Lisa De Moraes per “Deadline”
VIDEO ‘OLIVER STONE AL LATE SHOW’
Ieri al ‘Late Show’ l’intervista di Stephen Colbert ad Oliver Stone è uscita quasi immediatamente dai binari. Il regista promuoveva il suo documentario in quattro parti intitolato ‘The Vladimir Putin Interviews’ e ha mandato alcuni clip, ad esempio quello in cui chiede di eventuali endorsement sulle elezioni americane.
Il presidente russo risponde: «A differenza di altri, noi non interferiamo mai con le questioni nazionali altrui. E’ uno dei nostri principi». Stone conclude: «Molte grazie, ci vediamo domani». Siccome il regista ha passato venti ore con Putin per il progetto, Colbert si è sentito autorizzato a dirgli: «La gente pensa che lei sia stato troppo accomodante, gli ha creduto con molta facilità, e che si tratti di un’intervista ossequiosa ad un brutale dittatore».
Stone ha insistito: «Bisogna essere gentili, è stato un accordo di due anni e Putin è molto indaffarato, lavora 12 ore al giorno da 16 anni. C’è gentilezza e curiosità nel modo in cui ho posto le domande. Penso che lui rispetti me e il mio lavoro, sapeva che gli avrei dato un giusto ascolto».
Colbert si assicura che non ci siano stati tagli e che non ci sia stato seguito a quella domanda, Stone risponde: «Non in quel momento». Colbert incalza: «Non sembra un’intervista ma una opportunità che Putin coglie per fare propaganda». Stone si difende dicendo che nel documentario ci sono momenti in cui fa molta più pressione sull’intervistato, anche su Trump e la questione degli hackeraggi.
Colbert prosegue dritto: «Dopo venti ore passate insieme, si fida di lui?», Stone svicola: «E’ un capo di Stato, ha i suoi interessi per la Russia, lo rispetto e lo capisco. E’ un forte nazionalista, non ha parlato male degli Stati Uniti, anzi li ha ripetutamente chiamati ‘nostri partner’. Mi è sembrato che voglia mantenere buoni rapporti con noi, mi è sembrato genuino in questo».
Stone ha continuato promettendo che vedremo e sentiremo cose inedite nel film: «Penso che Putin sia devoto al suo paese e mi ha stupito la sua calma e la sua cortesia. Non ha mai detto niente di davvero brutto contro nessuno. E’ stato insultato sui media e maltrattato dalla stampa». A questo punto il regista ha perso l’appoggio del pubblico in studio.
Colbert ha cavalcato l’onda: «Allora in lui non ha trovato nulla di negativo? Oppure Putin tiene prigioniero il suo cane da qualche parte?». Il pubblico approva. Stone reagisce: «Che problema avete con il disgelo con la Russia? Perché siete così ostili? Non capisco questa mentalità, forse è perché odiate Trump. Non vi fidate di lui, perciò la Russia diventa una scusa conveniente».
Colbert lo interrompe: «Non capisco perché il nostro presidente non dice nulla di negativo su Putin, dato che è un leader oppressivo, reprime la stampa libera e arresta i suoi nemici. Da americano e giornalista, non posso accettarlo. Mi sorprende che lo accetti lei».
Stone si difende: «Sa bene che io sono per la libertà di espressione. Non c’è dubbio che Putin sia un conservatore», poi si rivolge allo studio: «Non so cosa ci sia da ridere». «E’ una descrizione morbida», traduce Colbert.
Stone conclude: «Se guardate il film con pazienza, vedrete che ha un flusso preciso, dal 2000 al 2016. Parliamo seriamente di elezioni. Ha ucciso un uomo? Non avrei saputo fargliela quella domanda. Lo avrei fatto, se avessi avuto le prove».