La televisione è sempre stata molto di più di un semplice apparecchio. Per decenni, ha rappresentato un’interminabile portale di paesaggi onirici, un indice di status symbol, una compagna fedele nelle notti insonni. Tornando indietro ai giorni di Norman Rockwell, alle famiglie tradizionali, quando i papà tornavano a casa la sera e ci si riuniva tutti per cena, la scatola delle meraviglie non era solo era il centro gravitazionale di un salotto, ma serviva da collante emotivo per tutta la famiglia. E attraverso il magico cubo, le esperienze condivise - come i Beatles su "Ed Sullivan," o il “Miracolo sul ghiaccio” dell’hockey - avrebbero definito una generazione.
Ma andatelo a dire ad Abigail McFee, una studentessa al secondo anno della Tufts University. Vi osserverà con occhioni penetranti pieni di perplessità. La ragazza non ha mai avuto un televisore, né il 90 per cento dei suoi amici a scuola, nè la maggior parte dei rappresentati della net generation, dei Millenial o della generazione Y.
Un decennio fa, una casa (o una camera del college) senza televisore sarebbe stata impensabile. Come una casa senza telefono. Ma oggi il telefono fisso è diventato un oggetto antiquato e anacronistico, e il televisore equivale a un pezzo di lusso, per non dire irrilevante. Così dopo essersi sbarazzate del cavo, le nuove generazioni si sbarazzano pure della tv.
A dire il vero, l'idea che la televisione possa fare la fine del Walkman della Sony potrebbe sembrare un'iperbole. Una manciata di 34,5 milioni di televisori a schermo piatto sono partiti per gli Stati Uniti appena l'anno scorso. Un numero considerevole, anche se con un calo del 13,75 per cento, dai 40 milioni del 2010.
Ma da un punto di vista più “geek-futurista”, è ora di iniziare a farne il necrologio. L'era dello smartphone è crudele con i dispositivi che eseguono una sola funzione. Non solo i telefoni e i televisori, ma sveglie, timer da cucina, calendari da tavolo, videocamere, torce, orologi da polso... È lunga la sfilza degli oggetti resi insulsi e inessenziali dall’iPhone e i suoi fratelli.
E non è di certo un problema di offerta dei canali. Molti dei Millennial che hanno trincerato i loro televisori, in realtà ancora li amano. Ma possono tranquillamente vedere i loro programmi preferiti quando e come vogliono, sui telefoni e sui tablet, con un’offerta praticamente infinita. "Posso sedermi sul divano e guardarmi le puntate di “True detective” una dopo l’altra, tutte in un week-end. Le posso guardare in treno o aereo. Durante una pausa al parco o in un caffè mentre aspetto un amico”. Andrew Wojtek ha 26 anni e organizza eventi a Harlem.
Nell'era del portatile, la tv viene vista come un oggetto inutile, quasi uno spreco di spazio. Altri vedono la televisione come una spesa non necessaria. È una razza crescente e in continua espansione. Si chiamano gli “schermo agnostici”.