionale (Mori, Moroni, Morini, Moretti etc.). Si è ahimè vista, l' anno scorso al Maggio, una Carmen che non faceva la sua abituale brutta fine per lanciare un messaggio anti-femminicidi. Il flauto magico è particolarmente preso di mira, in quanto il libretto di Schikaneder sarebbe «razzista e misogino». O almeno è l' opinione della regista olandese Lotte de Beer che l' ha fatto tout court riscrivere per salvare almeno la musica di Mozart.

verdi verdi

 

Opera colonialista Però è curioso. Aida sarà pure un' opera colonialista, e anzi inaugura la deplorevole tradizione italiana di associare alla conquista del posto al sole quella sessuale. Con risultati musicali molto più modesti, insistono sull' argomento le nostre canzonette coloniali, da Tripoli bel suol d' amore a Faccetta nera. Ma il messaggio di Verdi è, appunto, antirazzista, perché il bianco Radamès s' innamora della nera Aida e muore con lei.

 

Razzista, semmai, fu quel censore ottocentesco che per una ripresa fiorentina dell' Otello (quello di Rossini, però), scrisse sul libretto che il moro sarebbe stato bianco, perché altrimenti sarebbe risultato incomprensibile che una leggiadra fanciulla, di buona famiglia e in tutti i sensi candida come Desdemona potesse innamorarsene. Per il resto, fra la signora Wilson e Verdi, scusate, proprio non c' è gara.

GIUSEPPE VERDI FOTO D EPOCA GIUSEPPE VERDI FOTO D EPOCA SPARTITO GIUSEPPE VERDI SPARTITO GIUSEPPE VERDI ALBERTO MATTIOLI ALBERTO MATTIOLI

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - MILANO BANCARIA IN ALLARME ROSSO PER L’ACQUISIZIONE DAL MEF DEL 15% DI MONTE DEI PASCHI, DA PARTE DI UNA CORDATA FORMATA DA CALTAGIRONE E MILLERI (DELFIN-DEL VECCHIO) IN COMUNITÀ DI AMOROSI INTENTI CON GIUSEPPE CASTAGNA, PATRON DI BPM - CON LA FUTURA FUSIONE BPM-MPS NASCERÀ IL TERZO POLO FINANZIARIO, A FIANCO DI INTESA E UNICREDIT - NON SOLO: IN UNO SCENARIO FUTURIBILE, POTREBBE ACCADERE CHE CALTA E MILLERI, UNA VOLTA CEDUTE A BPM LE LORO AZIONI (27,57%) DI MEDIOBANCA, RIESCANO A CONVINCERE CASTAGNA A PORTARE BPM-MPS ALLA CONQUISTA DI MEDIOBANCA…

FLASH – COME HANNO PRESO AL PENTAGONO LA NOMINA DI QUELLO SVALVOLATO DI PETE HEGSETH COME SEGRETARIO DELLA DIFESA? MALISSIMO! PRIMA DI TUTTO PER UNA QUESTIONE GERARCHICA: COME FA UN EX CAPITANO A COMANDARE SUI GENERALONI? CERTO, NON SAREBBE IL PRIMO: IN PASSATO ALTRI CAPOCCIONI NELLO STESSO RUOLO NON AVEVANO ALTI GRADI MILITARI (ANCHE RUMSFELD ERA "SOLO" UN CAPITANO MENTRE LLOYD AUSTIN, L’ATTUALE SEGRETARIO, È UN GENERALE A QUATTRO STELLE) - SU HEGSETH PESANO SOPRATTUTTO L’INCOMPETENZA E LA "PROMESSA" DI PURGARE I VERTICI MILITARI NON FEDELI A TRUMP...

DAGOREPORT - MELONI MUSK-ERATA - LA POLITICA DELLA PARACULAGGINE: DOPO L'INTERVENTO DI MATTARELLA, PUR DI NON DARE TORTO Ai GRAVISSIMI ATTACCHI DI ELON MUSK ALLA MAGISTRATURA ITALIANA, GIORGIA MELONI FA IL 'CAMALEONTE IN BARILE': "ASCOLTIAMO SEMPRE CON GRANDE RISPETTO LE PAROLE DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA” - ATTENZIONE! OVVIAMENTE LA STATISTA DELLA GARBATELLA NON HA IL CORAGGIO DI SOTTOSCRIVERE IN UN COMUNICATO STAMPA UFFICIALE DEL GOVERNO TALE IRRIDENTE DICHIARAZIONE NEI CONFRONTI DEL CAPO DELLO STATO. FA CIO' CHE SA FARE MEGLIO: LA DUCETTA FURBETTA. E SULLE AGENZIE STAMPA COME UN GHIGNO BEFFARDO SI LEGGE: “SI APPRENDE DA FONTI DI PALAZZO CHIGI”. MANCO FOSSE UN'INDISCREZIONE TRAPELATA CHISSA' COME - L'ULTIMO RETWEET DI MUSK: "HA RAGIONE GIORGIA MELONI"

DAGOREPORT - I DESTRONZI DE’ NOANTRI, CHE HANNO BRINDATO AL TRIONFO DI TRUMP, SI ACCORGERANNO PRESTO DI AVER FESTEGGIATO UNA VITTORIA DI PIRRO – LA POLITICA ESTERA SARÀ LA DISCRIMINANTE DI QUEL POPULISMO TRUMPIANO (“IO SONO UN POVERO CHE HA FATTO I SOLDI”; CIOÈ: ANCHE TU PUOI FARCELA..) CHE HA SEDOTTO MINORANZE ETNICHE E CLASSE LAVORATRICE: "L’UNIONE EUROPEA SEMBRA COSÌ CARINA, MA CI STA DERUBANDO NEGLI SCAMBI COMMERCIALI E NOI LA DIFENDIAMO CON LA NATO: L'UE DOVREBBE PAGARE QUANTO NOI PER L'UCRAINA" - IL CAMALEONTISMO DELLA PREMIER MELONI, SEMPRE COSÌ PRO-BIDEN E FILO-ZELENSKY, DAVANTI ALLE MOSSE ISOLAZIONISTICHE DEL TRUMPONE (DAZI SULL'EXPORT ITALIANO), CON UN ALLEATO DI GOVERNO TRUMPISSIMO COME SALVINI, VERRÀ MESSO A DURA PROVA: LA DUCETTA ALLE VONGOLE STARÀ CON L’EUROPA DI URSULA O CON L’AMERICA DI "THE DONALD"?