Marco Giusti per Dagospia
Se ne va il prolifico, vulcanico, infaticabile Mario Lanfranchi, 94 anni, produttore e regista di grandi spettacoli d’opera, di film eccessivi, ma assolutamente fuori dagli schemi, bizzarri e di generi totalmente diversi, dagli spaghetti western al Carolinia Invernizio movie, dal poliziottesco alla commedia sexy, perfino di prime serie tv e di decine e decine di caroselli.
Poteva vantarsi di essere stato il primo a portare l’opera lirica in tv, con una “Madama Butterfly” di Puccini nel 1956 per la RAI, dove incontrò e poi sposò il giovane soprano statunitense Anna Moffo, ma era già stato legato a cantanti famose come Renata Tebaldi e Virginia Zeani. O di aver ideato la programmazione del primo giorno di messa in onda della nascente RAI Due.
Ha passato gran parte della sua vita nella sua villa seicentesca a Santa Maria del Piano, eredità dalla madre, che veniva dai Balestra, nobili patrizi di Parma, d’ordine della Duchessa Maria Luigia. Nato a Parma il 30 giugno del 1927, figlio di Guido Lanfranchi, Sovrintendente del Teatro Regio di Parma, dopo la laurea in Giurisprudenza e gli studi all’Accademia dei Filodrammatici di Milano, fece il suo ingresso nel mondo della lirica al Teatro Morlacchi di Perugia e venne chiamato alla nascente RAI da Sergio Pugliese.
Fu allora che dette vita a “Madama Butterfly”. Ma firmò la regia anche di eventi sportivi in diretta, di commedie, di spettacoli importanti, come l’Eurovision o come la nascita dei nuovi studi televisivi delle sedi di Torino e di Napoli. Contemporaneamente per tutti gli anni ’50 seguitò a curare la regia di opere tra La Fenice di Venezia, il Teatro Verdi di Trieste.
Innovatore e pioniere in molti campi, arrivato a Roma con l’idea di fare cinema oltre alla tv, produsse nel 1962 un film di Gian Vittorio Baldi, “Luciano, una vita bruciata”, che rimase fermo in censura per cinque anni.
Nel 1966, fondò col socio e amico Sandro Bolchi, anche lui uno dei primi pilastri della RAI, la B. L. Vision, che produsse la prima e unica serie di film di Totò, “Tuttototò”, 9 puntate dirette da Daniele D’Anza che andarono in onda tra il maggio e il luglio del 1967, più uno, “Totò a Natale”, che andò misteriosamente perduto e non venne mai mandato in onda.
Ma la B.L. Vision produsse anche ben due serie dell’”Anna Moffo Show” per la Rai e, dal 1967 al 1972, molti sketch di Carosello. Bellissima è la serie “Una pagina del libro Cuore” per Ferrero diretta da Sandro Bolchi, dove ogni episodio racconta come fosse uno sceneggiato un racconto tratto dal libro di De Amicis.
Vi presero parte attori strepitosi, da Tino Carraro a Sergio Tofano, da Andrea Checchi a Laura Antonelli, seguita da “Un volto amico” nel 69-70, con apparizioni di Van Johnson, Tofano, Carraro. Fu con la B.L.Vision che Lanfranchi firmò nel 1967 anche la sua opera prima al cinema, lo stracultissimo western “Sentenza di morte”, da lui definito “western in odore wagneriano”, con Robin Clake, Enrico Maria Salerno, Richard Conte e addirittura un Tomas Milian albino, che non aveva un bel ricordo della lavorazione, “Mario Lanfranchi era un regista di opere liriche che quando veniva sul set sembrava camminasse sulla merda”.
Per tutto il periodo di Carosello, che andò avanti fino a metà degli anni ’70, alternò la produzione pubblicitaria, a quella teatrale e a quella cinematografica. Così alternò i caroselli per Liebig con Franca Valeri, da lui stesso diretti, o quelli per Mobil Oil, “I futuribili”, regie di Mario Bava, o per Cirio, diretti da Duilio Giovagnorio, ai suoi film.
Dopo due film-opera diretti per Anna Moffo, “La traviata”, 1968, e “Lucia di Lammermoor”, 1971, e dopo il divorzio con la cantante, diresse al cinema il divertente “Il bacio”, 1974, tratto da “Il bacio di una morta” di Carolina Invernizio con Maurizio Bonuglia, Eleonora Giorgi, Martine Beswick, il poliziottesco “Genova a mano armata”, 1976, con Tony Lo Bianco, Maud Adams, la commedia sexy “La padrona è servita”, 1976, con Maurizio Arena, Senta Berger, Bruno Zanin. Tutti film scritti, prodotti e diretti da Lanfranchi, mentre con la sua nuova società, la Intervision, produceva ancora pubblicità, perfino una serie per Cynar con Alberto Lionello diretta da Pupi Avati.
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Nel 1981 diresse anche una sorta di musical veneziano che ebbe parecchi intoppi di lavorazione, “Venezia, carnevale, un amore” con Nureyev, Peter Ustinov, Carla Fracci e Charles Aznavour. Dall’inizio degli anni ’80 fino alla fine del secolo lo troviamo per 25 anni a Londra impegnato nella produzione di musical, anche importanti, “Lust”, “Chitty Chitty Bang Bang” e di testi teatrali. Ma gli prende una curiosa passione per la corsa dei levrieri e inizia a fare l’allevatori di cani di corsa. Torna in Italia, a villa di Lesignano de’ Bagni, nel 2005.
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