Marco Giusti per Dagospia
Che vediamo oggi? Preparatevi che la cosa più stracult della serata mi sembra alle 23 su Cielo l’opera prima di Asia Argento, “Scarlet Diva”, con lei come regista, attrice, sceneggiatrice, produttrice. Sorta di sua autobiografia pre-Morganiana con tanto di finto Weinstein, finti e veri amori, molto sinceri, un po’ di Dogma, un po’ di mamma Daria, il padre Dario produttore, molte scopate, sue e di Vera Gemma, e con battute di culto come “Il nostro è un amore impossibbbile!”.
Misto di sincerità e autoesaltazione continua, il film oscilla tra scene forti e riuscite e altre dove la messa in scena non riesce a raccontare quello che lei ha in testa. Così è terribile l’incontro con Weinstein, ma è bellissima la scena dove si depila in bagno, non funziona l’amore per il cantante americano, ma è fenomenale l’apparizione di Vera Gemma con scopatona col bruto.
Invedibili Paolo Bonacelli come critico svizzero (ruolo rifiutato da Tatti Sanguineti) e Leo Gullotta come dottore (“abortino”), ma grande la prima apparizione con scopata tra Tricky e Asia. Ma tutto va preso come si prende Asia, cioè come una diva, una delle poche che abbiamo ancora. Tra i film delle 21 quanto a stracultsmo non scherza proprio il film di Serge Gainsbourg del 1986, “Charlotte for Ever”, Cielo alle 21, 20, dove lo stesso Gainsbourg, non meno autoesaltato di Asia, osa mettere in scena, mediato da una storia di finzione, lui da cantante diventa un sceneggiatore americano sbandato dopo un incidente di macchina dove gli è morta la moglie, lo scandaloso rapporto incestuoso con la figlia Charlotte Gainsbourg, allora quindicenne. Mai visto. E pieno di musiche e di gainsbourismi vari.
Alle 21 e dintorni vi segnalo anche su Iris il bel film tratto dal romanzo di Jonathan Safran Foer “Molto forte, incredibilmente vicino”, girato da Stephen Daldry con megacast, Tom Hanks, Sandra Bullock, John Goodman, Max Von Sydow, Jeffrey Wright, James Gandolfini. Un film costruito molto a caldo sull’11 settembre e su cosa sia significato per gli abitanti di New York. Max Von Sydow venne candidato all’Oscar. Per gli spettatori over 60 ci sarebbe il prezioso “Ricomincio da noi” di Richard Loncraine, Rai Movie alle 21, 10, commedia inglese dove Imelda Staunton scopre, ormai non giovanissima, il tradimento del marito e si riprende con la compagnia di Timothy Spall.
Ottimi attori, ottima sceneggiatura. Se volete qualcosa di più movimento si va dal “Troy” di Wolfgang Petersen con Brad Pitt quando era al suo massimo storico, Eric Bana come Ettore, Diane Kruger come Elena, Orlando Bloom e perfino Peter O’Toole su Rete 4 alle 21, 20, a “Indiana Jones e l’ultima crociata” di Steven Spielberg con Harrison Ford e Sean Connery su Paramount Network, 21, 10, a “Sherlock Holmes” di Guy Ritchie con Robert Downey Jr, Jude Law e Rachel McAdams, canale 20 alle 21. G
ià visti, vero? Cine 34 alla stessa ora propone il tardo, ma divertente “Il barbiere di Rio”, il miglior film di Giovanni Veronesi e uno dei migliori di Diego Abatantuono dopo il recupero avatiano. Ci sono tutti i suoi amici storici, Ugo Conti, Mauro Di Francesco, Ninì Salerno, ma soprattutto c’è Diego che ha voglia di giocare, di farci ridere fingendosi barbiere brasiliano a Roma che poi va davvero a Rio e non capisce una parola. Grande anche se imbrazzante e politicamente scorrettissima la scena col trans in bagno. “Ma tu hai il cammarrao!!!??”. In seconda serata non vedo moltissimo. “Big Eyes” di Tim Burton con Amy Adams e Christoph Waltz, Cielo tv alle 23, non piacque a tutti, a me personalmente sì, ha una storia difficile, quella vera di una pittrice americana pessima, Amy Adams, dominata dal marito, Christoph Waltz, che le ruba il nome e il successo, ma lei diventa di culto tra gli attori di Hollywood.
Ci sono anche “Ex” di Fausto Brizzi su Tv8 alle 23 con Alessandro Gassman, Cecile Casset, Claudia Gerini e Angelo Infanti, che ricordo riuscito, la replica di “I mostri oggi” di Enrico Oldoini su Cine 34. Più tardi vedo film serissimi, come “La bottega dell’orefice” di Michael Anderson con Burt Lancaster, Daniel Olbrychski, Andrea Occhipinti e Jo Champa su Rai 3 a mezzanotte in punto, o “Freeheld – Amore, Giustizia, Uguaglianza” di Peter Sollet con Julianne Moore e Ellen Page, RSI alle 00, 10. Non era riuscitissimo il ricco “Gangster Squad” di Ruben Pleischer malgrado un cast strepitoso, Ryan Gosling, Sean Penn, Josh Brolin e Nick Nolte, ma metterlo su Rete 4 alle 00, 40 mi sembra davvero troppo tardi.
All’una in punto partono due buoni film che avrei spostato prima, “La 25° ora” di Spike Lee con Edward Norton e Phiip Seymour Hoffman, uno dei suoi migliori, dove segue le ultime ore di un ragazzo che dovrà entrera in galera allo scadere, appunto della 25° ora della giornata, e l’ormai raro “Nel continente nero”, commedia politica di Marco Risi con Corso Salani protagonista, Diego Abatantuono come faccendiere craxiano che vive in Kenya e una Anna Falchi giovanissima e assolutamente strepitosa, tanto che nello stesso periodo l’”Espresso” di quando era direttore Claudio Rinaldi si assicurò una serie di sue fotografie piccanti per le sue copertine. Bei tempi!
Il pomeriggio vedo ahimé una marea di repliche. Ma “Paura d’amare” di Garry Marshall con Al Pacino e Michelle Pfeiffer, che ho rivisto ieri sera e oggi va in onda alle 14, 55 su La7, storia d’amore tra un cuoco ex-galeotto dalla parlantina facile, Al Pacino, e una cameriera un po’ sfortunata e confusa, Michelle Pfeiffer, è una delizia. Per i fan di Sandokan e di Sollima Senior è imperdibile “La Tigre è ancora viva. Sandokan alla riscossa” su Rete 4 alle 14, 55. Dirige Sergio Sollima, attori Kabir Bedi, Philippe Leroy, Massimo Foschi, Adolfo Celi. Super!
Su Paramount network alla stessa ora potete vedere la commedia ultradark per bambini cattivi “lemony Snicket- Una serie di sfortunati eventi” diretta da Brad Silberling con un meraviglioso Jim Carrey cattivo, Meryl Streep, Timothy Spall e Emily Browning. Funziona tutto, fotografia, scenografie, musiche, attori, come in un film di Tim Burton. Ma non c’è Tim Burton alla regia e si sente. Al punto che non ebbe mai un sequel, malgrado il grande sforzo produttivo. I fan di Villaggio adorano “Ho vinto la lotteria di Capodanno” di Neri Parenti con sceneggiatura di De Bernardi e Benvenuti, Cine 34 alle 15, 35, con, appunto, Villaggio, che disperato, mentre tenta di uccidersi col gas la notte di Capodanno, scopre, da Magalli in tv, che è suo il niglietto vincente della lotteria. Solo che non lo trova più e parte la caccia. Grandioso.
Ci sono anche Antonio Allocca, Camillo Milli e un Valerio Merola prima degli scandali del Merolone! Ricordo vagamente invece questo tardo western diretto da un buon artigiano come Harry Keller, “La legge del fucile”, titolo assurdo, con Fred McMurray e John Ericson, Rete 4 alle 17, 10. Poca fama, ma la storia è di John Cunningham, lo stesso da cui è tratto il soggetto di “Mezzogiorno di fuoco”. Magari lo vedo.
Alle 17, 15, se non lo avete visto o se avete visto la versione recente con Leonardo Di Caprio e Carey Mulligan, mi vedrei anche su Rai Movie “Il Grande Gatsby” diretto da Jack Clayton con Robert Redford, Mia Farrow, Sam Waterston, Karen Black, Bruce Dern e Scott Wilson. Il pezzo forte, oltre al cast spettacolare con Redford in testa e una Karen Black da urlo, ho letto ovunque, è la strepitosa sceneggiatura di Francis Ford Coppola, che l’inglese Jack Clayton, pur eccelso regista, non riesce del tutto a rispettare. Adoro Clayton e adoro Coppola. E, in effetti, qualcosa non funziona. Ma non credo sia colpa della freddezza Clayton. Detto questo, esattamente come nella versione recente di Baz Luhrman, c’è qualcosa che non torna del tutto ma la storia e il cast sono talmente forti che non mi interessa.
“Caino e Caino” di Alessandro Benvenuti con Benvenuti stesso in coppia con Montesano, Cine 34 alle 17, 20, è un film che ha un suo piccolo culto critico (il pomposo Adriano Aprà…). Va rivisto. Certo, poi scopri che alle 18 su Rai Storia c’è, a sorpresa, “Monsieur Verdoux di Charles Chaplin che non vedo da anni... I due film in conflitto alle 19, 15 sono l’interessante “Studio illegale” di Umberto Carteni con Fabio Volo e Zoe Félix, Cine 34, e il totoesco “Destinazione Piovarolo” di Domenico Paolella con Totò, Leopoldo Trieste, Marisa Merlini, Tina Pica.
“Risate a profusione con Tiotò capostazione” si leggeva sulle locandine. In realtà questo capostazione di Totò è un po’ triste, meno comicarolo del solito, troppo storicizzato, attraversa trent’anni di storia italiana, e, soprattutto è in cerca di consensi critici. Vuole così Totò, però, diventato nel 1955 anche produttore dei suoi film assieme a Alfredo De Laurentiis, il fratello di Dino, e Renato Libassi. Basta coi filmetti facili. Paolella ricordava al biografo di Totò Alberto Anile che “Totò era uno che si entusiasmava quando faceva i film, ma a un certo punto, che si girasse in interni o in esterni, gli si stancava la vista. In quei momenti facevo segnare il percorso che doveva fare con del gesso, in modo che lui sapesse sempre, anche guardando dall’angolo dell’occhio, il punto dove andare e dove fermarsi”. E Totò gli disse: “Sì, sì. Mi fai come le galline a cui si mettono a distanza dei chicchi di grano per farle andare in un certo posto”. E per oggi è tutto.
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