Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota) per Dagospia
1. AVVISI AI NAVIGATI
Non poteva certo scegliersi come nemico la Commissione europea, bersaglio troppo grosso e sul quale vigila Re Giorgio, il Matteo Renzi che deve portare a casa una legge di Stabilità da 36 miliardi. E allora ecco il calcione a freddo alle Regioni, colpite con tagli per quattro miliardi senza che prima vi sia stata alcuna concertazione. Lo stesso ministro Padoan non esclude che le Regioni si rifacciano con un aumento delle tasse locali, aumento che per Renzie sarebbe una provocazione. Il premier dice che prima hanno parecchi sprechi da tagliare, mentre loro già lamentano che dovranno fare tagli impopolari su sanità e trasporto locale. Insomma, si prospetta un braccio di ferro di quelli duri.
Ma è tutta musica alle orecchie di Renzie, che ancora una volta è riuscito nel capolavoro di fabbricarsi un nemico impopolare da asfaltare, per poter giocare la partita che meglio conosce, quella della rottamazione. Dopo lo scandalo dei consigli regionali con le loro spese pazze, il premier sa perfettamente che la popolarità delle Regioni è ai minimi e probabilmente prepara il campo a una prossima battaglia “anti-sprechi”: la riduzione dei poteri delle Regioni. Ancora una volta vincerà lui e un altro pezzo di potere italico si sbriciolerà di fronte alla sua corsa. Perché la cosa che più colpisce di Renzie è proprio questa: se punta un avversario lo distrugge e nell’Italia di oggi nessuno sembra in grado di resistergli.
Intervento di Giorgio Napolitano
2. LUI SÌ CHE ABBASSA LE TASSE
Il giorno dopo la presentazione della manovra che taglia tasse per 18 miliardi, si fanno i calcoli dei benefici. Per il Corriere, “Tfr in anticipo e tasse, conviene sotto i 29 mila euro”, mentre il bonus per le imprese sulle assunzioni vale fino a 8 mila euro l’anno (pp. 5-6). Repubblica annuncia: “Tfr subito ma con più tasse tra 200 e 600 euro l’anno. Con il premio assunzioni previsti 400 mila nuovi posti” (p. 6). Il Messaggero invece segnala una fregatura prossima ventura: “Iva, maxi-aumento in arrivo dal 2016. Nella bozza della legge di stabilità previsto tra 14 mesi l’incremento delle aliquote del 10%, del 22% e delle accise” (p. 5).
A tenere banco, comunque, è lo scontro con le Regioni. “Regioni in rivolta contro i tagli. ‘Sanità a rischio, Renzi offende’. Il premier: ‘Basta veti e sprechi’. Lite a distanza con Chiamparino, Se salta la spending review scure sul Ssn. La sfida di Matteo: ‘Mettano le spese on line” (Repubblica, p. 2). Nicola Zingaretti, presidente del Lazio: “Facile tagliare in questo modo, ma pagheranno i nostri cittadini” (p. 3). Enrico Rossi, presidente della Toscana, mette le mani avanti sulla Stampa: “Per farcela serve il superticket. Paghino i ricchi” (p. 2). Ma Pittibimbo non ci sta: “Aumentare le tasse locali sarebbe una provocazione” (Stampa, p. 3). Il bello è che i presidenti delle Regioni che protestano sono tutti del Pd, dove c’è l’unica opposizione a Pittibimbo.
3. L’ABBRACCIO DEL CAINANO
Imbarazzo in casa forzista per la manovra taglia-tasse di Renzie: “Forza Italia teme una manovra elettorale. Il sospetto di Berlusconi: Renzi vuole le urne e punta ai consensi nel centrodestra”. Duro, in ogni caso, Renato Brunetta: “Una finanziaria lievitata in pochi giorni da 20 miliardi a 36 dà un segnale di estrema incertezza senza coperture serie. E’ una partita di raggiro” (Stampa, p. 6). Giudizio confermato sul Giornale di casa: “Forza Italia non ci sta: ‘Finanziaria da dilettanti’. Il capogruppo Brunetta attacca il premier sulla manovra e promette battaglia in Aula. ‘Senza contenuti e coperture mandano l’Italia allo sbaraglio. I mercati non ci cascano’. Capezzone e Ravetto vedono segnali positivi, ‘Ma così non basta” (p. 5). Vedremo quando la manovra arriva in aula
4. ALLARME SPREAD
Forse non c’entra la manovra, però la Borsa di Milano cala ancora e lo spread ci ricorda tutta la nostra fragilità: “Borse e Btp, torna la tensione. Lo spread vola oltre quota 200. Milano perde fino al 3% poi recupera e chiude a meno 1,2%. Sotto pressione gli istituti di credito. El Erian (Allianz): pesano le previsioni di crescita e le scelte di portafoglio degli investitori” (Corriere, p. 2). Repubblica: “Paura per le banche, Borse nervose. Spread oltre quota 200, poi ripiega. Nuova ondata di vendite in mattinata alimentata da voci sulla scarsa tenuta di molti istituti europei. Mps perde l’8,7%. Dall’Eurotower un aiuto alla Grecia” (pp. 10-11).
“Libero” invece collega esplicitamente i mercati e la manovra di Renzie: “La sberla dei mercati è un avviso a Renzi: ecco dove casca l’asino. Gli investitori internazionali hanno capito che sotto le mirabolanti promesse la manovra nasconde più imposte e altri debiti: ecco spiegati i tonfi della Borsa e l’impennata dello spread. C’è poco da ridere” (p. 3).
Silvio Berlusconi RUDY CAVAGNOLI
5. SILENZIO, PARLA LURCH COTTARELLI
Il Corriere della Sera onora Lurch Cottarelli con una paginata di intervista di Severgnini. L’ex commissario alla Spending review evita polemiche, a parte una scontata lamentela nei confronti dei mandarini ministeriali che non gli davano i documenti. Poi a un certo punto Severgnini gli chiede: “Renzi in pubblico ha detto un paio di volte ‘Decido io, non Cottarelli!’, o qualcosa del genere. Che sentimenti provava?”. Risposta ironica di Lurch: “Solidarietà. Mi mettevo nei suoi panni: il presidente del Consiglio che sente ‘Cottarelli di qui, Cottarelli di là…”. Mi sarei stufato anch’io. Renzi ripeteva una cosa logica: le decisioni sono della politica”.
6. BUNGA BUNGA FOR EVER
Arrivano le motivazioni dell’assoluzioni di Berlusconi per il caso Ruby e non sono rose e fiori: “Berlusconi mentì alla questura. Sesso con Ruby e prostitute, ma ne ignorava la minore età. Le motivazioni dell’assoluzione dell’ex premier: ‘La bugia sulla parentela con Mubarak è provata, non la concussione’. Chiesta la proroga del Ruby ter” (Repubblica, p. 14). La Stampa riporta: “La marocchina si fermò otto volte dopo i ‘bunga bunga’ e fu pagata. L’età era nota a Fede e forse a Lele Mora, ma non avevano interesse a dirla al leader di Fi” (p. 11).
Scoop del Corriere della Sera sul collegio giudicante che ha assolto il Banana: “Lascia la toga il giudice che voleva la condanna”. Il presidente Enrico Tranfa, rimasto isolato rispetto ai suoi due colleghi del collegio, dopo 39 anni di lavoro ha deciso di andare in pensione con 15 mesi di anticipo. Ieri ha firmato la sentenza, cosa che non poteva non fare, e dopo si è subito dimesso (p. 15).
7. MA FACCE RIDE!
Giornale sui massimi per la visita di amico Putin: “Berlusconi-Putin, asse utile all’Italia. Il vero interlocutore del presidente russo è il Cavaliere, che lo ha ricevuto nella sua casa nel centro di Milano” (p. 12). Di questo passo ci toccherà leggere che se non passeremo l’inverno al freddo e al gelo sarà solo per il Berlusca.
8. TELECOM-MEDIA
Dopo le rivelazioni di ieri su un presunto piano del governo per lo scorporo della rete Telecom, oggi arriva la frenata. “Telecom, no allo scorporo. ‘Illegittimo toglierci la rete’, scontro su Metroweb. Recchi: mancano i presupposti per uso golden power. Per il Pd è sbagliato fondere i due operatori sulla fibra” (Repubblica, p. 28). Sul Giornale, “Telecom non si arrende e guarda ancora a Oi. Le strategie dell’ex monopolista in Brasile. Smentita l’ipotesi della cessione della rete in Italia. Titolo sui valori di inizio anno: -40% dai massimi” (p. 21).
Libero invece mette insieme Finmeccanica e Telecom: “Moretti e Recchi costretti ai saldi. In lotta contro il debito. Finmeccanica ventila l’ipotesi di nuove cessioni. Nel mirino anche Drs. Mentre rumor e pressioni vicine al governo spingono il presidente di Telecom a smentire lo scorporo della rete. Avanti però nel Sudamerica” (p. 22).