Marco Carta per il Messaggero
Dalle violenze subite dal produttore cinematografico Harvey Weinstein, alle accuse di stupro lanciate dall' attore Jimmy Bennett nei suoi confronti: non è un periodo semplice per Asia Argento, sotto i riflettori per le sue grane giudiziarie. L' attrice ieri mattina si è ritrovata sul banco degli imputati a piazzale Clodio a Roma nel processo che la vede accusata di diffamazione per aver insultato su Twitter Luca Guadagnino, regista del remake di Suspiria, capolavoro di papà Dario.
I fatti risalgono al marzo 2016, quando a un utente che le chiedeva un giudizio sul film, la Argento rispondeva scagliandosi contro Guadagnino, definendolo «un laido figlio di p. che brucerà all' inferno». Ieri mattina non era presente l' attrice, che dovrà tornare in tribunale il 15 febbraio. I suoi legali sperano di trovare per quella data un accordo per la remissione della querela. Magari senza sborsare le cifre (circa 250mila dollari), sostenute finora per mettere a tacere, senza successo, il caso Bennett.
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