Marco Giusti per Dagospia
Siamo stati tutti pazzamente innamorati di Jane Birkin. Personalmente da quando l’ho vista in “Blow Up” di Michelangelo Antonioni assieme a Gillian Hills in una scena violenta e perturbante che ci rimase davvero impressa e subito dopo in “Onyricon” di Joe Massot, piccolo film prodotto e musicato da George Harrison, dove il grande attore beckettiano Jack McGowran la spia da un buco nel muro.
Magra magra, coi capelli lunghi, il seno piccolo, era la perfetta ragazza inglese del tempo. Aveva esordito al cinema con “The Knack” di Richard Lester coi Beatles e l’avevamo già vista in un giallo di Jack Smight, “La truffa che piaceva a Scotland Yard” con Warren Beatty e Susannah York, ma non ce ne eravamo accorti. Eppure il prototipo perfetta della ragazza della Swinging London, del tempo dei Beatles e dei primi collant colorati, quelli che le strappa David Hemmings in “Blow Up”.
Non a caso a 19 anni si sposa col più famoso e ricco musicista inglese del tempo, il John Barry dei film di James Bond. E in Inghilterra le nasce pure una figlia, la sfortunata Kate. Ma l’abbiamo amata anche quando è diventata francese, inseguendo Serge Gainsbourg e un mondo hippy dei primi anni ’70, dove la trovavamo sempre nuda in ogni film, da “Katmandu” di André Cayatte a “Alba pagana” di Ugo Liberatore, da “Una donna come me” di Roger Vadim dove cade nelle braccia di Brigitte Bardot – Don Juan in una delle scene più bollenti di sempre per noi ragazzi al non bellissimo, ma delizioso “Primavera carnale” di Robert Benayoun, dove è una sorta di Alice sperduta nel mondo dei Cahiers.
Ma credo che i film dove reciti meglio siano i trasgressivi “Je t’aime… mais non plus” di Serge Gainsbourg dove ha i capelli da ragazzo e tenta di sedurre disperatamente un Joe Dallesandro che è proprio gay e al massimo la sodomizza e “La pirate” di Jacques Doillon, dove ha una folle storia d’amore lesbo con Maruschka Detmers, violentissima.
serge gainsbourg e jane birkin foto helmut newton
Non a caso entrambi i film sono diretti dai suoi uomini, che l’hanno molto amata. E anche se al cinema è sempre sembrata una ragazza passiva, pronta a subire tutto, credo che nella realtà tutta questa passività non ci fosse proprio e che Jane Birkin abbia attraversato il cinema e la vita con la grazia che ci appariva sullo schermo, ma con una invidiabile fermezza.
Confesso che i suoi film che più amo sono quelli a cavallo degli anni ’60 e ’70, “Slogan”, “Cannabis”, “Il romanzo di una ladro di cavalli” di Abraham Polonsky, dove recita anche Serge Gainsbourg, il clamoroso “Così nano così perverso” di Eddy Matalon, dove è la donna nel nano Michael Dunn, una assoluta follia, “La piscina” di Jacques Deray, dove (per me) è più bella di Romy Schneider, “Il montone infuriato” di Michel Deville. Ma è stata diretta anche da Jean-Luc Godard, “Cura la tua destra”, Bertrand Tavernier, “Daddy Nostalgie” con Dirk Bogarde, Alain Resnais , “Parole, parole, parole…”, Patrice Leconte, Jacques Rivette, Marion Hansel, Regis Wargnier, prima di arrivare a Agnès Varda.
brigitte bardot e jane birkin in una donna come me.
Ha recitato con tutti e è stata bella e affascinante con tutti. Perfino in Italia, in una buffa commedia di Giorgio Capitani, “Bruciati da cocente follia” con Cochi, e in un thriller di Antonio Margheriti, “La morte negli occhi del gatto” con Hiram Keller, il protagonista del “Satyricon”. Ci mancherà Jane Birkin.
serge gainsbourg e jane birkin jane birkin jane birkin la piscina brigitte bardot e jane birkin in una donna come me. jane birkin nel 1964 jane birkin e brigitte bardot in una donna come me jane birkin nel 1968 jane birkin jane birkin nel 2021 jane birkin la piscina 1 serge gainsbourg jane birkin maurice ronet e jane birkin la piscina jane birkin sergio castellitto questione di punti di vista jane birkin la piscina 2 jane birkin delitto sotto il sole jane birkin la piscina jane birkin la piscina jane birkin e serge gainsbourg in slogan jane birkin in slogan serge gainsbourg e jane birkin foto helmut newton